Germania


La classifica dei marchi industriali del vino – The Power 100 drink brands 2013

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Siamo al secondo aggiornamento di questa classifica redatta da Intangible Business, pubblicata ogni anno, e relative ai maggiori marchi mondiali del settore delle bevande alcoliche. Principalmente super-alcolici, chiaramente. Primo il  Johnnie Walker, poi la Vodka Smirnoff, poi il Martini e via con il Cognac e il resto. Il primo brand del vino, che lo scorso anno era Gallo, diventa Moet et Chandon, che occupa la sedia numero 16, mentre Gallo appunto scende dal 14esimo al 18esimo posto. Prima di guardare la classifica e cercare di capire come si è formata, forse vale la pena di fare una considerazione, che già avrete letto qui: non ci sono brand italiani nel mondo del vino in questa classifica. Ci sono quelli francesi, americani, australiani, cileni, persino spagnoli, ma non italiani. Attenti, qui non stiamo parlando di Ornellaia, Bruno Giacosa o Gaja. Qui stiamo parlando di marchi di livello mondiale con volumi significativi che assumono una rilevanza industriale. Passiamo ai dettagli.

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Produzione mondiale di vino 2013 – stime preliminari OIV

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Cominciamo la settimana con l’analisi della produzione mondiale di vino, approffitando del primo aggiornamento OIV sul 2013. Il dibattito nel mondo del vino sulla sovra o sottoproduzione è aperto: case di investimento pubblicano rapporti che millantano scarsità di produzione rispetto ai consumi, intanto nell’Unione Europea si cancellano ettari di vigna per ridurre la produzione e far riprendere i prezzi. I numeri del 2013 ci danno un messaggio chiaro: la produzione sarà tra le più elevate degli ultimi anni, si parla di 280 milioni di ettolitri, contro un livello tra 260 e 270 milioni di ettolitri dal 2007 a questa parte. Di più. Su questo blog recensiamo la produzione annua mondiale di vino dal 2001 a questa parte: il 2013 sarebbe il terzo anno da quella data per produzione, dopo i 300 milioni del 2004 e i 283 del 2006. Quindi, con consumi di vino stagnanti (ma si diciamolo, i consumi mondiali di vino a valore sono stagnanti!) tra 240 e 250 milioni di ettolitri e pur riaggiungendo i 36 milioni di ettolitri per le distillazioni, il vino non manca…

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La classifica della competitivita’ per nazione vino – dati France Agrimer 2012

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Lo studio di France AgriMer sui fattori di competitività delle nazioni produttrici di vino è stato affrontato dal blog qualche anno fa. Lo riprendiamo oggi, grazie alla gentilezza dell’agenzia francese che mi ha mandato la copia cartacea dello studio completo. Il rapporto prende una serie di indicatori numerici relativi a diversi aspetti del settore, li ordina in numeri indici e giunge a una classifica che si prefissa di stabilire quali sono le nazioni “messe meglio” nel mercato del vino. Il risultato è abbastanza statico negli anni, soprattutto perchè alcuni aspetti come il potenziale produttivo, le condizioni climatiche di sviluppo della vite o la presenza di marchi sono fattori tendenzialmente stabili. Al di là della classifica, che vede svettare tre paesi, Italia, Francia e USA, il rapporto è un buon punto di partenza per “ripassare” i maggiori punti di forza e di debolezza dei grandi produttori mondiali di vino. Che cosa bisogna portare a casa? L’idea di fondo è che se dal punto di vista della posizione di mercato i paesi storici sono ancora molto forti e ben posizionati, i fattori strutturali come il potenziale produttivo ci dicono che ci sono paesi, Cina e Brasile in particolare, che ancora non hanno detto la loro sul mercato mondiale del vino…

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Vini rosati: produzione, consumo e commercio estero – dati France Agrimere 2011

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France Agrimere ha prodotto un rapporto molto interessante che riassume i numeri dei vini rosati, che sono spesso una specie di categoria “trascurata” per la loro scarsa rilevanza nel mondo del vino. Infatti, rappresentano meno del 10% della produzione totale mondiale di vino. Il segmento però ha un dinamismo forse superiore alle altre categorie, anche in prospettiva (data la propensione del prodotto a essere consumato come aperitivo). Inoltre, ci sono delle peculiarità non indifferente. Per esempio, che la Francia ne produce quasi il 30% del totale ma non è in grado di soddisfare la domanda interna che rappresenta una quota a mio avviso colossale del consumo totale di vino (oltre 7 milioni di ettolitri su un consumo stimato a poco meno di 30 milioni di ettolitri). O per esempio che gli americani sono dei fans del vino rosato (non come i francesi!) e che invece gli italiani ne bevono pochissimo e quindi la maggior parte della produzione viene esportata… bene leggete i particolari allora!

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I consumi di vino nel mondo – stima OIV 2012

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Checchè se ne dica, la conclusione di questo post è chiara: i consumi di vino a livello globale non crescono più. E’ altrettanto vero che la produzione scende più velocemente e che ci sono i famosi “usi industriali” del vino (cioè tutto quello che non è bevuto ma per esempio distillato) a tenere il mercato in equilibrio (o forse in leggero deficit). La conclusione è ovvia: di mercati sufficientemente grandi che continuano a crescere ne sono rimasti due: la Cina e un po’ gli USA. E volendo essere un po’ schizzinosi, potremmo dire soltanto la Cina, dove peraltro vale la pena notare che si bevono principalmente il loro vino, dato che dei 17-18 milioni di ettolitri consumati soltanto 3-4 milioni sono importati. Ma passiamo oltre. Secondo l’ultimo rapporto OIV i consumi sono 240-250milioni di ettolitri, diciamo 245.3 milioni, +0.5% sul 2011 che a sua volta faceva un sonoro +0.7% sull’anno precedente. Quindi non si cresce più. Come mai? Oltre al vecchio discorso del calo dei consumi in Italia e Spagna (in Francia sembra abbiano cambiato idea da qualche anno e i consumi sono ripresi a salire, secondo OIV), si aggiunge lo stop alla crescita in alcuni mercati chiave come il Regno Unito, il Brazile e i Paesi Nordici. Vediamo nel dettaglio i numeri di OIV.

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