Cile/Argentina


Argentina – produzione di vino 2015 e stima 2016

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Dopo aver avuto una anticipazione nefasta con la pubblicazione OIV di qualche settimana fa, aggiorniamo oggi i dati sulla produzione vinicola argentina, che è letteralmente crollata nel 2016 (-35%), scendendo per la prima volta da quando guardiamo questi dati (e, secondo Decanter, dal 1957 a questa parte) sotto i 10 milioni di euro. La causa? El Nino, che ha causato un aumento delle pioggie proprio nel mese critico della vendemmia, Aprile, creando numerosi problemi di muffa e facendo crescere pesantemente il costo delle uve, soggetti a più trattamenti. Tornando ai nostri numeri, nonostante il calo produttivo non è detto che l’Argentina subirà un grosso colpo nel mercato internazionale, in quanto i volumi esportati sono molto limitati (2.5 milioni di ettolitri rispetto a produzione medie di 14-15 degli ultimi anni), essendo focalizzati su una fascia di prodotti di qualità elevata. Ma passiamo ai numeri.

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La produzione di vino nel mondo 2016 – prima stima OIV

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Stanco di vedere I dati sbagliati riguardo alla produzione italiana di vino, da questo post ho deciso di passare a una versione “I numeri del vino – OIV” per quanto riguarda l’aggiornamento della produzione mondiale. Semplicemente, ho sostituito i dati OIV con quelli provenienti dagli uffici statistici di Francia, Italia e Spagna. La differenza non è importante ma comunque c’è. Parliamo di 4-4.5 milioni di ettolitri “di troppo” nella stima OIV rispetto alle nostre evidenze, che naturalmente fanno riferimento alla produzione di vino esclusi mosti e succhi d’uva (come anche specificato nelle tabelle OIV che abbiamo integrato).

Bene, il 2016 si prevede essere una annata largamente sotto media, circa 260 milioni di ettolitri prodotti contro la media storica di 267 milioni circa, quindi il 3% meno, che diventa -5% quando il confronto viene fatto con il 2015. Dove manca la produzione? Non certamente da noi, come ben sapete. Ma piuttosto in Francia, dove manca il 10% del prodotto rispetto alla media e, soprattutto, in Argentina, Cile e Sud Africa, dove la produzione sembra aver subito un tonfo molto significativo. Siamo quindi di fronte al quarto anno consecutivo in cui la forbice produttiva tra Europa e Resto del mondo si allarga. Andiamo a leggere qualche numero insieme.

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Concha y Toro – risultati primo semestre 2016

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Nel primo semestre 2016 Concha y Toro ha pienamente sfruttato i vantaggi della svalutazione del peso cileno (circa 11% rispetto al semestre 2015) per rendere il proprio prodotto più competitivo e prendere quota di mercato in nuove aree geografiche come la Cina (dove abbiamo visto il grande successo dei prodotti cileni), ma anche Giappone e Australia. I risultati sono stati comunque positivi, grazie anche all’effetto dei prezzi delle materie prime ancora favorevoli e all’”effetto scala” di diluire i costi fissi su volumi più consistenti. A fronte di vendite cresciute dell’11%, il MOL cresce del 22-23% e l’utile netto di quasi il 30%. Nello stesso tempo, continua la fase di rientro dal debito. A fine giugno in rapporto al MOL il debito era a 2 volte, il livello decisamente più basso dopo l’acquisizione di Fetzer nel mercato americano: i tempi per un nuovo passo avanti di CYT nel mercato mondiale del vino potrebbero essere quasi maturi. Passiamo ai numeri del semestre.

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Le esportazioni di vino nel mondo – aggiornamento primo semestre 2016

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Fonte: elaborazioni I numeri del vino su dati doganali e UN Comtrade

Ragioniamo oggi sul quadro delle esportazioni mondiali di vino nei primi 6 mesi del 2016, dopo aver analizzato i dati puntuali dei diversi paesi produttori. Il primo grafico vi fornisce una buona approssimazione: le esportazioni globalmente non sono cresciute, se sommiamo i dati dei primi 11 paesi produttori mondiali. Il valore esportato è stato di circa 11.4-11.5 miliardi di euro, stabile rispetto allo scorso anno (quando peraltro balzò del 10% a fronte del rafforzamento del dollaro americano), mentre i volumi esportati sono scesi del 2% a circa 45 milioni di ettolitri, dopo essersi attestati al picco storico nel semestre dello scorso anno. In questo contesto, l’andamento dell’Italia va visto in chiave positiva, anche se sappiamo bene che una volta esaurita la spinta dei vini spumanti, probabilmente il nostro export avrà qualche problema a stare al passo degli altri. Per intanto vale la pena di godersi il primato: una quota di mercato del 22.7% sul valore di questo campione di paesi, la più alta di sempre, una crescita che sfiora il 3%, la più alta tra questi paesi. Se Italia, Spagna ma anche Francia vanno bene, sono andate male le esportazioni di Australia, USA ma anche di tutti gli altri paesi. Un semestre strano, quindi, con il vecchio mondo alla riscossa… andiamo a leggere i dati insieme.

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Cile – esportazioni di vino – aggiornamento primo semestre 2016

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Lo spostamento del baricentro del vino cileno da ovest verso est è prepotentemente continuato anche nel primo semestre 2016, con il forte incremento registrato in Cina, +15% a superare i 100 milioni di euro nei primi 6 mesi (un numero quindi non troppo distante da quello che l’Italia ha generato in tutto il 2015). E’ questa la principale buona notizia, in uno scenario di esportazioni stabili nel loro complesso nel 2016, dopo il boom del 2015. Chiaramente stiamo parlando, come al solito di dati in Euro. Se ci muoviamo sui numeri in peso cileni la musica cambia decisamente, dato che da tre anni a questa parte la valuta si sta svalutando. Il dato sui primi 6 mesi dice quindi +12% a 593 miliardi di peso rispetto ai 528 del primo semestre 2015. Il secondo grafico in sequenza che vi presento vi propone un nuovo modo di vedere l’evoluzione dell’export, che proverò ad applicare anche a altre nazioni, cioè l’evoluzione del valore esportato (questa volta in dollari, troppo laborioso tradurre in euro…) negli ultimi 12 mesi. Passiamo all’analisi dei dati.

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