2016


I numeri della viticoltura biologica in Italia – aggiornamento 2016

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La corsa delle vendite di prodotti biologici non si ferma, anzi accelera a guardare i dati prodotti da Sinab e riferiti al 2016. Così anche per il settore del vino, dove la superficie coltivata secondo metodi bio ha superato quota 66mila ettari (qui incluso sono circa 2000 ettari di uva da tavola), quindi quasi l’11% della superficie vitata e altri 37mila sono in conversione, per un totale di 103mila ettari, quindi potenzialmente il 17% circa della superficie italiana. Il balzo del 2016 è notevole, del 25% circa, e segue la logica della domanda e delle vendite che sono cresciute del 41% nella GDO italiana nel 2016, addirittura raddoppiando (+110%) nel primo semestre 2017. A guidare la classifica delle superfici bio sono in termini assoluti tre regioni italiane: Sicilia, Puglia e Toscana, mentre penetrazione più elevata in relazione alla superficie totale si riscontra soprattutto nelle regioni del meridione. Visto l’incremento della domanda e il balzo delle superfici in conversione, vedremo ulteriori progressi nel futuro. L’Italia è avanzatissima anche a livello europeo. Secondo i dati dell’agenzia bio francese, la penetrazione bio in Italia supera quella di tutti gli altri paesi (la Spagna è all’11%, la Francia al 9% e la Germania all’8%) mentre in termini di superficie totale siamo leggermente dietro la Spagna (106mila ettari). Ma intanto passiamo a commentare i dati regionali italiani, che trovate dettagliate nelle tabelle contenute nel resto del post.

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Il valore dei vigneti in Italia per denominazione – dati CREA, aggiornamento 2016

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Riprendiamo l’argomento del valore delle vigne con l’aggiornamento al 2016 dei dati di CREA sul valore dei vigneti per denominazione. È questo un modo diverso di vedere il mercato, rispetto ai dati puntuali, ma con riferimenti regionali e provinciali, pubblicati qualche giorno fa. I dati sono “esempi”, quindi non sono rilevazioni puntuali; infatti qualche difetto si trova, come il valore massimo delle transazioni a Barolo, fermo da diversi anni a 1 milione di euro, che sappiamo non essere più un riferimento valido. Nel loro insieme, però, i dati sono molto coerenti con quelli che menzionavo sopra. La “media delle medie” delle variazioni di prezzo è del +2% per il 2016, un dato leggermente superiore al +1% che si ricava dai dati a livello italiano, ma che ovviamente si riferisce a un campione diverso, fatto su zone particolarmente vocate. Questo +2% monta su un +1% circa dello scorso anno, il che porta la rivalutazione dal 2000 a questa parte al 50% circa. Coerente è pure l’evidenza che in alcune zone come quella di Trento si assiste a un calo delle valutazioni dei vigneti rispetto al passato. Ma passiamo a qualche dato.

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Andrew Peller – risultati 2017 e presentazione dell’azienda

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E’ venuto il momento di aggiungere un’azienda alla lista di quelle che normalmente analizziamo annualmente: Andrew Peller. Inquadriamola: azienda familiare canadese, quotata in borsa, quasi interamente focalizzata sulla produzione e vendita di vino canadese in Canada. Le esportazioni, principalmente in USA sono meno del 5% del fatturato, così la quota di vini non canadesi e di prodotti “non vino”, anche se recentemente l’azienda è entrata nel segmento del whisky canadese. Perché è il momento? Perché Andrew Peller ha annunciato recentemente una serie di acquisizioni che la porteranno a aumentare in modo significativo la sua taglia, già oggi di tutto rispetto: parliamo infatti di un fatturato tradotto in euro di circa 230 milioni e di un EBITDA di 36 milioni di euro. Come dicevamo, ha annunciato l’acquisto di tre tenute a Okanagan Valley in British Columbia, per un valore di 95 milioni di dollari canadesi, che aggiungeranno circa 25 milioni di vendite alle 340 circa realizzate nell’esercizio chiuso a marzo 2017. Con una capitalizzazione di mercato di 760 milioni di dollari canadesi (500 milioni di euro circa) e dei multipli borsistici molto elevati (15x l’EBITDA e quasi 30 volte l’utile netto), entra a pieno merito tra gli osservati speciali del blog.

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Abruzzo – produzione di vino 2016 e stima 2017

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La produzione di quasi 4 milioni di ettolitri registrata nel 2016 in Abruzzo è stata una specie di massimo storico per la regione, con una crescita di un terzo rispetto al 2015 e un livello del 40% superiore alla media storica 2005-2016. Fissare questo punto è importante per comprendere anche il 2017, anno in cui si prevede un calo del 30% a 2.8 milioni di ettolitri, non dissimile dalla media italiana: se confermato, questo dato non sarebbe che il 5% sotto la media storica produttiva della regione, quando invece per l’Italia si prevede un livello del 15% circa inferiore alle medie storiche. L’analisi della produzione 2016 mette comunque in luce che questo milione di ettolitri prodotto in più si è tutto riversato nella categoria dei vini da tavola, rossi soprattutto, mentre i vini DOC sono rimasti all’incirca stabili intorno a 1 milione di ettolitri. Passiamo ai dati 2016 di dettaglio.

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Il valore dei vigneti in Italia per regione e provincia – dati CREA, aggiornamento 2016

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Il valore delle vigne è naturalmente un argomento molto caldo, soprattutto negli ultimi tempi viste le transazioni a prezzi eccezionalmente elevati in alcune aree ad altissima vocazione. Siccome “fa notizia” tutti si focalizzano su queste operazioni e sognano valori eccezionalmente elevati delle loro vigne. In realtà, in Italia ci sono 625mila ettari di vigneto (o giù di lì) e il loro valore non è certamente paragonabile, in media, a quello di quelle notizie. Secondo CREA di cui oggi rielaboriamo i dati nel primo di due articoli su cui ho lavorato, il valore medio di queste vigne è 51mila euro per ettaro. Questo ci fornisce una dimensione del valore fondiario della vigna italiana: 32 miliardi di euro. La variabilità è incredibilmente elevata: dai 13mila euro per ettaro della Sardegna ai 212mila del Trentino, dai 10mila della provincia Medio Campidano ai 305mila della provincia di Bolzano. Oltre a questi dati, troverete le analisi di variazione del valore delle vigne. I risultati sono molto simili a quelli che abbiamo sul blog calcolato guardando all’altro “taglio”, quello per denominazioni/località. Fatto 100 il valore del vigneto nel 2000 oggi siamo a circa 150. Ma anche qui non tutte le regioni sono andate alla stessa maniera. Come leggerete Piemonte e Friuli Venezia Giulia sono le due regioni che hanno beneficiato maggiormente dell’aumento dei valori delle vigne dal 2011 a questa parte, circa il 2% annuo a fronte di una media italiana nell’intorno del +1% annuo. E’ ora di passare ad analizzare qualche dato insieme.

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