Laurent Perrier ha chiuso il 2014/15 con buoni risultati (vendite in moderata crescita e margini stabili), soprattutto se confrontati con quelli delle altre due piccolo quotate, in particolare nel mercato domestico. Non solo. Sta investendo pesantemente: nella struttura industriale, con il nuovo sito produttivo di Tours-sur-Marne (previsto iniziare l’attività durante il 2017), nella struttura commerciale, con l’apertura di Laurent Perrier Italia, nell’integrazione a monte, con l’acquisizione del négociant François Daumale che aumenterà la visibilità sugli acquisti del gruppo. Infine, ha anche cambiato il top management con la nomina di un nuovo amministratore delegato. Come vi dicevo, i numeri che tra breve scorriamo nel particolare sono buoni: le vendite crescono del 5%, con un piccolo aiuto dei cambi (+2%) ma soprattutto con un incremento del 2.6% del prezzo mix (il modo migliore per crescere in un segmento come lo Champagne dove i volumi sono sostanzialmente cappati); i margini sono stabili, come l’indebitamento, nel quadro di una politica di dividendi costante. Sebbene siamo lontani dai risultati di picco del 2007-08, LP è certamente la meglio posizionata tra le quotate, con un incremento del 3% dell’utile operativo contro un calo del 16% per Lanson e del 7% per Vranken (-5% per la divisione vini/champagne di LVMH).
- LP è cresciuta del 5% nel 2014, realizzando 232 milioni di fatturato. E’ la più piccola tra le aziende della Champagne, ma quella che fa più utili. Le vendite sono cresciute dell’1% in volume (13 milioni di bottiglie), del 2.6% grazie al prezzo-mix e dell’1.8% grazie ai cambi.
- Da un punto di vista geografico, il fatturato è cresciuto dell’8% in Francia a 81 milioni di euro, calato del 4% in Europa a 104 milioni (può avere impattato l’apertura della distribuzione diretta in Italia) e ha fatto +25% nel resto del mondo.
- I margini sono stabili e nettamente superiori ai concorrenti. Il gross margin supera il 46%, in leggero calo in percentuale alle vendite, ma cresce grazie alle vendite da 103 a 107 milioni. Il MOL cresce del 5% a 47 milioni, stabile rispetto al fatturato. L’utile operativo invece cresce soltanto del 4%, perchè il peso degli ammortamenti cresce (nuovi investimenti). A livello di utile netto, meno oneri finanziari consentono un incremento del 10% circa a 23 milioni di euro.
- Dal punto di vista finanziario, LP ha mantenuto un debito stabile nel 2014. Con un cash flow di circa 27-28 milioni di euro, e dividendi pagati per circa 6 milioni, la parte rimanente sono andati in investimenti (9 milioni) e assorbimento di capitale circolante (11 milioni, con il magazzino che cresce di 16 milioni di euro). Ne risulta un debito di 277 milioni di euro, che corrisponde a quasi 6 volte il MOL, anche se chi legge ben sa che non è questo il rapporto da guardare: infatti la “copertura” del magazzino sul debito cresce da 1.7 a 1.8 volte.
- Il capitale investito sale così a 624 milioni di euro, con un ritorno sul capitale di circa il 7%, il miglior livello tra le aziende del settore, ancora una volta.