Italia


I migliori vini italiani secondo Liv-Ex – aggiornamento 2018

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Liv-Ex ha appena pubblicato la sua lista 2019 dei top wines, dividendoli nelle 5 categorie classiche “inventate” a Bordeaux nel 1855. La classifica si basa sul prezzo medio registrato dai vini ma per essere “ammessi” in questa classifica non è sufficiente spuntare un prezzo alto, ma anche avere un volume di scambi sufficientemente elevato (motivo per cui alcuni vini che sarebbe ovvio vedere al top di questa classifica… il Monfortino… per esempio non compaiono). Per intenderci come potete vedere sopra la classifica è relativa ai vini e non alle case vinicole. Una volta qualificati, poi la classifica è basata sul prezzo. Oggi ci focalizziamo sui vini italiani, che sono 39 su un totale di 349 vini classificati. Naturalmente dominano Borgogna e Bordeaux (con 102 e 130 vini rispettivamente), soprattutto nelle fasce alte della 1er e 2eme cru, che insieme agli altri grandi francesi (soprattutto Champagne) copre praticamente l’80% della classifica. Dunque il top wine è il Barolo Falletto Riserva di Giacosa, che quando viene prodotto porta la famosa etichetta rossa. Prezzo medio della bottiglia: 548 euro, al cambio euro/sterlina di 0.90. Segue a breve distanza il Masseto e poi a poco più di 330 euro, il Brunello di Montalcino Riserva di Biondi Santi. Questi sono i tre grandi. Passiamo a un commento più dettagliato. Alla fine del post trovate la classifica completa.

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Vendite al dettaglio di vino nella GDO in Italia – dati IRI, aggiornamento primo semestre 2019

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Non c’è solo la tempistica favorevole della Pasqua a giustificare i dati particolarmente positivi forniti da IRI sulle vendite di vino nella GDO in Italia nel secondo trimestre. Ci sono tante novità, vedremo se confermate nel futuro: alcune tendenze strutturalmente negative, come il calo dei volumi di vino fermo e, nel segmento degli spumanti, dei vini dolci metodo Charmat, non si sono confermati. Alcuni segmenti che “stramanente” non crescevano più come quello degli spumanti metodo classico hanno avuto un trimestre decisamente positivo; i vini comuni che crescendo ci avevano indotto a considerare gli effetti della crisi, hanno ripreso la loro discesa, che consideriamo ineludibile e strutturale nel futuro. Così il mercato chiude il trimestre a +7% e il semestre a 4.4% (1.1 miliardi di euro), con un volume che nel secondo trimestre cresce del 3.8% nel trimestre (+1% nel semestre). Come sapete l’anno è a meno della metà vista la forte stagionalità dell’ultimo trimestre, ma certamente questi numeri già suggeriscono che il 2019 potrebbe essere meglio di quello che ci si poteva attendere.

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Esportazioni di vino italiano – aggiornamento aprile 2019

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Le esportazioni di vino riprendono forza in Aprile con un dato molto positivo (+9%) supportato da due aspetti: 1) la tempistica delle feste Pasquali che probabilmente ha fatto spostare spedizioni di spumanti da marzo (stabile) ad aprile (+14%); 2) la rinnovata forza delle esportazioni di vini in bottiglia, supportata dalla ripresa dei volumi (+9% e +10%) rispettivamente. Dal punto di vista geografico, l’idea di fondo che gli USA debbano crescere più della Germania e che il Regno Unito debba calare non si confermano in questi dati (anche se UK è sceso in Aprile). Sul dato più stabile dei primi 4 mesi sono 4 mercati a supportare il nostro export: Germania, Regno Unito, Olanda e Giappone. Passiamo a commentare qualche numero.

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Sartori – risultati e analisi di bilancio 2018

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Nel 2018 Sartori ha raggiunto il suo record storico di vendite a 52 milioni di euro, con una crescita molto bilanciata tra Italia ed estero, dove si sono registrati forti progressi in diversi mercati. Tale successo commerciale non si è però tradotto in maggiori utili, principalmente a causa dell’incremento del costo delle materie prime e della difficoltà di trasferirne l’impatto nei prezzi di vendita, soprattutto con i clienti della grande distribuzione. I dati relativi agli utili sono dunque meno positivi, segnando un calo del 15% circa che poi corrisponde al progresso realizzato nel 2017. Maggiori volumi di vendita hanno anche portato all’incremento del magazzino e del capitale circolante. Ciò, insieme agli investimenti per il rinnovo delle strutture (fruttaio e impianto di depurazione) ha appesantito la struttura finanziaria, che vede un debito di 12.6 milioni. Le prospettive per il 2019 non sembrano essere improntate all’ottimismo: la pressione della grande distribuzione sui prezzi continua e la concorrenza nelle denominazioni chiave in cui Sartori opera è in crescita. A ciò si aggiungono alcuni possibili cambi di distributore (Russia, forse USA) che potrebbero creare dei temporanei “buchi” nelle vendite; a fronte di queste sfide sul fronte delle vendite, la normalizzazione dei prezzi delle materie prime potrebbe aiutare i margini a recuperare dal livello depresso del 2018. Passiamo all’analisi dei dati.

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Frescobaldi – risultati e dati di bilancio 2018

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Il calo degli utili di Frescobaldi registrato nel 2017 è stato più che recuperato nel 2018: tutti gli indicatori, a partire dalla crescita delle vendite dell’11%, sono fortemente positivi: l’utile operativo cresce del 30% e l’utile netto del 36% a 18 milioni, il livello più elevato di sempre per il gruppo. Di pari passo con il recupero dei margini procedono gli investimenti, 37 milioni in tutto tra incrementi di attivi e acquisizioni (20 milioni), tra i quali spicca l’acquisto di una quota di minoranza di oltre il 3% nella cantina di Masseto e Ornellaia, arrotondata al 73%. Per questo motivo, il bilancio 2018 vede un leggero incremento dell’indebitamento finanziario netto (da 10 a 22 milioni), che resta comunque molto limitato visto il grado di patrimonializzazione (236 milioni di patrimonio netto a valore di libro… ma molto di più se si rivalutassero i vigneti e i marchi a valore di mercato) e la generazione di cassa dell’azienda (39 milioni di margine operativo lordo e poco meno di cash flow, visto l’esiguo ammontare pagato in tasse e oneri finanziari). Il 2019 sembra procedere positivamente: nella relazione si parla di nuove opportunità commerciali nell’area Asia/Pacifico in seguito a un nuovo accordo commerciale. Passiamo a commentare qualche numero in dettaglio.

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