2023


Buone feste da “I numeri del Vino”

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Cari lettori,

è tempo di bilanci, programmi e… riposo.

Il 2024 è stato un anno tutto sommato in miglioramento per il blog, con importanti segnali di stabilizzazione dei lettori che analizzeremo a inizio 2025 quando saranno disponibili i dati finali. Non posso dire lo stesso per quello che chiamo “effetto collaterale”, ossia lo scopo benefico di questa attività che resta amatoriale. “Chi cerca trova” mi direbbe qualcuno. È vero, io non ho cercato e non ho trovato sponsorizzazioni e occasioni di monetizzare a fin di bene l’attività del blog che nel 2024, anche a causa della mancanza dei corsi presso UNISG a Pollenzo, ha raccolto solo poco più di 400 euro. Motivo per cui, ho deciso di reintrodurre la pubblicità giusto per generare quei 100 euro all’anno in più. Tutto quello che verrà sarà apprezzato, soprattutto dai bambini della missione in Perù.

In questo momento è però importante ringraziare chi ha contribuito e sperare che il prossimo anno possa andare meglio. L’attività continua, sono entrato nel 19esimo anno di attività e l’eredità di dati e storia diventa sempre più importante.

Vi auguro un 2025 di salute e serenità.

Buone feste

Marco Baccaglio

Se siete arrivati fin qui…
…ho un piccolo favore da chiedervi. Sempre più persone leggono “I Numeri del Vino”, che pubblica da oltre dieci anni tre analisi ogni settimana sul mondo del vino senza limitazioni o abbonamenti. La pubblicità e le sponsorizzazioni servono per aiutare una missione laica in Perù. Per fare in modo che questo lavoro continui e resti integralmente accessibile, ti chiedo un piccolo aiuto, semplicemente prestando da dovuta attenzione con una visita alle inserzioni e alle sponsorizzazioni presenti nella testata e nella sezione laterale del blog. Grazie. Marco

 

Nuova Zelanda – produzione e consumo di vino – aggiornamento 2024

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La New Zealand Winegrowers Inc ha pubblicato il rapporto annuale 2024, con dati aggiornati al mese di giugno. La vendemmia in Nuova Zelanda, come vedremo anche per il resto del mondo, è stata una delle più scarse in termini di volumi degli ultimi anni. In particolare si sono prodotti 2.8 milioni di ettolitri di vino, contro i 3.6-3.8 dei due anni precedenti. Ma forse l’aspetto più preoccupante è il calo costante del consumo di vino da parte dei locali, sceso nel 2024 a 15 litri totali, metà di vino autoctono e metà di vino importato. Lo dico perché moltiplicando i 7.5 litri per gli abitanti in età di bevitori si arriva a 400mila ettolitri, quindi una percentuale della produzione di vino del 15% circa di una cattiva annata. E questo rende ancora più importanti le esportazioni, visto che la base di vigneto non accenna a crescere, anzi: nel 2024 si sono aggiunti altri 500 ettari, con una concentrazione sempre più spinta sul sauvignon, che ormai copre 28mila dei 42mila ettari totali. Vi lascio al resto del post con ulteriori commenti, grafici e tutti i dati riassuntivi.

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Il commercio mondiale di vini sfusi – aggiornamento 2023

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Eccoci all’appuntamento annuale con il post sul commercio mondiale dei vini sfusi. Cominciamo subito con le conclusioni. Se il mercato del vino è statico o in leggero calo, il mondo dei vini sfusi lo è certamente di più, sia nei volumi, che stimiamo essere intorno ai 32 milioni di ettolitri (oltre 40 preCovid), che nel valore, sceso dai 3.2-3.3 miliardi di euro degli anni immediatamente precedenti al Covid agli attuali 2.4 circa. I protagonisti di questo mercato sono gli spagnoli, con quote di mercato crescenti, al di sopra del 20% negli ultimi due anni, seguiti da Italia, Australia e Nuova Zelanda con il 12% circa ciascuno. Questi 4 paesi fanno dunque oltre la metà del totale e per arrivare ai due terzi basta aggiungere il 10% del Cile.

Passiamo a un commento più in dettaglio con tabelle e grafici, tratti dai dati di UN Comtrade.

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Indebitamento e leva delle principali aziende vinicole – dati Mediobanca 2023

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Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.

Ultima puntata del lavoro sul rapporto Mediobanca. Parliamo oggi di debiti e di leva finanziaria delle principali aziende vinicole italiane. La prima cosa da dire è che i debiti di queste 24 aziende analizzate sono cresciuti del 23% nel 2023, diciamo pure il ritmo più sostenuto “di sempre”. La ragione è semplice: siamo di fronte a un processo di consolidamento del settore dove si stanno creando alcuni poli (IWB, Argea per esempio) in alcuni casi guidati dal private equity, e nel 2023 in particolare, Antinori si è portata a casa una grande azienda vinicola americana (Stag’s Leap Wine Cellar), facendo crescere in modo importante il suo debito (e a conti fatti, il 90% dell’incremento del debito del campione è proprio da associare ad Antinori). Questo non significa un peggioramento degli indici di bilancio, in quanto il maggiore debito è stato parzialmente compensato dal maggior patrimonio e dai maggiori utili operativi. Certamente nel 2023 questo maggiore debito si è combinato a tassi di interesse più elevati e ha quindi determinato un impatto negativo sugli utili che abbiamo potuto apprezzare nei dati commentati nelle scorse settimane. Bene, nel ricordarvi che le tabelle incluse nel post si riferiscono esclusivamente alle aziende con oltre 100 milioni di euro di fatturato, vi invito a proseguire nella lettura.

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Settore vino contro settore bevande – dati Mediobanca 2022/23

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Riprendiamo oggi una analisi a mio parere piuttosto interessante che si basa sui dati pubblicati da Area Studi Mediobanca, ossia il confronto tra il settore del vino e quello delle bevande (alcoliche e non) italiane, per quanto riguarda tutta una serie di indicatori economico-finanziari.

Avvertenze: l’analisi arriva al 2023 per le bevande e ancora al 2022 per il vino (salvo per che per le vendite) e andiamo indietro di circa 10 anni (anche se potremmo raddoppiare!). Secondo, l’analisi include tutto il settore vino e quello senza le cooperative, che è secondo il mio parere quello da guardare.

Bene, cosa si ricava dal post? Direi quanto segue. Primo, che la crescita del settore del vino e di quello delle bevande è stata equivalente nei 10 anni, anche se il settore del vino è stato meno influenzato nel periodo del Covid. Nel periodo più recente, le aziende vinicole sono cresciute meno di quelle delle bevande, probabilmente per la loro maggiore esposizione alle esportazioni, che sono rallentate in modo importante. Secondo, i margini di profitto delle aziende vinicole sono migliorati rispetto al passato, sia in valore assoluto sia rispetto a quelli del settore delle bevande. Il valore dell’eccellenza del vino italiano comincia a filtrare nei dati economici. Dall’altro lato, fare vino richiede più investimenti che fare bevande e dunque quando si passa dai margini di profitto (quanto si guadagna rispetto a quanto si vende) al ritorno sul capitale (quanto si guadagna rispetto a quanto si investe) il confronto diventa più sottile, anche se lo svantaggio storico delle aziende vinicole sembra non vedersi più. Infine, la struttura finanziaria delle aziende vinicole è migliorata in proporzione a quello del settore delle bevande nel corso degli anni.

Bene passiamo a una analisi dei dati corredata da grafici e tabella riassuntiva.

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