Baron de Ley


Baron de Ley – risultati 2020

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Il bilancio 2020 di Baron de Ley è molto meno peggio di quello che ci si poteva immaginare, per due motivi: 1) il calo pesante delle vendite registrato in Spagna e nei paesi dell’EU derivante dalla forte esposizione al canale della ristorazione è stato parzialmente compensato da spedizioni straordinari nei paesi extra-EU dove il prodotto è più esposto alla distribuzione al dettaglio; 2) nonostante il COVID, l’azienda ha mantenuto ottimi margini e anche grazie al taglio degli investimenti e all’ottimizzazione del capitale circolante ha aumentato dotazione di cassa da 171 a 190 milioni di euro. Proseguendo sull’onda dei numeri, abbiamo un fatturato di 96 milioni, in calo del 4% e un utile netto di 21 milioni, in calo del 25% sul 2019. In entrambi i casi il confronto era particolarmente difficile. Passiamo a commentare i numeri.

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La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2020

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Due cose succedono nel nostro post annuale sulla valutazione delle aziende vinicole. Primo, non abbiamo più i multipli di Baron de Ley perchè ormai il proprietario si è comprato tutte le azioni sul mercato e quindi non ci sono più analisti che hanno interesse a elaborare delle stime. Al suo posto inseriamo Andrew Peller, il produttore di vino canadese quotato. Il post resta comunque difficile da scrivere e da interpretare per il momento particolarmente incerto. Secondo, il mitico “EV/EBITDA”, parametro di riferimento delle valutazioni aziendali in quanto un buon indicatore della generazione di cassa aziendale è defunto, causa introduzione dello scellerato principio contabile IFRS16. Resta il multiplo del valore d’impresa sull’utile operativo.

I valori borsistici delle aziende vinicole sono calati mediamente del 7%, con cali più pronunciati per le aziende della Champagne e di quelle legate alla Cina, Treasury Wine Estates in particolare. In Italia ha perso terreno Masi, mentre è cresciuto di oltre il 60% il valore di IWB, che dalla crisi COVID ha tratto forti benefici grazie alla sua esposizione alla grande distribuzione e alla vendita diretta. Bene, nel post trovate la tabella aggiornata con i multipli degli utili (Prezzo/Utili) e (Valore d’impresa su utile operativo), oltre al multiplo sulle vendite (valore d’impresa sulle vendite). Passiamo a commentare qualche numero.

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Baron de Ley – risultati 2019

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Baron de Ley è ormai un titolo “fantasma” nel contesto della borsa spagnola. Una delle aziende più importanti della Rjoha è ormai nelle mani del principale azionista Eduardo Santos-Ruiz, con una quota del 90% del capitale. A forza di comprare e cancellare azioni proprie la sua quota si sta avvicinando alla soglia critica della cancellazione delle azioni dal listino di Madrid. Fatta questa premessa è un’azienda che stampa utili a ripetizione, con una generazione di cassa eccezionale, 1000 ettari di vigneti, un valore di mercato di 400 milioni di euro. Nel 2019 i risultati sono stati spinti soprattutto dalla parte finanziaria, anche se l’attività è andata bene in tutti i mercati e le vendite hanno sfiorato 100 milioni di euro. L’utile operativo sfiora 25 milioni e il 25% delle vendite e l’azienda vanta una posizione di cassa di 172 milioni di euro, il che implica una generazione di cassa di 21 milioni di euro, il 5% circa del valore di borsa. Un anno buono, dunque, in attesa di capire che cosa succederà nel 2020 con la crisi del Covid. Baron de Ley fa poco più della metà delle vendite in Spagna, dove l’attività sarà fortemente impattata. Ma per ora analizziamo ai numeri del 2019.

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La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2019

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Le politiche monetarie espansive adottate sia dagli europei che dagli americani hanno continuato a dare fiato alle valutazioni borsistiche mondiali e di conseguenza anche alla valutazione delle aziende vinicole quotate. Dopo una leggera “svalutazione” osservata lo scorso anno, quasi tutte le aziende mostrano dei multipli di valutazione applicati all’anno corrente (2020) superiore a quelle osservate un anno fa, con una sola eccezione: le aziende della Champagne, dove l’andamento dell’attività annunciato negli ultimi mesi è stato particolarmente negativo (vedere i post relativi in particolare a Lanson e Vranken Pommery). Andiamo dunque ad analizzare i dati insieme, che vedono tre gruppi di aziende (per dimensione e specializzazione) trattare tra 16 e 21 volte gli utili, 2.5 e 4 volte le vendite e tra 14 e 25 volte l’utile operativo. Buona lettura.

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Baron de Ley – risultati 2018

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Il prezzo delle azioni di Baron de Ley è da ormai un paio di anni stampato a quota 100-115 euro per un valore di mercato di circa 450 milioni di euro. Eppure i dati degli ultimi anni mostrano un’azienda con attivi crescenti: crescono gli ettari di vigneto (904 nel 2016, 921 nel 2017, 949 nel 2018), il magazzino di vino (di qualità) sale (89 milioni nel 2016, 104 milioni nel 2017, 113 nel 2018) e l’azienda siede su 151 milioni di euro di cassa netta. La gestione genera utili al netto delle imposte per 23 milioni nel 2018 (un po’ altalenanti negli anni, questi, anche a causa delle differenze cambio), ma l’azienda non da dividendi, affidandosi al riacquisto di azioni (7 milioni nel 2018, una decina all’anno in media dal 2012 a questa parte). Baron de Ley è dunque un’azienda molto profittevole, che genera molta cassa e molto noiosa. Pochi di voi leggono questo post che pubblico una volta all’anno, ma questi spagnoli mi sembra ci sappiano davvero fare… passiamo ai numeri 2018…

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