Germania


Germania – mercato e consumi di vino – aggiornamento 2023

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[PS su suggerimento di un lettore ho fatto mettere alcuni grassetti nel testo dall’intelligenza artificiale, lasciando il mio testo invariato]

L’evoluzione del mercato tedesco delle bevande alcoliche ha mostrato un significativo deterioramento nel 2023, secondo i dati recentemente comunicati dal Deutsches Weininstitut GmbH nel suo rapporto annuale. Il consumo di bevande alcoliche è calato del 4% rispetto al 2022, toccando quota 115 litri pro-capite, con soltanto vini spumanti e superalcolici virtualmente stabili e perdite importanti sia per il vino fermo che per la birra.

Un aspetto importante da considerare è che i vini italiani si stanno facendo valere, all’interno di un consumo di vini esteri in calo leggermente meno marcato rispetto a quelli locali. Questi ultimi sono molto esposti al segmento dei bianchi, che stranamente non guadagna terreno in Germania. Più nel dettaglio, il vino italiano rappresenta il 18% del volume consumato e il 19% del valore, ben oltre l’11% dei vini francesi e spagnoli. Inoltre, la vendita attraverso la distribuzione moderna (discount e GDO) comincia a perdere quota a favore del segmento online e della vendita diretta.

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Germania – importazioni di vino 2024

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Presentiamo oggi I dati relativi alle importazioni tedesche di vino, che sono stati corretti da UN Comtrade dopo un primo rilascio non corretto. Per incuriosirvi, in fondo in caratteri italici, al post trovate l’elaborazione fatta da ChatGPT Pro a cui ho fornito le tabelle principali. Il commento sotto è stato redatto in 11 minuti di lavoro (suo). Se preferite il suo al mio fatemelo sapere, così in futuro lo faccio fare da lui!

Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.

Tornando a noi, la Germania ha importato meno vino che nel 2023, stiamo parlando di un calo dell’8% delle importazioni a 2.47 miliardi di euro per quanto riguarda il valore e del 7% in volume a 12.8 milioni di ettolitri. Sono cosciente che i dati non corrispondo a quelli riportati da ISTAT per le esportazioni italiane in Germania sia in valore assoluto (1.18 miliardi di euro contro 974 milioni di euro qui) che relativo (-7% qui, +1% secondo ISTAT). Ad ogni modo, i dati di UN Comtrade dovrebbero essere coerenti tra di loro e non è detto che le classificazioni per paese non possano cambiare a seconda di chi importa ed esporta.

Mercato in calo dicevamo, sia per l’Italia che per la Francia (-7% per entrambi) e con invece un buon dato per la Spagna, che è rimasta stabile. Ma sono soprattutto i prodotti del nuovo mondo a perdere quota di mercato, con cali a doppia-cifra per USA, Australia, Cile e Nuova Zelanda. Come vedremo anche tra qualche tempo con i dati sul consumo di vino in Germania, il calo è indice una riduzione strutturale del consumo di vino anche in questo paese.

Ma per ora concentriamoci sui dati di UN Comtrade, con tutte le tabelle e i grafici nel resto del post.

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Il peso delle esportazioni di vino sul commercio estero – dati 2023

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Come sappiamo gli scambi internazionali di vino hanno vissuto un paio di anni non particolarmente positivi, anche in virtù della normalizzazione post Covid. Oggi cerchiamo di “uscire” dal mondo del vino e di posizionarlo nel contesto degli scambi mondiali. Ovvero, la questione è il vino, come prodotto scambiato, sta acquisendo o perdendo importanza. Avevo scritto di questo argomento qualche anno fa su un rapporto AAWE, che si fermava al 2018, riprendo l’argomento oggi sulla base dei dati di UN Comtrade e confrontando le esportazioni degli 11 maggiori produttori di vino mondiali con il loro export.

La risposta è nel primo grafico: dopo diversi anni di crescita moderata, il vino ha cominciato a perdere quote di mercato nel trade mondiale. Due dati a supporto: nel 2023 erano lo 0.53% delle esportazioni degli 11 paesi considerati, contro un picco dello 0.64% nel 2020. Se escludiamo due paesi “scomodi”, gli USA e la Germania, che rappresentano il 60% del commercio mondiale di questo gruppo di paesi ma soltanto il 7% di quelle di vino, non giungiamo a conclusioni differenti: il peso nei 9 paesi rimanenti è calato da un picco di circa l’1.5% all’1.2% del 2023.

I paesi più esposti alle esportazioni di vino sono la Nuova Zelanda (3%) e la Francia (2%).

Passiamo a una ulteriore analisi dei dati.

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Il consumo di alcolici nell’Unione Europea – dati 2019 Eurostat/FranceAgriMer

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Oggi non parliamo specificatamente di vino ma di consumo di bevande alcoliche. La particolarità del post di oggi è il confronto europeo, redatto da Eurostat nel 2019 (quindi pre-Covid) e rielaborato da FranceAgriMer in un bellissimo studio che parla del consumo di bevande in Francia. Nel primo capitolo, viene messa la Francia in un contesto europeo per poi analizzare i consumi domestici, non solo di bevande alcoliche ma anche di bevande analcoliche sia fredde che calde (vedi caffè).

Dunque, il quadro per l’Italia è in chiaro-scuro, forse più chiaro che scuro. La parte scura è che risultiamo ancora tra i paesi in cui il consumo giornaliero di bevande alcoliche riguarda il 12% della popolazione, contro il 10% della Francia per esempio e una media europea dell’8%. Se però aggiungiamo il consumo settimanale a quello giornaliero, già viaggiamo con il nostro 41% meno distanti dalla media europea del 37% e sotto la Francia, al 44%. Se poi guardiamo all’altra riva del fiume, coloro che non hanno assunto bevande alcoliche negli ultimi 12 mesi (o mai), in quel caso siamo messi meglio di quasi tutti, al 35% contro la media europea del 26% (Francia 23%). Questo delineerebbe un “rischio al ribasso” riguardo all’andamento del consumo di bevande alcoliche un po’ meno negativo che in altri mercati.

Bene, nel resto del grafico trovate la tabella riassuntiva, i grafici di cui sopra e un ulteriore commento.

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La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2025

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Oggi parliamo di valutazioni e dell’andamento in borsa delle aziende vinicole quotate, con l’aggiornamento dei multipli di valutazione all’anno corrente (2025) e al prossimo e soprattutto (e purtroppo) con l’aggiornamento del campione delle aziende presenti che non consente di avere un confronto temporale coerente (esce Duckhorn, delistata, ed entra Andrew Peller, essendo riuscito a recuperare i dati prospettici).

Passando ai dati, possiamo certamente dire che il 2024 è stato un anno negativo per l’andamento dei prezzi. Basta guardare il grafico per vedere che solo Italian Wine Brands, Concha y Toro e TWE hanno avuto un andamento positivo, in un anno in cui le borse mondiali sono mediamente cresciute del 18% circa. La seconda conclusione è che l’andamento negativo deriva non solo dalle minori attese sui profitti, visibile soprattutto nelle aziende della Champagne, ma anche da i multipli di valutazione sempre più sotto pressione. La terza conclusione che è ricorrente tutti gli anni è che le aziende “extra europee” sono grandi e fanno molti più soldi (leggi: margini di profitto), il che supporta delle valutazioni più elevate.

PS. Constellation Brands ha ridotto le attese di profitto il 10 gennaio, subendo una significativa perdita in borsa (oltre il 10%)

Bene, possiamo andare nei dettagli con la tabella riassuntiva e ulteriori grafici.

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