Le vendite crescono del 3.4% nel primo trimestre a 1.93 miliardi di dollari. Il segmento vino e spirits cala invece del 4%, con un -6% del vino e un +13% per la parte “spirits” dell’attività. In realtà i dati sono più complessi: le vendite di vino in termini “organici” vanno corrette per la vendita del Canada (90 milioni) e in senso inverso per il contributo delle nuove acquisizioni (tra cui Prisoner, 27 milioni). Dopo la correzione il -4% del segmento wine-spirits diventa +6%.
Ma ancora diverso è il dato delle “depletions”, cioè delle vendite al dettaglio di vino nel mercato USA, che sono calate dell’1%, secondo il management principalmente a causa dello spostamento di alcune attività promozionale.
L’andamento dei margini è invece molto promettente. L’uscita del Canada ha fondamentalmente tolto circa il 15% alle vendite di vino ma molto inferiore è l’impatto sugli utili (10 milioni di utile operativo, quindi poco più del 10% in termini di margini). Il margine operativo della divisione vino/spirits balza da 168 a 206 milioni di dollari, per un margine del 30% nel trimestre. Siamo, considerando gli ultimi quattro trimestri al livello più elevato di sempre per il gruppo del 27%.
La struttura finanziaria ha subito poche variazioni rispetto alla fine dell’anno scorso. CBrands ha generato circa 380 milioni di dollari dall’attività operativa, ne ha investiti 220 milioni (non ci sono state acquisizioni nel trimestre) e ha pagato 100 milioni di dividendo, senza comprare azioni proprie. A fine maggio il debito è dunque calato leggermente a 8.9 miliardi di dollari, che corrisponde a un debito su EBITDA di circa 3.2 volte, elevato ma decisamente non eccessivo data la positiva intonazione dell’attività. Il capitale investito raggiunge quota 16.2 miliardi di dollari, il che determina un ritorno sul capitale investito del 15-16% circa, invariato rispetto alla fine dell’anno.
Le previsioni sono state innalzate, come anticipato a 7.9-8.1 dollari di utile per azione, il che corrisponde a una quotazione borsistica di circa 24 volte. Tale previsione considera un calo delle vendite di vino/spirits del 4-6% e un utile operativo stabile, che diventano una crescita del 4-6% e del 5-7% una volta tolto l’impatto delle acquisizioni/dismissioni.
Fondatore e redattore de I numeri del vino.
Analista finanziario.
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