Fonte: ISMEA
Nei primi mesi del 2011 la forbice costi-prezzi ha continuato a chiudersi e, essendo una forbice (!), i margini dell’industria del vino sono calati in modo molto significativo. Chi vince? Beh, a guardare questi grafici (1) chi non deve comperare le uve ed e’ perfettamente integrato riesce presumibilmente a sopportare il calo continuo dei prezzi di vendita al dettaglio nel mercato nazionale; (2) chi esporta molto riesce probabilmente a beneficiare di una crescita cosi’ significativa da consentire di compensare i maggiori costi produttivi con un volume di attivita’ superiore. Il quadro generale vede per la prima volta calare l’indice di fiducia del settore vinicolo da 16.8 a 9.0.
Costi di produzione
Costi e margini dell’industria del vino – dati a settembre 2010
nessun commentoFonte: ISMEA
Il post sull’andamento dei margini della filiera vinicola e’ sempre uno dei piu’ seguiti sul blog. Quello relativo al terzo trimestre e’ piu’ interessante dei precedenti perche’ segna un significativo cambio di marcia: dopo una serie di trimestri caratterizzati da un incremento dei margini della fase produttiva rispetto a quella agricola, nel terzo trimestre 2010 e’ successo esattamente il contrario ed e’ capitato con una intensita’ tale da andare oltre alla normale debolezza stagionale dei margini di un terzo trimestre italiano (dove tutti stanno sulla spiaggia). E’ per questo che i grafici di questa volta non cominciano dalla “fiducia” rilevata con il sondaggio ISMEA ma bensi’ dai margini. Come potete vedere, secondo ISMEA, l’indice dei margini della filiera e’ sceso nel terzo trimestre a 110 (dato indice, 2000=100), con un crollo dal livello di 140-145 a cui era rimasto per quasi due anni, salvo una eccezione proprio nel terzo trimestre dell’anno scorso. Nonostante questo, che e’ a mio avviso un dato molto negativo, il clima di fiducia continua a migliorare, con un valore positivo crescente. Da cosa deriva il calo dei margini. Ci sono 3 effetti combinati.
Costi e margini dell’industria del vino – primo semestre 2010
1 commentoLa previsione fatta a maggio commentando i dati del primo trimestre di ISMEA relativamente ai margini in calo si e’ dimostrata corretta: le materie prime hanno smesso di scendere, il costo dei mezzi di produzione continua leggermente a calare e i prezzi di vendita si stanno ancora, seppur marginalmente, deteriorando. Detto che i margini restano molto interessanti, e’ difficile che il 2010 si presenti migliore del 2009 da questo punto di vista. Intanto, il clima di fiducia del settore vinicolo e’ in continuo graduale miglioramento, con un indice di +5.7 rispetto allo 0 del primo trimestre: il primo valore positivo da Settembre 2008 a questa parte. La conclusione e’ la stessa di tre mesi fa: i grandi sistemi mondiali si stanno trascinando a riliento, i prezzi della materia prima vino sembrano essere poco mossi e cosi’ accade anche per le materie prime petrolifere (che non sono oggetto delle recenti turbolenze di alcune materie prime alimentari); il mondo del vino e’ in mano all’andamento della prima linea, cioe’ del fatturato. Se dal punto di vista delle esportazioni le cose vanno bene, invece il mercato domestico continua a destare preoccupazioni.
Costi e margini dell’industria del vino – primo trimestre 2010
5 commentiGli indicatori dell’attivita’ del settore vino appena pubblicati da ISMEA portano alcune buone e alcune cattive notizie, unite a un umore in netto miglioramento: ora coloro che dicono che le cose miglioreranno sono in egual numero degli scettici. Tra le novita’ positive c’e’ senza dubbio quella dei margini. Anche nel Q1-2010 i margini sono rimasti molto elevati, come combinazione di una stabilita’ dei prezzi delle materie prime rispetto al trimestre precedente (e comunque in calo del 5.5% rispetto allo scorso anno) e a una leggerissima ripresa del costo dei mezzi produttivi (leggi ripresa del prezzo del petrolio).
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I costi di impianto e di produzione della vigna – studio Un. California 2009
5 commenti
Il testo completo dello studio e’ reperibile sul sito della UCDavis a questo link.
Il post di oggi va in una categoria molto seguita dai lettori del blog, che e’ quella dei costi di produzione del vino. Su questo argomento ho la sensazione che la suddetta universita’ americana sia una specie di oracolo in materia. Troverete sul sito una ampiezza di studi sia per localizzazione dell’azienda agricola potenziale che per periodo (il primo studio risale al 1938!!!, foglio scritto a macchina tradotto in PDF). Inoltre affrontano l’argomento costo di produzione sia considerando quanto costa mettere in piedi l’azienda (in questo caso di 35 acri, di cui 30 di vigneto ripiantato) quanto costa produrre uva dopo 3 anni, come cambia il costo in base alla resa produttiva e quanto puo’ essere il ritorno economico di tutta l’operazione. Cosa si conclude? Beh, di novita’ non ce ne sono. Lo studio ci dice quanto segue: (1) che i costi di mettere in piedi un’azienda vinicola, piantare il terreno e via dicendo sono molto rilevanti, circa ; (2) che il ritorno sull’investimento si vede dopo piu’ di 3 anni, quando la vigna comincia a produrre; (3) che il ritorno non e’ comunque molto elevato, perche’ il costo della terra impatta in modo molto significativo.