I risultati del primo semestre di Advini non sono stati certo eclatanti, anche se ci sono alcune spiegazioni particolari a supporto della scarsa crescita delle vendite (1%). Invece, qualche segnale di miglioramento sta emergendo dai margini, che apparentemente mostrano i progressi che il management aveva promesso in termini di sinergie. L’obiettivo al 2015, di 300 milioni di vendite e del 10% di margine MOL/vendite sono però ancora lontani (a occhio il 2013 non sarà lontano da 230 milioni di euro) e il 2015 è ormai alle porte. L’azienda sta ora trattando una nuova acquisizione in Sud Africa, oltre all’acquisizione di alcune vigne in Languedoc; in quest’ultimo caso, però, i soldi ce li metterà qualcun altro perche Advini con 91 miloni di euro di debiti (in calo di 5 milioni rispetto a giugno 2012) deve tenersi le ultime munizioni per comperarsi fatturato. Vediamo i numeri.
- Come dicevamo il +1% di fatturato è un po’ falso perchè nasconde una crescita del 4% del vino in bottiglia e un calo del 40% di quello sfuso, che oggi rappresenta il 4% delle vendite totali. Inoltre, le cattive condizioni metereologiche del secondo trimestre hanno un po’ impattato i risultati. Quindi, il trend è migliore di quanto i numeri lascino intendere. Se poi restringiamo il confronto sui marchi chiave di proprietà del gruppo (che fanno il 26% delle vendite e il 57% del fatturato), la crescita è stata del 9.6%. E’ stato anche migliore, come vedete dal grafico, il terzo trimestre quando le vendite sono state in crescita di quasi il 10% a 60 milioni di euro.
- Il miglioramento del mix di prodotto è anche visibile dal margine industriale, che cresce dal 33.6% al 34.9% delle vendite. Tale miglioramento si traduce in parte in un aumento del MOL, che passa da 5.5 a 6 milioni nel semestre, per un margine in progresso dal 5.3% al 5.7%. Advini da la sensazione di essere un operatore con una struttura molto ridondante rispetto al livello di fatturato generato e quindi con un potenziale importante di miglioramento dei margini a fronte di una crescita delle vendite.
- Dal punto di vista finanziario, le cose sembrano migliorare. Il debito non scende rispetto a fine anno e si posiziona a 91 milioni di euro. Va però detto che a fine semestre, vista la stagionalità del lavoro il capitale circolante è molto elevato, circa 4 milioni più che a fine anno, e quindi, a voler vedere il debito in ottica annua constateremmo un miglioramento di 4-5 milioni di euro, generato non soltanto dall’autofinanziamento, ma anche dal fatto che la società ha chiuso i rubinetti degli investimenti (soltanto 1 milione nel semestre contro i 2 milioni dello scorso anno).
- Chiudiamo con le prospettive, che vedono un obiettivo di fine anno di far scendere il debito/patrimonio netto al 140%, rispetto al 151% di fine giugno, ipotizzando un perimetro di attività costante. Per il 2015, si resta sui vecchi obiettivi di 300 milioni di vendite e di un margine del 10%. Senza acquisizioni e con il rallentamento in atto nei mercati del Far East, sarà un obiettivo impossibile da raggiungere senza acquisizioni.