Australia/NZ


Foster's separa le attivita' vinicole da quelle della birra

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Nella scia di una serie di annunci non proprio positivi relativi al mondo del vino, Foster’s ha annunciato giusto due giorni una operazione straordinaria che mira a separare le attivita’ vinicole da quelle relative alla birra. Questa decisione e’ stata accolta con grande entusiasmo dagli investitori (+7.3% in Borsa, che di questi tempi e’ oro), nonostante l’azienda abbia annunciato un ulteriore “impairment” di 1.1-1.3 miliardi di dollari australiani per l’unita’ vino. Per chi non si intende di questa strana cosa, ricordo che tutte le aziende devono valutare le loro attivita’: se in base a questa valutazione (molto soggettiva) si scopre che il valore attuale e’ inferiore a quello scritto nel bilancio si fa l’impairment, cioe’ si taglia il valore. Trattandosi di valutazioni soggettive, quando cio’ succede significa che il valore e’ veramente molto piu’ basso. In altre parole Foster’s “ammette” che alcune acquisizioni/investimenti fatti negli ultimi anni sono stati mal riposti. Vi ricordo anche che non e’ la prima svalutazione che viene effettuata: negli ultimi anni c’erano state ulteriori revisioni di valore per circa 800 milioni di dollari australiani.



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Le esportazioni 2009 dei principali paesi produttori di vino

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Oggi provo a fare un breve riassunto dell’andamento dell’export 2009 dei principali paesi del mondo, a valle dei dati sull’export americano. Come sottolinea anche OIV il 2009 e’ stato il primo anno in cui il commercio mondiale di vino e’ sceso. In questo campione che include Francia, Italia, Spagna, Australia, Cile, USA, Sud Africa e Argentina, il calo e’ stato del 2% per i volumi e dell’11% per i valori, espressi in euro. In questo contesto discendente, l’Italia diventa il leader indiscusso nei volumi esportati con 19.5m/hl, mentre rafforza la sua posizione di n.2 del mercato mondiale del vino dietro la Francia. Una posizione, questa, che difficilmente sara’ migliorata (i francesi fanno il 60% piu’ di noi con il 23% di volume in meno) o minacciata (dietro di noi vengono spagnoli e australiani che hanno ben pochi motivi per sorridere). Quindi tutto sommato le esportazioni italiane sono andate bene relativamente al resto, un pochino aiutate anche dal rafforzamento del dollaro. Il problema dell’Italia e’ che un vero n.2 dovrebbe essere anche un solido n.2 nella qualita’, cioe’ nel prezzo mix: in realta’ n.2 nel 2009 ci siamo diventati grazie al crollo piuttosto eclatante degli australiani e nonostante le nostre stesse esportazioni siano calate come prezzo mix; siamo pero’ sotto la minaccia di americani e argentini, che mostrano un trend ascendente.



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Produzione di vino nel mondo 2009 – aggiornamento OIV

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OIV ha pubblicato l’aggiornamento sulla produzione di vino 2009 nel mondo (il precedente era datato ottobre 2009). La situazione non e’ cambiata in modo significativo rispetto a quanto dichiarato in Ottobre, e cioe’: la produzione di vino 2009 e’ stata stabile rispetto al 2008, con dei picchi produttivi (rispetto all’anno precedente) in Francia, Cile e USA e una significativa contrazione in Spagna. Qualche novita’ c’e’ pero’ dal lato dei consumi: le indicazioni preliminari sul 2009 parlano di un calo di 7m/hl del consumo di vino che quindi si attesta a 237m/hl, un livello che considerando i 30m/hl di usi industriali (a patto che non siano calati, come io devo immaginare…), indica un mercato in perfetto equilibrio. Infatti, la produzione 2009 e’ stata stimata nell’ordine di 266 milioni di ettolitri.



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Foster's – strategia e risultati primo semestre 2008-09

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La divisione vini di Foster’s continua ad andare piuttosto male: nel corso del primo semestre 2009-10, i volumi sono calati ma, soprattutto, e’ crollato il margine. Oltre alla sovrapproduzione e alla tendenza dei clienti a scegliere prodotti meno cari adesso ci si e’ messo anche il dollaro Australiano, che si sta rivalutando pesantemente, rendendo cosi’ i prodotti di Foster’s meno appetibili sui mercati esteri. Siccome l’aziende e’ tutto meno che in grado di aumentari i prezzi per recuperare il rafforzamento della valuta, ne subisce in pieno l’impatto negativo (AU$83m a livello di utile operativo). La strategia del gruppo va comunque avanti: vendita di tutte le vigne e tenute non essenziali, focalizzazione su pochi marchi ben definiti in ciascun mercato, ristrutturazione dell’approccio alla distribuzione e maggiore azione diretta sui consumatori finali. Intanto, con i primi sei mesi dell’anno fiscale 2010, possiamo dire che il vino sta diventando sempre meno importante per il gruppo, dato che ha generato soltanto il 18% dell’utile operativo semestrale contro quasi il 40% di qualche anno fa. Per questo motivo, Foster’s sta continuando a cercare una soluzione per valorizzare la sua presenza nel settore vino: da tempo ormai si parla di una possibile fusione con AV (Australian Vintners).

Dal punto di vista strategico, un segnale di speranza viene da questo commento del management, che vi lascio virgolettato: ” On a positive note, the influence of the millennial generation is making its mark on the wine category and bodes well for the future, as this new demographic group of a little over 50 million consumers aged 21 to 29 have embraced wine at an earlier stage than their predecessors, and are experimenting with wines at higher price points, including imports.” Una volta di piu’, la conferma che per il vino uno dei mercati chiave saranno gli USA, anche dal punto di vista demografico e culturale.



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Esportazioni di vino australiano – aggiornamento 2009

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La questione australiana e’ stata toccata poche settimane fa e si riverbera nei numeri e nei commenti relativi alle esportazioni di vino a fine 2009. Diciamo subito che l’Australia ha smesso di emettere un report mensile completo di numeri per passare a un piu’ discorsivo documento trimestrale: siccome in questo documento di numeri ce ne sono pochi, non siamo in grado di alimentare la vecchia e molto utile serie di dati; quando i numeri cominciano a fare veramente male, meglio passare alle parole e a non scriverli proprio tutti… Che cosa e’ successo all’export australiano? Nel 2009 le esportazioni sono calate dell’8% in valore e cresciute del 10% in volume, con un conseguente calo del 16% del prezzo medio, sceso per la prima volta nella storia sotto i 3 dollari australiani al litro. Colpa del forte aumento delle vendite di vino sfuso, ma anche della crescente tendenza a imbottigliare nel mercato di destinazione invece che in quello di origine… Che cosa vedono nel futuro? La grande opportunita’ della Cina, che rappresenta ancora poco delle esportazioni (6%), ma che sta crescendo a un ritmo tumultuoso (+77% nel 2009).



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