Australia/NZ


Australia – esportazioni di vino, aggiornamento 2013

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Esiste una chiara proporzione tra la bontà dei dati di export e la qualità dei comunicati stampa di Wine Australia. Infatti i dati di fine 2013 dell’export australiano mostrano una ulteriore accelerazione del declino dell’export che soprattutto guardando i valori risulta quasi incomprensibile alla luce del forte indebolimento della valuta australiana (cioè un dollaro americano o un euro di vendite di vino australiano tradotte in dollari australiani sono del 8% e del 12% rispettivamente di più in media nel 2013 che nel 2012, addirittura dell’16% in più se si guarda alla seconda parte del 2013 rispetto all’euro). Nessun numero è buono: il valore scende del 5% nel 2013 accelerando rispetto al ritmo del -3% di fine giugno 2013, il volume cala del 6%, accelerando rispetto al -2% di giugno, la quota di export di vino imbottigliato continua a calare, e stimiamo sia ormai al 43% circa del totale. Andiamo a commentare i pochi dati rilasciati, tra cui alcuni siamo stati costretti a stimarli (con buona approssimazione…).

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La classifica dei grandi marchi di vino nel mondo – aggiornamento 2013

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La classifica annuale dei grandi marchi del vino di qualità redatta da Liv-ex contiene molte sorprese, alcune delle quali legate alla metodologia di redazione della classifica, dove hanno cambiato i pesi dei vari parametri. Diciamo subito che è una classifica redatta da un trader di vini, e quindi il trading è molto pesante nella redazione della classifica, insieme all’andamento del prezzo. La classifica di quest’anno dicevamo porta con se diverse sorprese, la prima delle quali che non è un Premier Cru di Bordeaux oppure il Domaine de la Romanee Conti) a guidare la classifica. Il crollo dei prezzi dei grandi Bordeaux ha portato in cima alla classifica le seconde scelte. Intendiamoci, la classifica è sempre dominata da Bordeaux, che piazza dal primo al nono posto suoi vini. La classifica appare molto focalizzata sulla Francia, che occupa più posizioni di quante ne abbia mai avute, a discapito dei vini Italiani (da 9 a 7 marchi) e dei vini del resto del mondo (da 6 a 4, mai erano stati così pochi). Per quanto riguarda gli italiani, esce dalla classifica Gaja che sempre era stato presente (dal 2010 a questa parte almeno), Roberto Voerzio, Tua Rita, Solaia, mentre entrano due cantine, Bruno Giacosa (al n.40) e la Fattoria le Macchiole (al n. 90). Andiamo a vedere i dati.

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Il valore dei vigneti nel mondo – studio Knight Frank 2013

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Knight Frank è un’azienda che si occupa di stilare rapporti sul mondo del lusso e a partire dal 2013 ha deciso che sarebbe stato opportuno dedicare un rapporto separato per le tenute vinicole, chiamato “Global Vineyard Index”. Queste tenute sono definite come quella via di mezzo tra la vigna sufficientemente grande da produrre vino anche da vendere ma non abbastanza grande da interessare i grandi operatori del mondo del vino.

Ebbene, secondo il rapporto a giugno 2013 il valore di queste tenute era cresciuto del 6% a livello mondiale rispetto all’anno precedente. A guardare l’andamento delle aziende del lusso, questo valore appare comprensibile. La seconda cosa che dice il rapporto è che il mercato dove i prezzi sono saliti maggiormente sono Mendoza, in Argentina,  e in Toscana. Su quest’ultima conclusione qualche dubbio io ce l’ho, ma in queste poche righe vi riporto le conclusioni del rapporto che potete facilmente trovare su internet. Terzo, dall’analisi dei dati è evidente come i valori fondiari siano in crescita in generale nelle aree extraeuropee, quando invece in Europa e in particolare in Francia sono stabili o addirittura in declino (eccezion fatta per la Toscana, appunto). Quarto e ultimo, la Francia è il mercato più aperto agli stranieri (insieme alla Toscana), in termini di % di acquirenti di tenute vinicole, quando invece in Piemonte soltanto il 10% delle transazioni viene fatto con una controparte estera.

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Nuova Zelanda – produzione, superfici e settore vino – aggiornamento 2013

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La mancanza di vino derivante dalla scarsa vendemmia in Nuova Zelanda del 2012 si sono fatti sentire sui dati di export e di consumo 2013, che analizziamo oggi insieme alla vendemmia che invece nel 2013 è tornata su livelli allineati alle aspettative. I dati del New Zealand Wine sono stati aggiornati per il 2012 e per il 2013, soprattutto per le superfici. Troverete quindi qualche numero diverso da quello pubblicato lo scorso anno di questi tempi. Se il 2013 è stato difficile per le esportazioni neozelandesi in volume (ma non in valore e in valuta locale, dato ancora in leggera crescita), il 2014 promette di essere del tutto diverso. Questo, perlomeno, è il messaggio del rapporto, dove si parla anche della spinta del prodotto in nuovi mercati, particolarmente quelli del Nord Europa, dove l’Italia ha un importante mercato. Guardiamo i dati insieme.

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La classifica dei marchi industriali del vino – The Power 100 drink brands 2013

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Siamo al secondo aggiornamento di questa classifica redatta da Intangible Business, pubblicata ogni anno, e relative ai maggiori marchi mondiali del settore delle bevande alcoliche. Principalmente super-alcolici, chiaramente. Primo il  Johnnie Walker, poi la Vodka Smirnoff, poi il Martini e via con il Cognac e il resto. Il primo brand del vino, che lo scorso anno era Gallo, diventa Moet et Chandon, che occupa la sedia numero 16, mentre Gallo appunto scende dal 14esimo al 18esimo posto. Prima di guardare la classifica e cercare di capire come si è formata, forse vale la pena di fare una considerazione, che già avrete letto qui: non ci sono brand italiani nel mondo del vino in questa classifica. Ci sono quelli francesi, americani, australiani, cileni, persino spagnoli, ma non italiani. Attenti, qui non stiamo parlando di Ornellaia, Bruno Giacosa o Gaja. Qui stiamo parlando di marchi di livello mondiale con volumi significativi che assumono una rilevanza industriale. Passiamo ai dettagli.

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