Medoc (Bordeaux): produzione di vino, superfici vitate e rese per ettaro – aggiornamento 2005

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Fonte: Conseil des vins du Médoc
Il Medoc, cuore della produzione di Bordeaux, si sviluppa su 16400 ettari (15% del totale della regione). E’ interessante dare un’occhiata alle diverse denominazioni e alle loro dimensioni e rese degli ultimi anni. Le principali conclusioni sono: moderato incremento delle produzioni/aree, chiara leadership qualitativa delle AOC comunali e pesante calo delle esportazioni negli ultimi anni.
Medoc is the heart of Bordeaux wine production, with 16500ha, roughly 15% of the total of the region. It is interesting to analyse data for areas and production of the past 15 years. The key conclusions are: a slight increase in areas, a clear qualitative leadership of small AOC, a very weak performance of exports over the past 4 years.

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Partiamo subito col dire che e’ un’area in sviluppo nel mondo del vino, con una crescita di circa 1-1.5% annuo delle superfici dal 1990 (quando erano 13620 ettari) a oggi. Le grandi denominazioni che coprono i due terzi della superficie sono Medoc e Haut Medoc, e come vedremo sono anche quelle che mostrano le rese per ettaro piu’ elevate. Le famose denominazioni di Margaux (1422ha), St Julien (900ha), Pauillac (1200ha) e St Estephe (1233ha) sono relativamente piccole, diciamo di una dimensione paragonabile al Barolo (1700ha) o al Brunello (2000ha). The area of production is growing by 1.3-1.5% on a yearly basis from 1990 to 2005. The big appelation of Medoc and Haut Medoc are covering two thirds of the area and are the ones with the higher yields. The famous appelation of Margaux (1422ha), St Julien (900ha), Pauillac (1200ha) and St Estephe (1233ha) are quite small: their size is quite comparable with the Italian Barolo (1700ha) or Brunello (2000ha).
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La divisione vino di LVMH – dati descrittivi

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Parlando dei principali operatori nel mondo del vino, e’ necessario soffermarsi su LVMH, dove la M sta per Moet & Chandon (Champagne) e la H sta per Hennessy (Cognac). LVMH e’ un grande colosso nel mondo del lusso e la sua divisione vino (circa il 20% del fatturato e 30% degli utili) ha una fatturato di EUR3bn.I suoi principali marchi? Champagne: Moet & Chandon, Dom Perignon, Ruinart, Mercier, Veuve Clicquot, Krug. Cognac e superalcolici: Hennessy, Glenmorangie, Ardbeg. Vini: Chateau d’Yquem. La divisione alcolici genera il 92% del fatturato fuori dalla Francia. I mercati principali sono senza dubbio gli USA (31% del fatturato), poi il Giappone (9% del fatturato).

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LVMH is one of the giants in the wine business: M is for Moet & Chandon, H is for Hennessy (Cognac). The wine & spirits division of LVMH is 20% of its revenues and 30% of profits. Total sales reached EUR3bn in 2006. What are the main brands? Champagne: Moet & Chandon, Dom Perignon, Ruinart, Mercier, Veuve Clicquot, Krug. Cognac and spirits: Hennessy, Glenmorangie, Ardbeg. Vini: Chateau d’Yquem. The wine division is generating 92% of sales outside France. The key markets are USA (31% of sales) and probably Japan (9%).
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L'impatto della nuova regolamentazione europea del vino – stime UE

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Dopo una valanga di post sulla riforma EU del settore vinicolo (per tutti il completissimo post di Mike Tommasi), ho pensato di mettermi anch’io all’opera, guardando le cose dal mio “angolo”: i numeri. Non mi dilungo sulle misure, da tutti gia’ spiegate, che saranno (?) implementate dal 2008 al 2013: estirpazione, ristrutturazione dei vigneti, promozione del vino europeo, niente piu’ distillazioni, politica della qualita’, etichettatura, ecc. E dal 2014: abolizione del diritto di impianto e via discorrendo. Quali conclusioni? Due:
– che la modulazione delle risorse e’ per lo piu’ demandata alle diverse nazioni (il che mi preoccupa un po’ visto il modo di gestire il denaro pubblico dei politici italiani);
– che se la riforma funziona, il surplus di vino nell’unione potrebbe effettivamente essere quasi cancellato, con un benefico impatto sui prezzi del vino (nel medio termine).
Si tratta di EUR1.3bn annui, suddivisi come segue.

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After several posts in many blogs talking about the reform of the wine industry in Europe, I have decided to give my personal contribution by addressing the subject from the “angle” of my blog: the numbers. So I cut the long story short by avoiding to address the many measures to be implemented and I go to the two key conclusions:
– first that the financial resources will still be delivered to the nations which will then decide how to use them (given the way in which Italy manages money this is quite worrysome);
– second, if the reform works out properly, it could cancel the production surplus of wine in Europe, with a beneficial impact on prices (in the medium term, so in 4-5 years from now).
We are talking about EUR1.3bn on a yearly basis, to be used as shown before.

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Fa davvero piu' caldo nelle Langhe? – i dati di Bra dagli anni 90 a oggi

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[English inside]
Incuriosito dalla questione climatica mi sono messo a cercare qualche serie storica relativamente alle temperature medie. E ho trovato molto di piu’: minima, massima, media, insolazione e pioggia per il comune di Bra (Langhe), disponibile sul sito del comune. Quindi?
Quindi le conclusioni sono le seguenti, relativamente ai dati dal 1994 al 2007:
– non esiste una chiara evidenza di un aumento significativo delle temperature medie (mezzo grado in 13 anni in piu’);
– se vogliamo dire che l’aumento della temperatura e’ significativo, allora e’ piu’ significativo l’aumento di oltre mezzo grado del gap tra le minime e le massime, che dovrebbe essere benefico per la produzione di vino.
– se vogliamo dire che stiamo al picco (vedi grafico), possiamo anche dire che il picco e’ dovuto all’inverno caldo;
– paiono invece piu’ significative due altre tendenze: l’aumento dell’insolazione e la riduzione delle pioggie, che mostrano un andamento meno volatile e piu’ costante nel tempo.
Quindi? Quindi spero di bere dei buoni Baroli anche per gli anni a venire…

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Vendemmia 2007 – pessimismo dalla stima Assoenologi sulla produzione di vino 2007

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Attenzione: trovate i dati definitivi pubblicati in questo post aggiornato!
Please find here the final figures.

Dopo aver analizzato le stime degli organi ufficiali di Francia e Italia, analizziamo quello che Assoenologi ha pubblicato il 1 Settembre. Si parla di uno scenario molto peggiore rispetto a quello emesso a fine agosto da ISMEA-UIV (-5% a 47m/hl). Secondo l’associazione, la vendemmia italiana sara’ di circa 43m/hl, cioe’ il 13% in meno rispetto ai 49.6m/hl dello scorso anno e addirittura sotto i 44-45m/hl delle annata 2002 e 2003. . Peraltro, l’accento sulla buona qualita’ rende il quadro meno negativo. Perche’ questa stima appare piu’ sensata rispetto a quella di ISMEA? (1) e’ fatta un mese dopo; (2) e’ giustificata da una stima puntuale regione per regione, come hanno fatto i francesi ad agosto. Conclusioni? Non ho esperienza riguardo alla bonta’ di queste stime, ma se cosi’ fosse potremmo dire che anche quest’anno (come nel 2002 e 2003) il mondo del vino italiano non sara’ afflitto dal solito problema di sovrapproduzione…

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