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I consumi di vino nel mondo – stima OIV 2013

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Quando si mettono in fila i numeri sul consumo mondiale di vino che vengono snocciolati da OIV c’e’ poco da divertirsi, perche’ nonostante tutta la rumba sull’incremento dei consumi di qualita’ nei mercati sviluppati e sul crescente consumo di vino nei nuovi mercati… i consumi di vino calano tutti gli anni, di poco ma calano. Quanto? Circa l’1% all’anno. Siamo arrivati a 239 milioni di ettolitri stimati nel 2013 contro circa 251 milioni di 5 anni fa, nel 2008.        Tra i 5 grandi mercati per il consumo noi siamo naturalmente quelli che ce la caviamo peggio, con un ritmo piuttosto preoccupante, -3.6% annuo, esattamente lo specchio della Cina che invece mostra una crescita del 3.7% annuo sul quinquennio. Il tutto ci porta a considerare che il mercato del vino e’ stato strutturalmente equilibrato negli ultimi anni (qualcuno ha addirittura ipotizzato che mancasse vino!). La verita’ e’ che in a         nnate come il 2013, dove la produzione supera i 270 milioni di ettolitri neanche considerando gli usi industriali del vino si arriva all’equilibrio. Penultima notizia: OIV vede consumi in calo in Cina. Ultima notizia: finalmente l’OIV ha sancito il sorpasso degli USA contro la Francia, nel 2013, quando nel 2012 i francesi avevano uno strano alquanto improbabile incremento dei consumi…

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Il valore della produzione di vino nel mondo – stima INDV 2013

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Dove sta il valore del settore del vino? Principalmente in Francia, per circa un terzo del valore globale. Di quanto cresce il valore della produzione di vino calcolato come prezzo “all’ingrosso”? Negli ultimi 9 anni di circa 1.1 miliardi all’anno. Chi si è accapparrato questo miliardo annuo di valore? Principalmente gli americani, i francesi e e gli argentini. L’Italia non l’abbiamo menzionata in questa prefazione. Non perchè i numeri che escono da questa analisi non siano lunsinghieri, ma perchè l’Italia è in una specie di via di mezzo, dove la sensazione è che si sono persi diversi anni (o per diversi anni il mondo del vino non si sia accorto di noi, chissà), mentre ora stiamo riguadagnando velocità. I numeri che analizziamo oggi sono frutto di una semplice moltiplicazione: gli ettolitri prodotti ogni anno per il valore medio per ettolitro esportato. Una grande assunzione: che il valore del vino esportato sia più o meno analogo a quello prodotto e consumato nel mercato domestico. Una piccola incongruenza, che la produzione di una annata sia esportata nel medesimo anno (non vero, soprattutto per i produttori dell’emisfero boreale). Detto questo, resta una classifica interessante, soprattutto nell’analisi delle tendenze di lungo termine. Guardiamo insieme i numeri allora.

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L’ira delle uve – il commento del Financial Times su TWE/KKR

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fonte: Lex Column del FT

Vi propongo oggi un interessante commento pubblicato sulla mitica pagina di commento del Financial Times, la “Lex column”, che tratta il tentativo di acquisizione di TWE da parte di un fondo di private equity (KKR). Il settore ha visto recentemente alcune operazioni da parte dei grandi players, di dimensioni limitate, ma che lasciano intendere un ritorno di interesse sul vino. Le recenti vicissitudini di alcuni prodotti nei mercati asiatici (leggi Cognac in Cina) stanno forse convincendo alcuni grandi players che il vino forse cresce un po’ meno ma garantisce una grande stabilità nei flussi di cassa e nei ritorni. Nel caso specifico di KKR su TWE si tratta di un classico caso di azienda con una gestione un po’ contraddittoria dove il private equity ritiene che ci siano opportunità di acquistare, ristrutturare e ottimizzare il business, magari aggiungerci un po’ di debito per ripagarsi lo sforzo dell’acquisto, e poi, tra qualche anno quando è di nuovo in forma e bella dimagrita (in tutti i sensi) rimetterla sul mercato di borsa. TWE ha naturalmente detto che l’offerta è troppo bassa, e immediatamente le azioni sono salite sopra il livello di AUS4.7 offerto da KKR. Come vi ricorderete TWE è il risultato della separazione di Foster’s che fa birra da TWE, che fa vino, per facilitare le fusioni con altri players. Foster’s è stata acquistata da SAB Miller, guardacaso dopo un’offerta simile, inizialmente rifiutata, a poi accolta in seguito a un rilancio a un prezzo più elevato. Succederà la stessa cosa con TWE. Secondo il FT succederà, e se non sarà KKR sarà qualcun altro! Buona lettura… Continua a leggere »

Produzione di vino nel mondo – aggiornamento OIV 2013

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Nella sua revisione semestrale della produzione mondiale, OIV ci presenta un quadro leggermente peggiorativo rispetto a quello di ottobre, relativamente alla produzione 2013, stimando su quantitativo di 277 milioni di ettolitri (contro i 280 milioni di ettolitri precedenti). Diciamo subito che il quadro vede confermato il primo posto dell’Italia nella produzione a volume con 44.9 milioni di ettolitri, ma vengono riviste al ribasso le previsioni di crescita della Francia (da 44 a 42 milioni di ettolitri) e incrementate quelle della Spagna (da 40.0 a 42.7 milioni di ettolitri). La Spagna per la prima volta si porta al secondo posto nella classifica della produzione mondiale: nonostante l’ampio ricorso agli espianti, l’aumento dell’irrigazione delle vigne ha prodotto questo risultato. Prima di passare al dettaglio per nazione, vi faccio notare che l’OIV ha finalmente incluso in questa pubblicazione anche la Cina, che con 11-12 milioni di ettolitri ha tutto il diritto di far parte del novero dei paesi sotto stretta osservazione.

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Le esportazioni di vino nel mondo – aggiornamento 2013

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Con un po’ di ritardo rispetto alla tabella di marcia degli anni scorsi, analizziamo oggi l’andamento dell’export di vino 2013 per i 9 principali paesi esportatori nel mondo. Il quadro che ne esce è chiaramente positivo per l’Italia, che si riprende il primo posto nel mondo come esportatore in volume (mentre nel 2012 la Spagna aveva superato l’Italia di 0.4 milioni di ettolitri), mentre resta saldamente al secondo posto nella “vera” classifica, quella in Euro, con 5 miliardi di export, sopratutto con una crescita superiore a quella di  tutti gli altri paesi eccetto USA e Sud Africa. In altre parole, l’export italiano ha costantemente guadagnato terreno nei confronti della Spagna e, recentemente, nei confronti della Francia. Se consideriamo che il valore del nostro export è cresciuto del 50% tra il 2006-07 e il 2013 (con in mezzo una crisi), gli obiettivi dettati dal Primo Ministro Renzi di raggiungere 7.5 miliardi di esportazioni, +50% rispetto al livello attuale, non sono così campati per aria: a questo ritmo potremmo arrivarci intorno al 2020…

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