
I numeri delle esportazioni francesi del primo semestre 2013 sono decisamente brutti. A partire da febbraio i dati hanno cominciato a peggiorare (con un intermezzo ad aprile per via della tempistica pasquale) e alla fine del primo semestre l’export totale di vino è rimasto fermo a 3.6 miliardi di euro, che significano +0.6% rispetto al corrispondente periodo del 2012, con volumi in calo dell’1% a 6.97 milioni di ettolitri. Da dove arriva la delusione? Dal Bordeaux, che negli ultimi due anni ha registrato crescite vigorose (2 volte +30-35% nel semestre 2011 e 2012) e che ora sembra avere preso la direzione del calo (-6% con un mix combinato negativo di volumi e prezzi). Rappresentando circa un terzo dell’export totale (un altro 23% è Champagne) è chiaro che se non gira il Bordeaux è difficile che la Francia vada bene. Infatti, a guardare le categorie più assimilabili all’Italia come fascia di prezzo, le crescite non sono dissimili alle nostre, tra il 7 e l’8% contro il semestre 2012. Detto questo, il segnale della Francia (che è anche supportato dall’evidenza negativa di altri paesi come l’Australia e l’Argentina) è evidente: il commercio mondiale di vino sta rallentando vistosamente. Andiamo a guardare i dati.