[wp_bannerize group=”ADSENSE”]
Constellation Brands ha stupito una volta in più gli investitori concludendo l’anno fiscale a Febbraio 2018 con risultati record guidati dalla divisione birra. Il titolo in Borsa ha chiuso questo venerdì in rialzo del 3% a 228 dollari per azione, che significano un valore di mercato di 46 miliardi di dollari. Tornando ai dati 2017, all’utile per azione di 8.72 dollari (+29% sul 2016 o Febbraio 2017), quindi ben sopra la forchetta più volte rivista al rialzo di 8.4-8.5 dollari, si aggiunge un’indicazione altrettanto rassicurante sul presente anno fiscale (Febbraio 2019) di 9.4-9.7 dollari. La forchetta indica una crescita ulteriore tra l’8% e l’11%. Da dove arriva? Ma dalla birra, certamente, che è prevista avere una crescita tra il 5% e il 10%, mentre la divisione vino dovrebbe continuare a un passo del 3-5%, quindi simile al dato organico del 2017 (+3%). Piove poi sul bagnato: la riforma fiscale americana sta aggiungendo ulteriore benzina al motore di Constellation Brands: l’aliquota fiscale di gruppo dovrebbe scendere ulteriormente al 18-20% dal 20-25% normalizzato degli anni scorsi.
Tornando ai numeri, non sono semplicissimi da leggere. Nel 2017 la crescita organica delle vendite è stata del 3% nel segmento vino e del 10% nel segmento birra, mentre l’utile operativo prima delle componenti straordinarie è stato stabile nel segmento vino (pur subendo la vendita dell’attività canadese) ed è invece cresciuto del 20% nel segmento birra. L’azienda ha cominciato a pagare dividendi ricchi (400 milioni) e ha ricomprato azioni per un miliardo di dollari. Tutto questo, insieme ai pesante investimenti (oltre 1 miliardo di dollari) hanno comportato una crescita piuttosto significativa del debito che comunque è rimasto nell’intorno di 4 volte l’EBITDA.
Passiamo a commentare qualche dato.
Le vendite sono cresciute del 3% a 7.6 miliardi di dollari nell’anno e dell’8% nell’ultimo trimestre.
Concentrandoci sul quarto trimestre, le vendite di birra sono cresciute in termini organici del 12%, con una crescita uguale dell’utile operativo.
Nella parte vino e spirits, che più ci interessa, l’ultimo trimestre ha visto una ripresa della crescita organica all’8%, che ha consentito di chiudere l’anno a +3%. Vi ricordo che le vendite di vino calano nell’anno del 6% a 2.9 miliardi di dollari ma da questo dato va dedotto l’impatto di 311 milioni della vendita del vino canadese e circa 50 milioni di acquisizioni (Prisoner e altre piccole operazioni).
I dati di mercato indicano vendite di 59 milioni di casse di vino nel 2017, di cui 55 negli USA. Proprio in questo mercato nell’ultimo trimestre le vendite sono cresciute dell’1.4% mentre le “depletions” quindi le vendite al dettaglio sono cresciute del 2%, ribaltando il dato negativo del 2.5% del terzo trimestre.
Il margine dell’attività vino torna quindi al 27.4% come vedete dal grafico, il livello massimo storico. Nel 2018 l’azienda prevede nel segmento vino una crescita del 3-5% delle vendite e del 5-8% dell’utile operativo (mia libera traduzione del gergo inglese utilizzato nelle presentazioni).
La parte finanziaria l’abbiamo anticipata sopra: il debito cresce a 10 miliardi di dollari, caricato di 1.1 miliardi di dollari di investimenti, 350 milioni di acquisizioni, 1 miliardo di riacquisto di azioni e 400 milioni di dividendi. Nonostante tutto questo, il rapporto debito/EBITDA è rimasto praticamente invariato intorno a 4 volte.
Se siete arrivati fin qui…
…ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino
senza limitazioni o abbonamenti . La pubblicità e le sponsorizzazioni
servono per aiutare una missione laica in Perù . Per fare in modo che questo lavoro
continui e resti integralmente accessibile , ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco