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Eccoci al post che dà granularità (parola che odio ma di uso sempre più comune) ai dati di penetrazione del consumo di vino 2017 (e degli anni precedenti) pubblicati da ISTAT. Abbiamo oggi una bella serie storica, sia dei consumi per età che di quelli regionali: qualche confronto diventa oggi sensato. Per esempio, da queste tabelle si evince che i 45-54enni nel 2017 che bevono vino erano il 59% della popolazione. Dalla tabella si evince che nel 2007 i 34-44enni (cioè le stesse persone) che bevevano erano il 58.7%. Quindi nessuno incremento della penetrazione di consumo oltre i 40 anni. O bevi già vino prima oppure niente. Invece i trentenni di oggi che bevono vino sono il 55% della popolazione. Otto anni fa questi consumatori facevano parte della fascia di età 20-24 e stavano al 42%. Potremmo quindi cominciare a disegnare la curva dove, oltre naturalmente alla fase di raggiungimento della maggiore età, la penetrazione di consumo cresce in modo deciso soltanto fino a 30, poi qualche progresso fino ai 40enni e poi basta. E poi si scende. I 70enni del 2017 che bevono sono il 59% della popolazione, ma quanto bevevano prima? Beh 8 anni fa erano in mezzo alla fascia 60-64 che aveva una penetrazione del 64%. Questo e altro ancora trovate nelle tabelle allegate al post. Il trend fondamentale è sempre quello della crescita del consumo sporadico di vino, per tutte le fasce di età. Ma un secondo dato mi pare interessante e doveroso di attenzione: il 46% dei 20-24enni di oggi dichiara di bere vino, mentre erano soltanto il 42% dieci anni fa, e questo dato ha preso a crescere proprio negli ultimi 3-4 anni. Un buon segno, decisamente, per il settore. Passiamo ai numeri.