La valutazione borsistica delle aziende vinicole assume quest’anno una valenza piuttosto strategica per l’Italia, dato che abbiamo appena assistito alla quotazione in borsa di IWB, veicolo di quotazione che consolida Giordano e Provinco (tra qualche giorno vi posterò un’analisi al riguardo), ma anche in vista dei recenti articoli di giornale relativi alla possibile quotazione di Masi Agricola, azienda leader del distretto dell’Amarone. Ebbene, seguendo un po’ il rafforzamento generale dei mercati borsistici, drogati dalle iniezioni di liquidità, possiamo certamente dire che anche nel 2015, come lo scorso anno si è assistito a un ulteriore apprezzamento delle valutazioni di mercato delle aziende vinicole, soprattutto per di taglia significativa. Dall’ultimo rilevamento, il leader mondiale Constellation Brands, che ormai genera una parte di utili grazie alla birra Corona, ha un valore di mercato di 16 miliardi di euro (aiutato anche dal recente apprezzamento del dollaro). La sua valutazione è pari a 22 volte gli utili attesi per l’anno corrente (2015), 4 volte le vendite (includendo il debito), 13 volte il MOL e 17 volte l’utile operativo. Questa è ben inteso la punta dell’iceberg, il leader. Anche le altre grandi, comunque, stanno a multipli più elevati dello scorso anno, mentre lo stesso non vale come accennavo sopra per le aziende della Champagne, che “soffrono” un andamento economico non esaltante, e per le quel paio di piccole aziende che abbiamo nel campione (per ora!). Andiamo a leggere insieme i numeri.
- Le tre grandi, Constellation, Concha y Toro, Distell e TWE trattano su un multiplo di circa 22 volte gli utili 2015, contro circa 17 rilevato a gennaio dello scorso anno. La stessa “rivalutazione” (rerating in inglese) si puo’ ritrovare in modo più moderato per il valore di impresa sull’utile operativo, salito a 15.4 volte da 14.8 dello scorso anno. Se rapportato alle vendite, il valore d’impresa è pari a circa 2.5 volte.
- Le aziende dalla Champagne soffrono invece dell’andamento non esaltante dei margini. Il multiplo degli utili scende un po’ a 14.1 volte, mentre resta sostanzialmente invariato il multiplo di 2.4 volte le vendite. Scendono invece i multipli del MOL e dell’EBIT di circa il 10-15% rispetto allo scorso anno.
- Sulle piccoline, che forse sono quelle più interessanti in vista delle introduzioni in borsa di cui abbiamo detto, c’è effettivamente poca visibilità. Quest’anno abbiamo perso il riferimento di Advini (anche se con un po’ di lavoro si potrebbe ricostruire…). Le due piccole che abbiamo nel campione, Delegat’s e Baron de Ley sono il 40% meno care in termini di prezzo utili e valore di impresa su MOL e EBIT, mentre viaggiano sulla medesima valutazione in base alle vendite (2.4 volte). Ciò sta a significare che la loro “superiore profittabilità” non viene attualmente riconosciuta dal mercato. Stiamo però parlando di un campione così limitato che fare considerazioni di questo genere è molto pericoloso…
- In termini di capitalizzazione di mercato, Constellation ha preso il volo e vale quasi 8 volte di più di Treasury Wine Estates. Concha y Toro a 1.2 miliardi di euro è la numero 4 (se includiamo Distell) del nostro campione, forzatamente incompleto. Da un anno a questa parte, Constellation è cresciuta del 70%, TWE del 43%, Concha y Toro del 22%, mentre tutte le piccole hanno largo circa mantenuto la medesima capitalizzazione di mercato.
[…] anche il mercato azionario crede nel vino e ci investe volentieri …. se le imprese sono grandi. I numeri del vino, sito informatissimo e attendibile su ogni analisi eno-economica, scrive infatti << le due […]