Mercato e consumi


Esportazioni di spumante Italia – aggiornamento primo semestre 2020

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Come accennavamo un paio di giorni fa, la combinazione di esposizione geografica (Regno Unito) e tipologia di consumo/posizionamento (ristorazione e bar più importanti nel mix di vendite) hanno creato delle condizioni difficili per i nostri spumanti, che sono calati dell’8% a 631 milioni di euro. Anche se i dati negativi sono negativi e basta, bisogna però considerare il contesto e anche cosa hanno fatto gli altri grandi paesi esportatori di spumanti: la Spagna è calata del 15% (rispetto a dati non eccitanti come lo sono stati i nostri nel recente passato), mentre in Francia lo Champagne ha subito un calo a dir poco fragoroso (-30%) e gli altri vini spumanti sono comunque calati dell’11%. Il nostro cavallo di battaglia, il Prosecco, resta in crescita nella maggior parte dei mercati. Il -4% del primo semestre sconta la debolezza nel Regno Unito. Passiamo ai dati.

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Esportazioni di vino italiano – aggiornamento primo semestre 2020

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Dopo il tonfo di Maggio (-24%) le esportazioni di vino italiano riportano un ulteriore calo del 4% in giugno. Il quadro dei primi 5 mesi dunque non si aggrava ulteriormente, anche grazie a una base di confronto molto meno sfidante (giugno 2019 segno un calo dell’8%, contro il +6% di maggio). Il dato finale secondo ISTAT è di esportazioni in calo del 4.1% a 2892 milioni di euro. Due sono le aree di debolezza che si possono riscontrare in questi dati: primo, l’andamento in alcuni paesi dell’Europa continentale; secondo, i vini spumanti che dopo aver “guidato” la crescita del nostro export stanno calando più velocemente (-8%) a causa della loro maggiore esposizione al canale della ristorazione, al consumo nei bar e, geograficamente, all’area del Regno Unito. Dando un piccolo sguardo fuori dai confini, non ci dobbiamo però lamentare. Se è vero che gli spagnoli sono andati più o meno come noi, è vero anche che i francesi hanno fatto un vero e proprio buco, con un calo del 21% delle loro esportazioni, che sarà oggetto di commento in un post dei prossimi giorni. Passiamo a commentare i dati.

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Nuova Zelanda – produzione e consumo di vino – aggiornamento 2020

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I super organizzati neozelandesi continuano a espandere il loro potenziale produttivo piantando in proporzioni 60/40 Sauvignon Blanc e qualche altro vitigno (Pinot Nero, Grigio e Chardonnay, a occhio). Il problema è che il lor è un piccolo mercato, e soprattutto non cresce più. Il grafico qui sopra è molto eloquente. Nel 2019/20 2.9 milioni di ettolitri dei 3.0-3.3 prodotti (2019 e 2020 rispettivamente) sono usciti dai confini. I neozelandesi non mostrano particolare attenzione al vino in genere, mantenendo un consumo pro-capite di 18.3 litri, in calo rispetto agli oltre 20 litri che abbiamo censito negli scorsi anni. E intanto le aziende, anche grazie alla graduale svalutazione del cambio, aumentano le loro dimensioni e i loro incasso. Con 56 ettari vitati per azienda vinicola, la Nuova Zelanda è veramente “Nuova” sotto questo punto di vista. Passiamo a commentare qualche dato.

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Spagna – esportazioni di vino – aggiornamento primo semestre 2020

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La Spagna è il primo esportatore che analizziamo sui primi 6 mesi dell’anno. I dati, ovviamente negativi, sono di difficile lettura con una forte volatilità tra i diversi mercati. Nel caso della Spagna, intorno a questo -7% che non sembra così negativo ma che si confronta con un 2019 già negativo, ci sono alcune sorprese come il +10% registrato nel Regno Unito e il +35% dei Paesi Bassi che si mischiano con il crollo del 15% nel mercato americano e del 40% in quello cinese. Nei numeri generali questi 6 mesi hanno cancellato i progressi fatti nei 5 anni precedenti dal vino spagnolo e sembrano ben più gravi dell’andamento italiano, che fino a fine maggio registrava un calo contenuto al 4%. Non saremo molto distanti. L’analisi per categoria conferma invece come gli spumanti, più legati alle occasioni di consumo fuori casa sono stati più colpiti rispetto ai vini fermi. Passiamo all’analisi dei dati.

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Cina – importazioni di vino 2019 e primo semestre 2020

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Non so se cominciare dalla fine (primi 6 mesi 2020) o dall’inizio (2019), ma fa poca differenza. Le importazioni di vino in Cina sono crollate del 31% nei primi 6 mesi del 2020 per le ovvie ragioni legate al COVID, ma il commento non sarebbe stato molto diverso se ci fossimo occupati delle importazioni 2019, che sono pur sempre calate del 9%. E il segno non sarebbe stato diverso neppure nel 2018, quando la correzione è iniziata. La Cina sta passando dunque da grande promessa che ha riempito pagine di commenti e proposte a un vero e proprio grattacapo. Non tanto per l’Italia, che in Cina non ha in verità mai sfondato, ma per i francesi, che nel 2019 hanno perso la leadership a favore degli australiani, causa un crollo del 30% delle esportazioni. Va detto che nel 2020 non hanno da sorridere nemmeno i nostri amici australiani, anzi: pur mantenendosi meglio della media siamo sempre a -21% e la Cina è molto più importante per gli australiani che non per i francesi o per noi italiani. Comunque, restiamo a questi dati che purtroppo sto pubblicando in ritardo un po’ per colpa mia e un po’ per i ritardi sui databasi liberi (UN Comtrade non ha ancora inserito il 2019 della Cina…).

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