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I consumi di vino nel mondo – stima OIV 2011

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Dunque, l’anno scorso mentre commentavo i dati sui consumi di vino “teorizzavo” che il 2011 sarebbe stato l’anno del sorpasso degli USA sulla Francia. Ora, questi dati chiaramente mi smentiscono, perché, e questo è il punto del post, sembra che in Francia si siano sforzati a bere di più per non essere sorpassati. Eppure, sembrava esserci una tendenza: 33 milioni di ettolitri nel 2006, poi 32, 31, 29 (crisi), 28… e bum! Di nuovo 30. Esiste una corrente di pensiero, gli “scettici”, che dicono che non si possono fare previsioni perché avendo a che fare con la natura umana le reazioni sono imprevedibili e quello che ti sembrava normale ieri potrebbe non esserlo oggi. Ma qui siamo di fronte a un vero e proprio “caso del tacchino nel giorno del ringraziamento”, il quale si abitua a mangiare tutti i giorni “gratis”, ma un certo giorno invece di nutrirlo il padrone lo trasforma in un pasto. Bando agli scherzi, la seconda conclusione più seria è che secondo OIV (toh, è basata a Parigi), i consumi di vino non si schiodano da 240 milioni di ettolitri e che i 10 milioni di ettolitri perduti durante la crisi non sono stati per ora recuperati… E poi guardate bene il grafico qui di sopra con i consumi pro-capite contro la dimensione del mercato: se i francesi non sono passati dietro agli americani quest’anno lo fanno il prossimo anno (sarò smentito di nuovo)?

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Produzione mondiale di vino 2011 – aggiornamento OIV

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Con l’aggiormanento OIV pubblicato a marzo, il quadro sulla produzione di vino nel mondo nel 2011 è diventato piuttosto stabile. Che cosa è successo? Beh, in primo luogo si ripropone un tema di stabilizzazione tra la quota produttiva del vecchio e del nuovo mondo. In secondo luogo, si può ora dire che l’Italia è il paese con la produzione più bassa rispetto alla sua media quinquennale, a -14%, mentre la Francia è al contrario il paese con la produzione più alta rispetto alla sua storia recente, l’8% in più. La terza considerazione importante è che il Cile ha subito un calo degli ettolitri prodotti: se sommiamo questo calo alle difficoltà a esportare a causa del cambio forte, probabilmente Concha y Toro potrebbe avere qualche problemino nel 2012. E infine, ma oramai è un concetto molto chiaro, la produzione mondiale di vino non cresce più… (come i consumi).

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Le esportazioni di vino nel mondo – aggiornamento 2011

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Aggiorniamo oggi questo importante post che fornisce un quadro generale sul commercio estero mondiale di vino e che ci consente di mettere in un giusto contesto anche l’andamento dell’Italia. Per arrivare al dunque, se sommiamo i dati degli 8 grandi esportatori mondiali di vino (in euro), arriviamo a un magico +12% nell’andamento dell’export a valore del 2011 e un +5% come crescita annua sugli ultimi 5 anni. L’Italia sta leggermente sopra entrambi questi numeri: +12.6% nel 2011, +6.4% annuo sugli ultimi 5 anni. Da questo punto di vista, l’andamento dell’export italiano e’ stato migliore di tanti altri paesi (Australia giusto per citare il piu’ importante), ma certamente non si e’ trattato di un exploit. Tutti sono cresciuti, e molto, nel 2011. Soprattutto la Francia, che pur esportando molto piu’ che l’Italia e’ riuscita a mettere a segno un incremento del 13.3% nel 2011.

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La valutazione delle aziende vinicole quotate – febbraio 2012

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E’ il momento di aggiornare la situazione borsistica delle aziende vinicole quotate. Quest’anno ho “cambiato” un po’ la struttura del post e anche il fornitore di informazioni, che e’ diventato Factset, un’azienda che raccoglie le stime del mercato e produce direttamente i multipli borsistici. Conclusioni: (1) esiste un effetto dimensione, per il quale le grandi aziende hanno multipli piu’ alti; (2) le aziende della Champagne restano a premio sulle altre; (3) i multipli storici del leader Constellation sono scesi al minimo storico.

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Treasury Wine Estates – risultati primo semestre 2011-12

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Treasury Wine Estates ha rilasciato i risultati a fine dicembre, corrispondenti ai primi 6 mesi. L’azienda ha continuato sul sentiero del miglioramento dei margini a discapito delle vendite (sotto pressione anche per via del cambio). Il margine prima dei costi centrali e’ leggermente migliorato ma in valore assoluto sono ormai 3 anni che l’azienda tra dismissioni, focalizzazione sui prodotti chiave e cambio sfavorevole ha utili che non crescono. La crescita c’e’ soltanto in Cina: peccato che si tratti soltanto di 0.5 milioni di casse su un totale di circa 17 milioni vendute in totale nel semestre.

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