Piemonte


Piemonte – produzione di vino DOC/DOCG – aggiornamento Federdoc 2010

nessun commento

Cominciamo ad analizzare le risultanze della raccolta Federdoc sulla produzione, le superfici e le iscrizioni delle DOC e DOCG Italiane per il 2010. Come ormai d’abitudine parto dal Piemonte, dove possiamo disporre di una base piuttosto solida e apparentemente realistica base di dati.

Dico questo nonostante i dati di produzione di vino (o di uva) sono chiaramente stimati, essendo per la maggior parte delle denominazioni un perfetto rapporto di 0.7 a 1, ma anche perche’ quest’anno i dati di molte importanti regioni sono pesantemente incompleti, tanto che sara’ difficile pubblicare qualcosa di sensato sul Veneto, sulla Toscana e sulla Sicilia, per esempio. Anche sulla normale classifica che producevo relativa alla produzione delle principali DOC Italiane sara’ difficile da buttare fuori (salvo escogitare qualche stratagemma).

Anzi, diciamo subito che i dati che pubblicheremo nel corso dell’anno saranno: Abruzzo (meglio con una B sola e non con due come scritto nel libro Federdoc e con le somme giuste), Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Sardegna, Trentino Alto Adige.

Ma l’argomento di oggi e’ il Piemonte, vediamo quindi i dati.

Continua a leggere »

Piemonte – produzione di vino e superfici vitate – aggiornamento 2010

1 commento


Riprendono i compiti delle vacanze, che per I numeri del vino sono l’aggiornamento regionale della produzione di vino e delle superfici vitate. Cominciamo dal Piemonte. Procediamo come in passato per punti, lasciando una serie di grafici a “spiegare” in dettagli tutto quanto. Parto subito con il dire che questi numeri hanno diversi punti interrogativi e apparenti incongruenze, pur essendo le statistiche ufficiali dell’ISTAT. Se consideriamo che siamo secondo al mondo per la produzione di vino dopo la Francia, stiamo veramente messi male: il Piemonte ha tutti i dati stimati relativamente alla produzione 2010.
• Secondo ISTAT, la superficie in produzione in Piemonte e’ crollata da 52700 ettari a 48400 ettari, un calo dell’8%, per la maggior parte concentrato nelle province di Asti (da 18100 a 14800 ettari) e Alessandria (900 ettari persi a 13920). La superficie cala leggermente in provincia di Cuneo ma si mantiene sopra i 16000 ettari.
• Nonostante questo, il Piemonte ha recuperato la soglia di 3 milioni di ettolitri di produzione nel 2010 (+5%), che non toccava dal 2006. La provincia di Asti ha prodotto 1.1m/hl, +5%, Cuneo e’ cresciuta del 4% a 0.9m/hl, Alessandria del 5% a 839mila ettolitri.
• Invece ISTAT stima una produzione di uva in calo da 4m/quintali a 3.6m/quintali, da cui deriva la resa per ettaro che potete ammirare (sob!) nella tabella. Purtroppo, far uscire 3 milioni di ettolitri da 3.6m/quintali di uva e’ un esercizio non semplice, come potrebbero spiegare bene i viticoltori che leggono questo post.
• Sia la proporzione di vini bianchi e vini rossi 37.5%/62.5% che quella tra vini DOC e vini da tavola 83.1%/16.9% sono esattamente le medesime dell’anno scorso. Nella mia carriera mai ho visto due coincidenze cosi’ abbaglianti. Comunque, questi sono i dati e questi commentiamo: i vini rossi calano e i vini bianchi crescono, quest’anno per un fatto di produzione e non di peso ma questo e’ il trend piemontese.
• Infine, i dati ISTAT relativamente al valore aggiunto della produzione viticola e di vino nella regione. Come vedete, i dati (prime due righe Piemonte, seconde due righe Italia) sono in deciso miglioramento nel 2010 (+5% contro +2% per la viticoltura e -4% per il vino a livello nazionale). Stiamo parlando di circa 355 milioni di euro di produzione di uva ai prezzi di base e 315 milioni di valore aggiunto del vino (cioe’ per quello che capisco, al netto del valore delle uve).



Continua a leggere »

Piemonte – produzione di vini DOC e DOCG – aggiornamento 2009

nessun commento


Con l’approcciarsi della stagione estiva e delle vacanze, cominciamo la trafila delle produzioni DOC/DOCG e relativi grafici annessi sui dati prodotti da Federdoc. Con il 2009 abbiamo una serie piuttosto ricca, che copre 5 anni e che, nel caso del Piemonte, offre un quadro molto completo della situazione (non cosi’ per altre regioni). Come per gli anni scorsi, tante tabelle e grafici e qualche commento e spunto di discussione molto schematico.



Continua a leggere »

Esportazioni di spumante italiano – dati a settembre 2010

1 commento


Fonte: ISTAT
La prima novita’ del blog del 2010 e’ relative agli spumanti. Con un piccolo lavoro durante le vacanze ho approntato un database per tracciare le esportazioni della categoria nelle tre principali categorie: Asti spumanti, spumanti DOP e tutto il resto. In realta’ in “tutto il resto” si potrebbe fare ulteriori suddivisioni, ma nessuna e’ rilevante o aiuta nell’analisi. Sarebbe interessante avere un’ideal del metodo classico italiano, che pero’ e’ annegato dentro i DOP dove “risiede” anche il Prosecco. Pazienza. In questo primo post vi presento la base dei dati e una infarinatura su come si leggono e su quali sono i driver principali. I dati non sono ancora completi perche’ la nuova classificazione e’ partita a inizio 2010 e prima di quella data ci sono soltanto i dati totali e quelli relativi all’Asti.



Continua a leggere »

Crisi astigiana. Di Angelo Gaja

nessun commento

di Angelo Gaja

E’ trascorso ormai un anno dall’entrata in vigore del’OCM vino e il Piemonte fatica ad adeguarsi ai nuovi provvedimenti introdotti:
– eliminazione dei contributi per la distillazione delle eccedenze dei vini a Denominazione di Origine Controllata.
– contenimento della sovrapproduzione attraverso premi all’estirpazione dei vigneti e premi per la distruzione dell’uva verde sulla vite (diradamento).

La cantine cooperative dell’astigiano invocano invece il contributo alla distillazione per oltre 200.000 ettolitri di Barbera d’Asti, Dolcetto e Brachetto.
Avevano sdegnosamente rifiutato 6,5 milioni di euro che erano stati assegnati al Piemonte per il diradamento delle uve 2010. Certamente un errore. E’ benemerito chi si adopererà per cercare di recuperarli e procurare alle cantine qualche sollievo. Racimolare finanziamenti altrove non sarà facile.

Restano però delle contraddizioni da dissipare.
Di fronte alla richiesta di contributi per eliminare le eccedenze le cantine sociali dell’astigiano hanno fortemente voluto ed ottenuto una modifica del disciplinare di produzione che autorizza, a partire dalla vendemmia 2010, ad un consistente aumento dei massimali di produzione per i vini destinati alla DOC Piemonte. Quando il vino già esce loro dalle orecchie sarà possibile da quest’anno, dagli stessi identici vigneti, produrne ancora di più.

Tra il 2007 ed il 2009 le cantine cooperative piemontesi avevano ricevuto finanziamenti per oltre 8 milioni di euro.
Nel corso degli ultimi trent’anni i contributi assegnati alle cantine cooperative piemontesi hanno raggiunto un’impressionante imponenza. Una parte delle sovvenzioni pubbliche è stata spesa con oculatezza ed ha prodotto risultati utili per il comparto. Non meno del 50% di esse sono invece state spese senza portare benefici, troppe cantine sociali continuano a vendere il vino sotto-costo o a prezzi stracciati; i soci vengono tenuti in ostaggio con la minaccia di essere perseguiti se non conferiscono la totalità delle uve e vengono convinti a scendere in piazza a protestare, quando il male è nel manico, in consigli di amministrazione incapaci di operare dei cambiamenti, che confidano perennemente nel sostegno pubblico per ripianare debiti e sprechi.

A chi giova, dopo trent’anni, continuare a sostenere questo 50% di cantine sociali sempre sull’orlo del fallimento?
Di quale utilità sono state per i loro soci viticoltori? Perchè i figli dei soci viticoltori non possono mettersi in proprio cessando di conferire le uve alle cantine sociali che nonostante il sostegno pubblico restano irrimediabilmente decotte?
Non è che la cattiva immagine di queste cantine oscuri il restante 50% di cantine cooperative efficienti che hanno invece contribuito a fare brillare il Piemonte?
Come fare capire che il denaro pubblico non può continuativamente essere destinato a sostenere una causa persa?
Perchè le cantine cooperative virtuose sono andate al traino della richiesta insensata di produrre dal 2010 maggiore quantità quando il mercato era già largamente inflazionato dalle eccedenze?
Quali sono i passi da fare per avviare un cambiamento e voltare finalmente pagina?
In effetti le domande sono retoriche, perchè le risposte si conoscono da tempo. Lo spreco del denaro pubblico suscita fiammate di scandali ben presto sopite, senza che si avviino provvedimenti consequenziali. I succhiatori di denaro pubblico si sono organizzati e costituiscono una armata affamata e difficile da contrastare. L’esubero di produzione ha fatto comodo a molti, anche agli imbottigliatori che possono continuare ad acquistare all’ingrosso a prezzi stracciati. Le responsabilità politiche sono elevate. I viticoltori sono vittime di un meccanismo perverso. La DOC Piemonte non è mai stata così svilita.
Non è consolante pensare che tutto continui a restare come prima.

Angelo Gaja
31 agosto 2010

l’articolo e’ gia’ stato pubblicato su
– LA STAMPA di mecoledi’ 1° Settembre, pagine delle province di Alessandria-Asti-Cuneo
– WineNews