
Mentre molti si chiedono che cosa succederà nel 2015 ai volumi esportati, data la vendemmia particolarmente scarsa, i dati del primo trimestre sugli spumanti continuano a stupire. Se da un lato è vero che i cambi stanno aiutando il nostro prodotto (Stati Uniti e Regno Unito in particolare), leggere un +54% nei volumi di marzo è abbastanza stupefacente. Va detto che la tempistica dalla Pasqua è molto importante per lo spumante e che la Pasqua 2015 è stata più “alta” del 2014. Comunque, anche a gennaio e febbraio i volumi crescevano dell’8-9%. I dati che leggiamo oggi indicano un incremento del valore dell’export nel trimestre del 23%, fatto di un calo del 26% per l’Asti (stabile in Marzo) e di un incremento del 30/35% degli altri prodotti. Conclusione: se è vero che il primo trimestre conta poco (circa il 20% dell’anno, di solito), i numeri otticamente eccellenti. Un problema è però dietro l’angolo. Se togliamo l’impatto cambi dalle esportazioni dei nostri spumanti DOP, ci accorgiamo che il prezzo medio di vendita espresso in valuta locale scende di oltre il 20% rispetto al -7% riportato nei dati ufficiali. Il che apre a una domanda: che cosa stiamo esportando? Siamo nella situazioni in cui quando i volumi non cresceranno più (per quello che dicevamo prima) le esportazioni torneranno indietro? Il rischio è più tangibile di quello che si possa immaginare. Andiamo a leggerne qualcuno insieme.
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