Germania


Produzione di vino nel mondo – aggiornamento OIV 2012

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Presentiamo oggi i dati di produzione mondiali appena rilasciati da OIV. Si tratta del secondo set di dati relativo al 2012, dopo la prima stima formulata a fine 2012. La nuova stima è leggermente superiore alla precedente con 251 milioni di ettolitri (erano 248 milioni nella prima stima). Si tratta sempre di un netto calo rispetto ai 267 milioni di ettolitri del 2011 (anch’essi rivisti da 264 milioni del precedente report). In un post nei prossimi giorni vedremo come si confronta con i consumi mondiali, che OIV prevede siano stabili intorno ai 245 milioni di ettolitri (prima di considerare gli usi industriali). Le stime sono state cambiate in modo molto significativo per i paesi europei e per il Cile (strano ma vero, dato che i numeri dei produttori “sud” dovrebbero essere già stabilizzati). La conclusione è piuttosto semplice: la vendemmia 2012 sembra essere migliore delle prime stime in Francia e Cile, peggiore in Italia (sul piede dei 40 milioni di ettolitri, come già sappiamo bene) e non così catastrofica in Francia. Analizziamo brevemente i numeri.

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Il valore della produzione di vino nel mondo – stima INDV 2012

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Sono particolarmente affezionato a questa analisi, che ripropongo per la seconda volta dopo il test del 2010. Si tratta essenzialmente di calcolare il valore della produzione di vino mondiale (in soldi) partendo da due dati di base: la produzione di vino secondo OIV e il valore delle esportazioni dei diversi paesi. La grande assunzione di base è che il valore del vino prodotto è uguale a quello esportato. Bene, l’analisi è volatile, perchè talvolta i prezzi all’export ribattono con un anno di ritardo eventuali cali produttivi, ma certamente offre un quadro interessante. Quali sono le conclusioni? (1) il valore del mercato del vino (alla produzione) secondo questa analisi è di circa 60 miliardi di euro nel mondo, in calo del 2% circa rispetto al 2011, causa una riduzione del 6% della produzione, come stimato da OIV: (2) per i paesi come Italia e Francia si può dire che il calo dei volumi produttivi ha compensato il miglioramento del valore medio del prodotto (soprattutto in Francia); (3) l’Italia mantiene una “rappresentatività” nel settore del vino nel mondo che questa analisi calcola al 15% circa, con qualche oscillazione negli anni, così come la Francia è il 35% del mondo del vino. (4) tra i paesi emergenti nel mondo del vino, l’America è il continente da guardare: USA, Cile e Argentina sono i paesi dove i valori della produzione sono cresciuti di più. Nel caso del Cile, anche corroborati da un incremento significativo della produzione. Andiamo nei dettaglio numerico.

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Le esportazioni di vino nel mondo – aggiornamento 2012

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Questo post riassuntivo delle esportazioni mondiali di vino, intendendo con questo quelle dei primi 9 esportatori mondiali, ci consente di fare un punto sul commercio mondiale. Cosa ci dicono questi numeri? (1) che il settore, nonostante un andamento dei volumi meno brillante, continua a crescere a valore (in euro, che nel 2012 si è svalutato un po’); (2) che in una visione di lungo termine, le esportazioni sono cresciute del 2-3% a volume e del 4.5-5% annuo in euro (3-3.5% annuo in dollari americani); (3) che il 2012 è stato un anno estremamente anomalo, perchè i volumi sono addirittura calati (-1.4%), mentre il valore è cresciuto del 9.9% in euro, soprattutto alla luce della svalutazione dell’euro. Se traducessimo questo dato in dollari, sarebbe +1.5%, comunque superiore di 3 punti percentuali all’andamento dei volumi; (4) il calo dei volumi sembra essere un problema isolato a Italia, Spagna e USA, (5) la posizione relativa dell’Italia nel 2012 si è indebolita, e oggi rappresenta circa il 22% del valore dell’export di questi 9 paesi (contro il picco del 22.7% del 2011) e il 24.5% del volume (di nuovo contro il picco dell’anno scorso a 27.2%). Andiamo nei numeri di dettaglio.

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Piano di supporto alla viticoltura europea – aggiornamento 2012

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Fonte: Unione Europea

E’ ora di fare il punto sulla OCM Vino, con gli ultimi dati pubblicati dall’Unione Europea sul settore. Sarà un post pesante, di molte tabelle e poche figure, giusto per avvertirvi. La riforma sta procedendo con un ammontare di risorse quasi invariato a quello inizialmente previsto (soltanto il 2% in meno) e con un graduale spostamento delle risorse investite (oltre 1 miliardo di euro annuo) da misure congiunturali come la distillazione degli eccessi produttivi, a misure strutturali come la riconversione dei vigneti. Secondo l’UE nel 2012 la proporzione tra queste due categorie di interventi è stata 95% a 5%, mentre all’inizio del programma era più spostata verso un 60/40. La proporzione tra espianto dei vigneti e promozione si è però gradualmente spostata verso la prima e la promozione ora rappresenta il 12% del budget totale rispetto al 16% iniziale. Quanti soldi arrivano in Italia? Beh, molti bisogna dire. Nel caso della ristrutturazione dei vigneti e della promozione, che sono le due voci più interessanti, l’Italia è quella che nel quinquennio 2009-2013 dovrebbe incassare più soldi. E questo, come vedremo nel post è tanto più vero se si proporziona alla dimensione del vigneto.

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La superficie vitata europea suddivisa per vitigno – dati EU 2009-10

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Una delle curiosità che ho sempre avuto era quella di sapere gli ettari vitati in Europa dei principali vitigni. L’Unione Europea ha reso nota una tabella, relativa al 2009/10 con una suddivisione della base ampelografica europea per vitigno. La pubblico oggi, con un po’ di rielaborazioni per mettere insieme vitigni uguali con nomi diversi. Restano diversi dubbi sulla completezza dei dati, che andrebbero oltretutto valutati alla luce delle recenti azioni per ridurre la dimensione della base vitata. Gli stessi numeri dell’Italia lasciano fuori dai 652mila ettari circa 98mila ettari che sono censiti come “altri”. Fatta questa premessa è interessante notare come i due principali vitigni in Europa siano spagnoli e non internazionali e che gli unici vitigni che secondo l’unione europea sono “multinazionali” sono quelli francesi, mentre praticamente nessun vitigno italiano salvo il Trebbiano è adottato al di fuori dei nostri confini. Guardiamo qualche numero in dettaglio.

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