LVMH – risultati primo semestre 2019

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Come potete leggere sui giornali, LVMH sta diventando una delle aziende più importanti d’Europa (con un valore di mercato di quasi 200 miliardi di euro) e la famiglia che detiene il 47% delle azioni (la famiglia Arnault) è classificata come la seconda più ricca del mondo. Ciò è frutto della strategia di crescita nel mercato dei beni di lusso, dove al marchio Louis Vuitton si affianca ora Christian Dior, che promette (anzi già sta facendo) faville. Ma anche la divisione vino e cognac fa la sua parte e ricopre un ruolo centrale nella strategia del gruppo. Infatti, l’azienda ha appena acquistato Château du Galoupet in Provenza, entrando nel segmento dei vini rosati di alta qualità. Il primo semestre è stato caratterizzato da volumi in crescita del 3% e da un fatturato a +5% prima dell’impatto dell’acquisizione e dei cambi. Mettendo tutto insieme esce un +9.5% che è il risultato migliore da due anni a questa parte ed è stato ottenuto con un andamento particolarmente positivo del mercato nordamericano (passato dal 33% al 36% del fatturato totale). I margini sono in leggero calo, ma pur sempre su livelli molto elevati, e il contributo del Cognac e degli spiriti continua a crescere, superando il 60% delle vendite e il 70% degli utili nella prima parte dell’anno (contro il 50% del secondo semestre). Passiamo a una breve discussione dei dati.

 

  • Il fatturato della divisione vino e spiriti cresce del 9.5% a 2.5 miliardi di euro, per un volume di 99 milioni di bottiglie vendute (+3%). Per area geografica, la Francia riduce il suo peso dal 5% al 4% delle vendite, l’Europa resta al 15%, gli USA come dicevamo passano dal 33% al 36%, Asia e Giappone restano al 27% e 6% rispettivamente e il resto del mondo cala dal 14% al 12%.
  • Nello specifico le vendite della divisione vino e Champagne sono in crescita del 6.3% a 960 milioni di euro per un volume di vendite di 24.4 milioni di bottiglie di Champagne (-2%) e di 15.3 milioni di bottiglie di vino fermo (stabile).
  • Il margine della divisione scenda dal 32% al 31.1% da semestre 2018 al semestre 2019, il che riduce a +6% la crescita dell’utile operativo. In realtà si tratta di una diluizione del margine sul cognac e sugli spiriti visto che la parte Champagne/vino passa dal 21.8% al 22.3%, ritornando al livello del primo semestre 2017 e mettendo a segno una crescita del 9% a 214 milioni di euro.
  • Come dicevamo gli investimenti continuano e raggiungono quota 112 milioni nel semestre (108 milioni dell’anno scorso). Il capitale investito, anche a causa dell’implementazione di IFRS 16 (un giorno dovremmo affrontare questa tragedia che i burocrati ci hanno inflitto) sale a 15.3 miliardi di euro, per un ritorno sul capitale che cala leggermente dall’11.3% di fine anno scorso all’11%.
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Fondatore e redattore de I numeri del vino. Analista finanziario.

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