
La valutazione borsistica delle aziende vinicole assume quest’anno una valenza piuttosto strategica per l’Italia, dato che abbiamo appena assistito alla quotazione in borsa di IWB, veicolo di quotazione che consolida Giordano e Provinco (tra qualche giorno vi posterò un’analisi al riguardo), ma anche in vista dei recenti articoli di giornale relativi alla possibile quotazione di Masi Agricola, azienda leader del distretto dell’Amarone. Ebbene, seguendo un po’ il rafforzamento generale dei mercati borsistici, drogati dalle iniezioni di liquidità, possiamo certamente dire che anche nel 2015, come lo scorso anno si è assistito a un ulteriore apprezzamento delle valutazioni di mercato delle aziende vinicole, soprattutto per di taglia significativa. Dall’ultimo rilevamento, il leader mondiale Constellation Brands, che ormai genera una parte di utili grazie alla birra Corona, ha un valore di mercato di 16 miliardi di euro (aiutato anche dal recente apprezzamento del dollaro). La sua valutazione è pari a 22 volte gli utili attesi per l’anno corrente (2015), 4 volte le vendite (includendo il debito), 13 volte il MOL e 17 volte l’utile operativo. Questa è ben inteso la punta dell’iceberg, il leader. Anche le altre grandi, comunque, stanno a multipli più elevati dello scorso anno, mentre lo stesso non vale come accennavo sopra per le aziende della Champagne, che “soffrono” un andamento economico non esaltante, e per le quel paio di piccole aziende che abbiamo nel campione (per ora!). Andiamo a leggere insieme i numeri.