Costi di produzione


Costi e margini dell’industria vinicola – aggiornamento 2012

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Non è più di due mesi fa che commentavamo queste tabelle prodotte da ISMEA dicendo che nel terzo trimestre, quello di apertura della campagna 2012/13, il prezzi all’origine del vino (quindi le materie prime dell’industria) si erano stabilizzate, portando così a un deciso miglioramento del clima di fiducia del settore. I dati del quarto trimestre, che ci consentono anche di fare un quadro della situazione dell’intero 2012, sono di nuovo improntati a un forte incremento dei cost i della filiera, che viene soltanto parzialmente scaricato sui prezzi di vendita, date le cattive condizioni del mercato interno (che pur sempre rappresenta quasi la metà del vino italiano). La novità è che a prendere a crescere sono anche i vini DOC/DOCG, a differenza del passato dove il fenomeno aveva riguardato soprattutto i vini da tavola. Il 2012 è quindi stato un anno con margini unitari veramente depressi, sotto il livello base dell’indice, che parte dal 2000. Va peraltro detto che l’onda di incremento dei prezzi di vendita è partita decisa soltanto verso metà 2011, mentre le materie prime hanno cominciato a crescere circa 6-9 mesi prima: da questo punto di vista, sempre che i rincari non continuino, siamo forse in un punto di minimo per i margini. Andiamo a vedere i numeri.

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Costi e margini del settore vinicolo – aggiornamento primi 9 mesi 2012

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Fonte: ISMEA

Il terzo trimestre è normalmente quello del “cambio campagna” per i vini, come ISMEA sottolinea nel suo commento. Si apre la nuova stagione e quindi la lettura dei dati diventa forse più interessante. Ancora più interessante è che i dati ci introducono a un possibile cambio di tendenza. Il principale commento di questo post degli ultimi trimestri è stato incentrato sull’incremento dei costi delle materie prime e sulla impossibilità per i trasformatori di trasferirlo interamente nei prezzi di vendita, soprattutto nel mercato italiano. Questo trimestre è il primo dove la situazione “non si deteriora più” in termini sequenziali, pur restando pesante se confrontata con l’anno precedente. Forse anche per questo motivo, e qui mi riferisco al primo grafico, l’indicatore di di fiducia nel settore ha segnato un valore positivo per la prima volta da diversi trimestri a questa parte, passando da un indice di -6 a un indice di +11. Entriamo nei dati.

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Costi e margini del settore vinicolo – aggiornamento primo semestre 2012

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Prezzi all’origine in continua crescita non completamente compensate dai prezzi di vendita, volumi di produzione in calo e prezzi dei mezzi di produzione che salgono in linea con l’inflazione. Risultato finale: la fiducia del mondo del vino italiano resta in calo anche nel secondo trimestre 2012. In questo post in realtà ci sono un paio di grosse novità rispetto ai precedenti, dato che sto cercando di ricostruire una serie storica sui prezzi di vendita e una specie di indice che prova a dare un’indicazione di massima sui margini (non assoluti ma unitari) che si realizzano nella fase agricola (trasformazione delle uve) e in quella più prettamente industriale e commerciale. Il risultato è abbastanza interessante, anche se “da prendere con le molle” perché particolarmente esemplificativo: il grafico l’ho messo alla fine così vi potete leggere tutto il post!

 

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Costi e margini del settore vinicolo – aggiornamento 2011-12

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ISMEA si è recentemente prodigata in un restyling del suo pezzo congiunturale sul settore vinicolo, con un deciso incremento delle informazioni relative al commercio estero. Purtroppo, sotto altri aspetti le interessanti informazioni trimestrali che ottenevamo sull’andamento delle vendite per esempio non sono più reperibili. Comunque, siamo riusciti anche con qualche stima “originale” de I numeri del vino, a ricostruire in modo dignitoso il quadro dei costi di produzione, dei prezzi di vendita e dei margini del settore. È fuori di dubbio che il settore “industriale” del vino è sotto pressione: i prezzi sia delle materie prime che dei mezzi di produzione sono in forte crescita, soprattutto nel segmento dei vini da tavola, mentre i prezzi di vendita non mostrano segnali altrettanto positivi. Secondo la nostra stima il margine “indice” del settore è sceso dal picco del 2009-10 di 135-140 circa a un livello di 110-115 nel 2011. Oltretutto, visto l’ulteriore balzo dei prezzi dei vini da tavola nel primo trimestre 2012, il margine potrebbe essersi ulteriormente contratto. Il tutto è frutto del calo produttivo, cui si associa un livello molto elevato dell’export. Essendo tale forbice non sostenibile, è presumibile che nel 2012 a fronte di un calo dei margini (vedi clima di fiducia in deterioramento) qualcosa dovrà succedere, presumibilmente attraverso una riduzione dei volumi di export. Passiamo in rassegna i numeri.

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