2008


Campania – produzione di vino e superfici vitate – aggiornamento 2008

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In Campania si producono circa 1.7 milioni di ettolitri di vino all’anno su quasi 30mila ettari di vigna, il che corrisponde a una resa di 87q/ha, poco meno della media nazionale.
• La Campania e’ una regione che nel 2008 ha vissuto una crescita della produzione del 7% rispetto al 2007 e marginalmente inferiore alla media storica.
• E’ anche una delle regioni che hanno mostrato un incremento molto significativo della superficie in produzione, se i dati di ISTAT sono attendibili. Nel giro di un anno si e’ passati da 26800 a 29900 ettari, dopo la riduzione occorsa nel 2005.
• Scendendo al dettaglio provinciale, la superficie vitata sembra essere salita in provincia di Salerno (da 4300 a 6100 ettari) e nelle provincie minori (+1000 ettari), mentre Benevento e’ stabile a 10700 ettari e Avellino sale da 6400 a 6600 ettari.
• Le rese per ettaro si confermano in discesa, anche a causa della cattiva vendemmia a Benevento, che storicamente ha rese superiori alla media (104q/ha contro 87 medi della regione). La Campania e’ oggi stabilmente sotto la media italiana di circa 7 quintali per ettaro.
• La produzione mostra incoraggianti segni di miglioramento: il bilanciamento rossi-bianchi e’ stabile da ormai 4 anni, segno che le vendemmie sono prevedibili e la vigna e’ “stabilizzata”.
• In secondo luogo, aumenta la proporzione dei vini DOC/DOCG e dei vini IGT a discapito dei vini da tavola, che sono scesi dal 2005 al 2008 dal 76% al 68% del totale della produzione.


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[altri contributi grafici nel resto del post]
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Puglia – produzione di vino e superfici vitate – aggiornamento 2008

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La Puglia si conferma una delle regioni principali del vino italiano, con una produzione di 7m/hl, seconda soltant o al Veneto e al di sopra dell’Emilia Romagna che nel 2007 l’aveva sopravanzata. Come per molte regioni del Sud, la vendemmia 2008 ha segnato un recupero verso i valori medi registrati dal 2000 a questa parte. Se scorrete velocemente i grafici vi accorgete anche che resta una regione dove resta ancora molto da fare. La “fisarmonica” della produzione tra il 2007 e il 2008 (da 5.7m/hl a 6.95m/hl) e’ determinata principalmente dai vini da tavola e poi in piccola parte dai vini IGT, mentre la regione mostra uno zoccolo duro di 0.8-0.9m/hl di vini DOC.


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Emilia Romagna – produzione di vino e superfici vitate – aggiornamento 2008

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L’Emilia Romagna ha avuto nel 2008 una vendemmia quasi in linea con la sua media storica (6340mila ettolitri contro 6460 medi dal 2000 ad oggi) e in miglioramento di circa l’1% dal 2007. L’andamento per provincia mostra pero’ una realtà non cosi’ lineare: a Ravenna (2380mila hl) si e’ realizzata una ottima vendemmia, il 15-16% sopra la media storica e il 2007, mentre a Reggio Emilia e’ successo il contrario con le percentuali esattamente opposte: una vendemia del 15% sotto la media storica e del 17% inferiore al 2007. Per Forlì invece le cose vanno in modo molto simile a Ravenna: +11% rispetto alla media storica, +4% rispetto allo scorso anno.
• Le superfici vitate si mantengono leggermente sopra l’andamento nazionale, con una continua espansione dal 2005 a questa parte. L’Emilia Romagna e’ ormai arrivata a 56600 ettari, con un incremento distribuito abbastanza equamente nelle varie provincie
• Le rese medie restano particolarmente elevate anche se e’ possibile identificare un certo miglioramento nel corso degli ultimi anni.
• Dal punto di vista del tipo di produzione, stanno risorgendo i vini bianchi anche in Emilia Romagna: sono stati il 42% della produzione nel 2008 contro il 38% del 2007, mentre i vini rossi sono scesi al 50%. La produzione di mosto resta nell’ordine dell’8% della produzione totale.
• Anche la suddivisione per denominazione non cambia: i DOC/DOCG sono il 23% del prodotto e un altro 36% e’ rappresentato dagli IGT. I vini da tavola e i mosti continuano a rappresentare il 40% della produzione regionale.
• Anche visto in tendenza non e’ possibile derivare alcun tipo di avvicinamento agli standard delle regioni piu’ orientate alla qualità.


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Esportazioni di vino italiano – aggiornamento aprile 2009

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Le esportazioni di vino hanno subito ad aprile 2009 l’impatto della Pasqua. I dati mostrano un pesante calo a valore (-12%) con volumi in crescita del 6%. Andrebbero pero’ letti a fianco di quelli di marzo 2009 che invece si confrontavano con un marzo 2008 “pasquale”. Le esportazioni sono tornate sotto i 3.5 miliardi di euro ma si sono riavvicinate ai 18 milioni di ettolitri annui. Visto le recenti previsioni per la vendemmia 2009 di 48 milioni di ettolitri (che mi sono sforzato di non scrivere a discapito dell’audience del blog, vista la totale mancanza di autorevolezza di una stima cosi’ precoce), speriamo che i volumi si tengano alti: ci aiuteranno a ridurre l’eccesso di produzione. Come vedete nei prossimi grafici, dove riassumo l’andamento per nazione, cio’ che sta salvando le esportazioni italiane e’ il mercato tedesco che sta compensando il pesante scivolone del mercato americano, di nuovo passato a n.2 . E qui potrei finire il post.


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Gli Stati Uniti sono scesi a 750 milioni di euro di export, dopo aver toccato 825-830m lo scorso anno. Il calo e’ oggi trainato dal crollo dei volumi, mentre a partire dall’ultimo trimestre del 2008 il cambio ha avuto un impatto largamente positivo: secondo i miei calcoli del 15% circa nei primi mesi del 2009. Sotto questa luce i cali del 20-25% sarebbero apparsi ben piu’ pesanti se il dollaro non avesse aiutato a compensarli.
Resta invece stupefacente l’andamento della Germania dove il calo dei volumi (da 6.8 a 5.8 milioni di ettolitri) sembra essersi esaurito e dove le esportazioni a valore hanno continuato gradualmente a crescere. Siamo ormai a 775 milioni di euro, che rappresenta il primo mercato per il vino italiano. Un primato che in realta’ si giustifica per la forte componente di vino sfuso (122 milioni di euro contro 11 spediti in USA) e di vino spumante (70 contro 57).

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Gli altri mercati sono in pesante calo. Vi ho messo i grafici del terzo e quarto mercato, cioe’ Regno Unito e Canada, oltre a quello della Russia, per simpatia, dove potete apprezzare la sostanziale stabilita’ delle esportazioni italiane. Il vino italiano continua a crescere in volume nel Regno Unito ma soffre in valore a causa del cambio e del crollo delle esportazioni di spumante (a proposito, la Germania e’ tornata il primo mercato per le bollicine italiane, come e’ sempre stato).

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La valutazione delle aziende vinicole in Borsa – aggiornamento Luglio 2009

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E’ ora di aggiornare il post sulla valutazione delle aziende vinicole. Devo dire che questo “aggiornamento” non porta particolari indicazioni sui multipli (cioe’ su quanto valgono le aziende relativamente ai loro utili). E’ invece molto interessante per quanto riguarda il modo in cui le aspettative si sono mosse negli ultimi 6 mesi. E qui vengo subito a discutere i due grafici che trovate per primi: quanto erano le attese di utili e fatturato a gennaio 2009 rispetto a settembre 2008 e quanto sono oggi rispetto a settembre 2008. Il periodo di riferimento e’ sempre il medesimo (l’anno fiscale 2009). Come potete vedere le stime a gennaio 2009 “erano a meta’ strada”. L’utile di Vranken, per esempio, era stato tagliato del 22% a gennaio (rispetto alla stima di settembre), mentre oggi il nuovo numero e’ del 40% inferiore. Laurent Perrier ha subito un taglio ulteriore: le stime di settembre 2008 non erano errate soltanto del 27% come sembrava a gennaio, ma del 57%. Per Constellation Brands a gennaio nessuno aveva in effetti tagliato le stime, mentre oggi la previsione e’ scesa del 15%. Mi pare che “a occhio” i piu’ colpiti (e quelli che mostriamo) siano le aziende della Champagne.


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