Resto del Mondo


Le importazioni mondiali di vini spumanti – aggiornamento 2020

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Le importazioni di spumante nel mondo sono calate del 13% circa nel 2020 se espresse in dollari e del 15% se espresse in euro. Nel 2020 a causa del covid, la performance dei tre principali mercati e stata negativa per ben oltre il 10%. Il principale mercato restano gli USA che con 1.1 miliardi di euro e un calo dell’11%. Gli USA continuano a rappresentare poco oltre il 20% delle importazioni mondiali di spumante. Il secondo e il terzo mercato, quindi il Regno Unito e il Giappone, sono calati invece del 14% e del 24% rispettivamente. Nella lista che trovate all’interno del post sia in dollari che in euro ci sono poche eccezioni positive tra i principali mercati va menzionato il caso della Russia che si è mantenuta stabile a poco meno di 200 milioni di euro e la Svezia, che invece è cresciuta del 5%. Cali meno marcati si sono poi registrati per mercati come la Svizzera (-6%) e il Canada (-7%). Il combinato di Cina e Hong Kong ha segnato 127 milioni di importazioni di spumante contro 131 milioni registrati nel 2019 e 128 milioni nel 2018, confermandosi quindi un mercato stabile ma non in crescita per i vini spumanti. Nel corso del 2020 l’importo diretto in Cina è calato del 16% mentre è cresciuto del 14% quello relativo a Hong Kong.

Vi lascio con i grafici (compreso quello animato all’interno) e le tabelle, che trovate anche in formato testo all’interno della sezione Solonumeri.

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Russia – importazioni di vino 2020

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Con molto ritardo sono state pubblicate le statistiche sul commercio estero russo, che aggiorniamo oggi per quanto riguarda l’import di vino. Nel 2020 la Russia ha importato molto meno vino della norma, ma non ha speso molto di meno. In due parole è questo il riassunto dei dati che trovate all’interno del post e che potete anche consultare in formato scaricabile nella sezione Solonumeri.

Nel dettaglio, le importazioni sono calate del 14% in volume a 5.6 milioni di ettolitri, con l’Italia che ha ripreso la leadership (1.6m/hl, -40%) rispetto alla Spagna che nel 2019 l’aveva superata (2020: 1.0m/hl, -57%) appaiata alla Georgia, mentre il valore delle esportazioni si è mantenuto vicino al miliardo di euro, 958 milioni per la precisione, con un calo soltanto dell’8%. Se poi mettiamo nel conto la svalutazione del rublo del 14%, questo -8% diventa +5% per un valore di 79 miliardi di rubli. L’Italia guadagna ulteriormente quote di mercato, con un calo soltanto del 2% a 297 milioni di euro, rispetto al -4% della Francia (164 milioni) e, nuova terza forza nel mercato russo, alla Georgia che invece cresce del 18% a 147 miloni presumibilmente grazie alla prossimità geografica in un anno così complicato. Nel segment dei vini in bottiglia, la Georgia è addirittura il numero due del mercato dietro l’Italia. Nel segmento degli spumanti, storicamente importante per la Russia, il 2020 è stato un anno stabile con importazioni di 193 milioni di euro. Sono anche circa stabili i dati italiani (116 milioni, circa il 60% del totale) e francesi (54 milioni, -2%).

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La produzione di vino nel mondo 2021 – prima stima OIV

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Fonte: OIV

OIV apre il suo comunicato stampa con un messaggio molto chiaro, che sostanziamente dice: il 2021 sarà un anno con una produzione di vino molto bassa, il terzo anno degli ultimi quattro in cui cade sotto la media storica. Stiamo parlando di un volume produttivo di 250 milioni di ettolitri, il 6% circa sotto la fatidica media di circa 265, che non è stata raggiunta nemmeno nel 2019 e 2020 (260-262 milioni). Ma se nel 2019-20 a mancare all’appello era la produzione nel “nuovo mondo”, e principalmente nell’emisfero sud del mondo, nel 2021 la “crisi” produttiva si concentra nella vecchia Europa dove Italia, Francia e Spagna che storicamente mettevano insieme quasi metà della produzione mondiale (128 milioni in media), quest’anno viaggiano con un deficit di circa 14 milioni di ettolitri, quindi 114. L’Italia con 44.5 milioni di ettolitri è soltanto il 3% sotto la media, la Francia con 34 sta sotto del 22% e nel 2021, caso rarissimo, andrà a produrre meno della Spagna, dove comunque non si ride (35 milioni di ettolitri, 6% sotto media). Tutto ciò porta l’Europa intorno a 145 milioni di ettolitri, 20 meno dell’anno scorso e 11 meno della media storica (-7%). A parziale bilanciamento, i dati mostrano un rimbalzo nei “nuovi” paesi, che comunque presi tutti insieme sono anch’essi leggermente sotto: gli USA con 24 milioni di ettolitri sono circa il 4% sopra media, Australia e Cile sono andati molto bene, circa il 15-20% meglio delle loro medie ma dopo un 2020 molto difficile, solo l’Argentina sembra essere sotto i livelli storici, anche se in deciso recupero sul 2020. Mancano, come noterete i dati sulla Cina. Come sempre i numeri sono aggiornati nelle tabelle di Solonumeri, mentre tabelle e grafici sono nel seguito del post.

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Andrew Peller – risultati 2020 (marzo 2021)

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Andrew Peller è uno dei principali produttori di vino in Canada. I dati di bilancio a marzo 2021 sono stati nel loro complesso moderatamente positivi, con un incremento del 3% delle vendite a 393 milioni di dollari canadesi, un utile operativo e utile netto (rettificato per gli oneri straordinari) stabili e una riduzione del debito di 10 milioni a 174 milioni di dollari, che corrispondono a 2x l’EBITDA. Quello che è strano e che incuriosisce è però come si sono sviluppati questi numeri, un fattor comune a diverse aziende vinicole più legate alle vendite nella distribuzione che nella ristorazione. La fase iniziale della pandemia ha visto l’azienda migliorare i margini e mantenere le vendite. A partire dal terzo trimestre 2020, che per loro significa dicembre 2020 le cose hanno cominciato a peggiorare e l’inizio dell’anno fiscale 2021-22 (quindi Aprile-Giugno) è particolarmente negativo, con un calo delle vendite del 6% e un utile operativo quasi dimezzato in uno dei trimestri che dovrebbe essere di riferimento. Il risultato è un andamento molto negativo delle azioni dell’azienda canadese, scese  del 20% circa negli ultimi 12 mesi e con un valore di borsa di circa 400m di dollari canadesi, quindi un valore d’impresa di circa 575 milioni che indicano una valorazzazione di meno di 10 volte l’utile operativo storico, che però sarà destinato a calare. Grafici e tabelle sono allegati nel resto del post.

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Brasile – importazioni di vino 2020

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Quando ci si imbatte in dati come quelli che presentiamo oggi è doveroso fare un doppio controllo e non solo. Bisogna anche immaginare se c’è una spiegazione logica oppure se può essere successo qualcosa di strano. Non ho trovato niente che possa spiegare razionalmente come mai in Brasile sono arrivati 1.5 milioni di ettolitri di vino, cioè un buon 15% più dello scorso anno, nonostante la pandemia. E che i brasiliani nonostante il loro tasso di cambio continui a scivolare abbiano speso il 16% in più, 385 milioni di euro. Se poi li traduciamo in real brasiliani, beh, amici miei!, siamo a 2.3 miliardi, +55% sull’anno scorso. La curiosità che poi aizza il dubbio è che tutto questo vino “in più” viene da tre posti: Cile, Argentina e Portogallo. Per quanto riguarda tutti gli altri, il 2020 è stato in leggero calo, come ci si doveva peraltro attendere. Passiamo ai numeri, la cui fonte è UN Comtrade.

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