Mercati e consumo


La classifica dei grandi marchi di vino nel mondo Liv-Ex – aggiornamento 2024

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Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.

La classifica dei marchi del vino “top 100” redatta da Liv-Ex presenta diverse sorprese nella sua edizione 2024, anzi forse meglio dire una specie di rivoluzione. La vetta della classifica è conquistata da un vino non francese per la prima volta da quando la guardo (2010), ossia Vega Sicilia, con due marchi italiani, Gaja e San Guido-Sassicaia, al secondo e terzo posto. La seconda cosa importante da dire è che emergono i vini italiani, che negli anni recenti erano stati 13-14 (con un picco di 17 nel 2020) e che nel 2024 sono ben 22. Anche la Spagna, di solito presente con 1-2 vini, passa a 3 referenze. La terza cosa è da notare è che i prezzi di questi vini stanno scendendo, media aritmetica del 6%, più elevata per i vini francesi (in calo tra il 6% e il 9%) e meno elevata per quelli italiani per esempio (-3%), con addirittura i vini spagnoli che crescono del 4%.

Prima di addentrarci ulteriormente nei numeri (e ci sarà un secondo post specificatamente dedicato ai vini italiani), una considerazione personale. Quando ho guardato alla nuova classifica ho pensato: “finalmente una classifica di vini da bere”. Ho già bevuto (e qualche volta comprato) Vega Sicilia, Sassicaia, un Barbaresco di Gaja, un borgogna di Drouhin e via dicendo. Se guardo alla classifica di qualche anno fa era capitanata da marchi inarrivabili, con prezzi per cassa superiori alle 10mila sterline. La media dei top-10 del 2024 è 3355 sterline per 12  bottiglie ovvero 330 euro per bottiglia, tanto ma non impossibile, quella del 2023 era 373 a bottiglia ma nel 2022 era a 1400.

Bene, fatte queste considerazioni passiamo a un’analisi più approfondita della classifica, che come sapete tiene anche conto del peso di questi marchi sul monte di transazioni che Liv-Ex fa (e che qui non abbiamo incluso nella base dati), oltre alla performance e al prezzo. Continua a leggere »

Nuova Zelanda – produzione e consumo di vino – aggiornamento 2024

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La New Zealand Winegrowers Inc ha pubblicato il rapporto annuale 2024, con dati aggiornati al mese di giugno. La vendemmia in Nuova Zelanda, come vedremo anche per il resto del mondo, è stata una delle più scarse in termini di volumi degli ultimi anni. In particolare si sono prodotti 2.8 milioni di ettolitri di vino, contro i 3.6-3.8 dei due anni precedenti. Ma forse l’aspetto più preoccupante è il calo costante del consumo di vino da parte dei locali, sceso nel 2024 a 15 litri totali, metà di vino autoctono e metà di vino importato. Lo dico perché moltiplicando i 7.5 litri per gli abitanti in età di bevitori si arriva a 400mila ettolitri, quindi una percentuale della produzione di vino del 15% circa di una cattiva annata. E questo rende ancora più importanti le esportazioni, visto che la base di vigneto non accenna a crescere, anzi: nel 2024 si sono aggiunti altri 500 ettari, con una concentrazione sempre più spinta sul sauvignon, che ormai copre 28mila dei 42mila ettari totali. Vi lascio al resto del post con ulteriori commenti, grafici e tutti i dati riassuntivi.

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I principali ecommerce italiani di vino – dati 2023

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L’ecommerce di vino ha subito un secondo anno di “ridimensionamento” delle vendite dopo il boom relativo al Covid. Le 5-6 aziende analizzate in questo post hanno subito un calo del 7-8% del fatturato nel 2023 (-12% escludendo l’exploit di Bernabei) rispetto al 2022 e hanno subito una perdita cumulata di circa 18 milioni di euro, contro i 16 del 2022, pur mettendo ricorrendo a misure molto drastiche di taglio dei costi operativi e ristrutturazione dell’attività. La strategia seguita da tutte è stata quella di cercare di limitare le perdite, anche con un incremento del margine lordo, in particolare per Vino.com che si è portata al di sopra di tutte, e con l’eccezione di Berbabei, che è il chiaro “outlier” nell’analisi, essendo l’unico con un fatturato in crescita (+24% a 28 milioni), fonte dell’espansione dell’attività in nuove nicchie ma anche di un deciso cambio di passo nei prezzi, tale da ridurre il margine sulle vendite dal 28% del 2022 (perfettamente in media con gli altri operatori) al 19% del 2023.

Ultima annotazione prima di addentrarci nei dati, con tabelle e ulteriori grafici, due aziende hanno ricevuto ulteriori contributi dai soci nel 2023, stiamo parlando di Vino.com (4 milioni) e Tannico (10 milioni).

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Vendite al dettaglio di vino (GDO Italia) – dati Circana, primi 9 mesi 2024

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Un’estate tranquilla per il mercato del vino. Le vendite trimestrali nella GDO sono cresciute dell’1.3% a 727 milioni di euro, con una leggera differenza a favore degli spumanti e molte delle tendenze già viste nei trimestri precedenti: i vini rosati che crescono più dei bianchi, a loro volta meglio dei rossi e i vini IGT meglio dei DOC. Queste “divaricazioni” che vedete nei grafici sono partite all’inizio del 2022, forse quando siamo usciti dai problemi del Covid. Una novità che sembra piano piano imporsi è invece nei vini spumanti dove la corsa del Prosecco sembra essersi esaurita verso la fine del 2023 e cominciamo a vedere un andamento più positivo per gli spumanti metodo classico. Per chiudere e per non lasciare indietro niente: si beve sempre di meno: -2% nel terzo trimestre e -1.5% nei 9 mesi dell’anno. Se confrontato con il dato 2019, quindi pre-Covid, spendiamo a fine settembre 2024 il 15% in più e beviamo il 4% in meno, per un prezzo cresciuto del 20%.

Passiamo in rassegna nel resto del post i principali dati con tutte le tabelle riassuntive per categoria.

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La classifica della competitività per nazione vino – dati France Agrimer 2023

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Torniamo sulla competitività dei paesi produttori di vino, un’analisi proposta da FranceAgriMer che cerca di valutare una serie di fattori agricoli (potenziale di produzione, clima), aziendali (la competitività degli operatori, il portafoglio di marchi e l’equilibrio dei mercati) e macroeconomici (lo scenario del mercato domestico e la dinamica della filiera e degli investimenti pubblici). Lo abbiamo analizzato diverse volte in passato, e nella tabella e grafici trovate appunto il confronto con il passato.

La Francia è in cima alla lista, davanti (di poco) all’Italia, poi viene la Spagna. Per intenderci, nel 2020 era davanti l’Italia, nel 2018 e 2019 la Francia, nel 2017 l’Italia. Diciamo che lo studio dice chiaramente che il sistema francese vince per i fattori aziendali, ossia aziende in grado di competere, marchi e equilibrio del mercato (Italia seconda), mentre l’Italia eccelle per le sue caratteristiche “agricole” e gli USA sono chiaramente davanti a tutti quando si parla di mercato interno e macroeconomia. Lo studio è interessante, non tanto per il dato totale in se, quanto perché mette in fila i grandi paesi produttori di vino su aspetti particolari, mettendo in luce i punti di forza e di debolezza.

Nel resto del post trovate grafici e la tabella riassuntiva dell’analisti 2023, che si riferisce in realtà a una base di dati 2022, quindi non ancora totalmente usciti dalla pandemia.

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