2023


Canada – consumi e mercato del vino, dati 2022/23

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Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.

I dati 2022/23 pubblicati dall’ufficio statistico canadese sui consumi di bevande alcoliche non forniscono dati incoraggianti per il mondo del vino. Infatti, anche in Canada, unico degli unici mercati in cui il consumo di vino era in progressione, dopo la parentesi del Covid sembra aver imboccato il sentiero del lento declino. E questo andamento sembra vero non soltanto in valore assoluto (i consumi di vino sono tornati a 5 milioni di ettolitri nel 2022-23, dove stavano nel 2016-17) ma anche in termini relativi. La spesa in vino dei canadesi è in calo intorno al 30% della spesa totale per le bevande alcoliche, contro un dato degli ultimi anni del 31-32%.

Per il resto le tendenze sono quelle che vediamo dalle altre parti. Se i dati in volume calano (-3% nel 2022-23) i dati in valore sono circa stabili (+0.6%), con un andamento positivo per gli spumanti, leggermente sopra la parti per i vini bianchi e in calo per i vini rossi. In questo specifico mercato, l’eccezione sembra i vini rosati, che dopo anni di crescita hanno mostrato un primo calo, su proporzioni del tutto marginali (3-4% del totale).

Bene passiamo a un’analisi più dettagliata con le tabelle e tutti i grafici allegati.

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Il valore dei vigneti in Italia per denominazione – dati CREA, aggiornamento 2023

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Dati in formato testo disponibili nella sezione Solonumeri.

Come forse avrete letto qualche settimana fa, il post sul valore dei vigneti è una “hit” del blog. Verso la fine dell’anno, l’istituto CREA pubblica questo tabellone con i valori minimi e massimi delle terre in Italia, da cui noi estraiamo da qualche anno la parte riservata ai vigneti. Molti dei valori sono gli stessi dell’anno precedente, alcuni vengono di tanto in tanto aggiornati. Il calcolo che viene fatto qui è calcolare la “media” della variazione dei prezzi per dare un’idea non solo dei valori ma di come si muovono nel tempo.

Per il 2023, da questo calcolo si deriva un incremento del valore delle vigne dell’1.5% rispetto al 2022, quando si era registrato un incremento del 3.8%. Con dei tassi di inflazione rispettivamente del 5.7% (2023) e 8.1% (2022), si tratta dunque del secondo anno in cui nel loro insieme i vigneti italiani non tengono il passo con la perdita di valore della moneta. E lo vedremo ancora più nel dettaglio con l’altro post derivato da CREA, dove invece che analizzare i dati per denominazione vengono analizzati per area geografica.

Entrando nello specifico, come sempre sono le zone delle Langhe, di Montalcino e di Bolgheri a registrare i valori più significativi. Sono stati fatti degli aggiornamenti significativi (+6/8%) nella denominazioni abruzzesi, Galluccio, Avellino e di Udine, in Sardegna del Cannonau e del Vermentino, nella zona dell’Etna e nella zona di Bolgheri, dove nel giro di tre anni il valore dei vigneti è arrivato al medesimo livello di quelli di Montalcino, secondo il rapporto.

Passiamo a un’analisi più dettagliata con grafici e la tabella riassuntiva, che vi ricordo si trova anche su Solonumeri.

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Castel Freres – risultati e analisi di bilancio 2023

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Si dice su Wikipedia in francese che il Gruppo Castel, attivo nel vino, birra, acqua e altre bevande alcoliche raggiunga 2.6 miliardi di euro di fatturato nel 2011. Purtroppo questa informazione è linkata a un documento scomparso. Oggi invece guardiamo (probabilmente) a una sottorappresentazione di questo gruppo, a Castel Freres, che è interamente focalizzata sul vino. Dal sito istituzionale si legge che commercializza (2022) 400 milioni di bottiglie (loro dicono con 720 milioni di fatturato, io leggo 663 nel bilancio, ma si tratta del bilancio della capogruppo e non del consolidato). Oggi cominciamo a seguirne il bilancio per capire come si muove un’azienda francese in qualche modo simile (anche se più grande) ad alcune realtà italiane che si sono costituite negli ultimi anni come IWB piuttosto che Argea.

Guardando questi numeri nel tempo, soprattutto quelli del 2023, si trae una sensazione di “lenta decrescita” dove si mantengono dei margini industriali sani, intorno al 16-17% ma a causa di questo leggero costante calo non si riesce a tenere testa ai costi generali e quelli del personale, che invece mantengono un trend di leggera crescita. Alla fine, pur generando cassa, Castel Freres è passata da fare una ventina di milioni all’anno di utili a 17 milioni (che sarebbero 15 senza i proventi straordinari) nel 2022 e 3 nel 2023 (7 se normalizzati).

Passiamo a una breve analisi dei numeri.

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Louis Jadot – risultati 2023

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Allarghiamo oggi il fronte delle aziende che seguiamo sul blog con Louis Jadot, lo storico produttore di vino fondato nel 1859 in Borgogna di cui abbiamo scaricato i bilanci dalla camera di commercio francese (data.inpi.fr per chi volesse cimentarsi nell’impresa, in certi momenti eroica).

Etichetta famosa con la testa di bacco, fatturato come vedremo a circa 100 milioni di euro e qualche acquisizione in passato, una di queste in Oregon, Jadot è nella zona vinicola francese più di moda, dove i prezzi delle bottiglie sono esplosi negli ultimi anni, facendo crescere a dismisura anche i profitti delle imprese locali (potete leggere qui di Armand Rousseau). Dobbiamo dire che per quanto i numeri siano di tutta eccellenza (con un salto deciso delle vendite dai 70-80 milioni pre-Covid ai 100 milioni d più odierni) non si vede un vero salto in alto degli utili, fatta eccezione per l’anno 2021. Probabilmente la ragione è che Jadot è più un imbottigliatore che un vero produttore e come spesso abbiamo potuto notare in questi anni, nel mondo del vino l’ ”ultimo di mano”, ossia quello che poi alla fine beneficia del forte incremento dei prezzi delle bottiglie molte volte è chi possiede la terra.

Ad ogni modo, se vi interessa l’analisi prosegue con grafici e tabella riassuntiva dei dati.

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Vino.com – risultati 2023

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Parola d’ordine, mettere i conti in ordine. Nel 2023 Vino.com si è messa a dieta e ha cambiato in qualche modo i suoi obiettivi da “diventare profittevoli vendendo sempre di più” a “diventare profittevoli guadagnando di più e vendendo di meno” (soprattutto prodotti di fascia bassa, aggiungerei), riuscendo così a operare con costi di struttura più contenuti. Tra le aziende di ecommerce che guardiamo è una di quelle che nel 2023 ha avuto un calo delle vendite più marcato (-22%), a dire il vero dopo un exploit clamoroso durante il Covid, e un margine lordo sulle vendite più elevato di tutti, quasi “fuori mercato” al 35% contro il 30% di Tannico e il 26% di Callmewine e Xtrawine. Questo ha  consentito all’azienda di tenere un livello assoluto di margine lordo stabile in euro e di ridurre le perdite in modo importante grazie al taglio dei costi. La struttura finanziaria resta molto solida, anche grazie a un ulteriore contributo di 4 milioni di euro venuto dai soci e al fatto che nel 2024 i soci hanno deciso di trasformare in capitale il prestito soci di oltre 5 milioni di euro di cui la società godeva.

Passiamo a un commento dei dati con la tabella riassuntiva:

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