Friuli Venezia Giulia


Prosecco DOC – dati di produzione 2018

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Una delle mancanze del blog è un’analisi produttiva sul fenomeno del Prosecco, che invece seguiamo molto bene dal punto di vista delle esportazioni. Grazie ai dati forniti dal Consorzio di Tutela del Prosecco DOC possiamo cominciare a imbastire un discorso che spero evolva in maniera più dettagliata nel futuro. Secondo i dati forniti dal consorzio, il potenziale produttivo si sviluppa su 24450 ettari, di cui 19922 in Veneto e 4528 in Friuli Venezia Giulia con il contributo di 10242 viticoltori. La produzione è invece affidata a 1149 aziende vinicole e 348 case spumantistiche. Con questi dati “quadro” possiamo affrontare qualche numero relativo alla produzione storica (dati delle vendemmie), che è cresciuta al ritmo del 16% dal 2009 al 2018, per raggiungere 3.6 milioni di ettolitri. Le bottiglie prodotte, di conseguenza, sono state 464 milioni nel 2019 con un ritmo di crescita paragonabile. Passiamo a qualche dato in dettaglio, anche paragonandolo al Conegliano Valdobbiadene DOC.

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La produzione di vino in Italia 2018 – dati finali ISTAT

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I dati finali ISTAT sulla produzione di vino 2018 dicono che il record è ancora più record, avendo rivisto il dato finale da 52.9 milioni di ettolitri (incluso mosti) a 56.6 milioni, di cui 54.2 milioni si riferiscono alla sola produzione vino. Per trovare un dato tanto elevato bisogna tornare indietro 18 anni, al 2000, quando vennero prodotti 54.1 milioni di ettolitri. Con una piccola differenza: nel 2000 la viticoltura italiana lavorava su 692mila ettari, mentre oggi secondo ISTAT, gli ettari in produzione sono 629 mila, quindi circa il 9% in meno. Dunque, certamente l’annata più prolifica del millennio, in termini assoluti e anche relativi. Lo scostamento positivo sulla media degli ultimi 10 anni è del 23% e si realizza principalmente nel segmento dei vini bianchi (30.6 milioni di ettolitri, +35% rispetto alla media), dei vini DOC (22.9 milioni di ettolitri, +38%) e dei vini da tavola (17.8 milioni di ettolitri, +31%). Dal punto di vista geografico, i dati più positivi emergono dalle due regioni più produttive, il Veneto e la Puglia, che registrano una produzione di oltre il 50% sopra la loro media degli ultimi 10 anni. Passiamo ad analizzare i dati in dettaglio.

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ll consumo di vino in Italia – dati 2018 per regione e classi di età

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Eccoci alla seconda serie di dati sul consumo di vino in Italia, dove analizziamo le tendenze di consumo per età e per regione. Diciamo subito che i segnali positivi di cui parlavamo nel primo articolo si ritrovano anche qui, naturalmente declinati dentro l’assunto generale che si beve meno spesso di una volta. E i dati da ormai qualche anno ci dicono che sta aumentando la penetrazione del consumo di vino nei giovani, che è la cosa più importante. Consultando la tabella troverete che il 29% dei 18enni di 10 anni fa beveva vino, mentre i 18enni di oggi sono il 35%. Quei 18enni di 10 anni fa ricadono oggi nella categoria “25-34 anni” del 2018 e si osserva una penetrazione del 56%. Se quei 6 punti di vantaggio si mantengono nei prossimi anni, potremmo trovarci nel giro di 10 anni in un mercato italiano stabilizzato anche in valore e non soltanto in volume. Ad ogni modo, è interessante notare come per praticamente tutte le fasce di età il la penetrazione di consumo sale. Dal punto di vista regionale come sappiamo i dati sono più volatili. Nella rilevazione 2018 soltanto il Trentino Alto Adige, l’Umbria e le Marche hanno dati negativi, mentre l’Emilia Romagna diventa secondo ISTAT la regione con la più alta penetrazione di consumo (62% contro il 54% nazionale), mentre al lato opposto della classifica resta la Sicilia (43%). Va infine notato come i centri delle città metropolitane e in genere le città con più di 50mila abitanti siano i luoghi che da sempre mostrano la penetrazione più alta, segno che il consumo di vino è legato sempre di più al livello del reddito pro-capite. Passiamo ai dati.

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Il valore dei vigneti in Italia per regione e provincia – dati CREA, aggiornamento 2017

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Secondo CREA, il valore medio dei vigneti in Italia nel 2017 è cresciuto del 2.2% a 53,200 euro medi per ettaro. Si tratta dunque di una piccola accelerazione rispetto all’andamento registrato mediamente negli ultimi 5 e 10 anni (rispettivamente +1.2% e +0.8%). Scorrendo il tabellone regionale non è difficile vedere dove il valore fondiario cresce maggiormente: il Nord-Est, dove impera la febbre per il Prosecco. In realtà i valori più elevati si registrano *in media* in Trentino-Alto-Adige, dove troviamo una percentuale molto elevata di vini di qualità e una omogeneità nel valore dei vigneti, mentre in altre regioni, come in Piemonte e Toscana, province con valori medi molto elevati (come Cuneo o Siena) sono diluiti da valori molto più bassi nelle altre province. La statistica non manca di qualche incongruenza, soprattutto con il passato, se confrontate il mio post sui dati 2016 (vedere provincia di Bolzano, dove i valori sono cambiati in modo significativo). Resta comunque un utile strumento per verificare soprattutto le medie di lungo termine, con qualche sorpresa: la rivalutazione più elevata negli ultimi 10 anni è quella dei vigneti della provincia di Forlì-Cesena, +3.5% annuo, parti a quella di Treviso (+3.4%). Passiamo ai dati.

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Esportazioni italiane di vino per regione e tipologia – aggiornamento 2018

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Il difetto di analizzare le esportazioni per categoria di vino (DOP, IGP e via dicendo) è che se ci sono delle variazioni regolamentari che spostano i prodotti da una categoria all’altra (notoriamente al rialzo, in questo caso apparentemente in Veneto dove i bianchi DOP sono triplicati in export), quello che succede è che si rischiano di commentare dati fuorvianti. Così succede con i numeri 2018, dove potremmo dire che le esportazioni di vini DOP sono cresciute del 10%. Ma poi dovremmo dire che le esportazioni di vini IGP sono scese del 17% e quindi saremmo punto a capo, perché se sommiamo le due categorie (sia per i bianchi che per i rossi), arriviamo a dei cali compresi tra l’1% e il 2% per il 2018. Questi comunque sono due tra i numeri rilevanti che meritano questa introduzione, insieme allo stop alla crescita dei vini rossi piemontesi (-8%). Nell’ambito invece delle esportazioni regionali, i trend sono piuttosto omogenei per le regioni più importanti (Veneto, Toscana e Piemonte) intorno al 3-4%, mentre dopo diversi anni di crescita costante si fermano le spedizioni in valore del Trentino Alto Adige. Passiamo ai dettagli.

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