bilancio 2013


CAVIT – risultati e analisi di bilancio 2012-13

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Con Cavit cominciamo al solito la stagione dei bilanci 2013, essendo la prima azienda a chiuderlo a Maggio. L’annata per Cavit è andata discretamente bene, nel senso che con un fatturato ormai inchiodato da anni a poco più di 150 milioni, ha continuato nel sentiero di riduzione del debito. E’ probabilmente la grande cooperativa italiana meno indebitata e forte di questa struttura finanziaria ha deciso di fare un passo fuori dai confini, con un’acquisizione in Germania della più grande vecchia tedesca di produzione di spumanti metodo classico, la Kessler Sekt, con 1 milioni di bottiglie all’attivo. Gli effetti dell’acquisizione li vedremo il prossimo anno, ma certamente la quota di spumanti sull’attività di Cavit, oggi ancora sotto il 10%, con una esposizione soprattutto in Italia, è destinta a crescere. Certamente i soci della cooperativa, che già finanziano Cavit con circa 37 milioni di euro di crediti commerciali, sarà destinata a crescere, dato che la cooperativa non ha una significativa capacità di generazione di cassa indipendente. Passiamo all’analisi dei numeri.

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Delegat’s – risultati 2013

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Dopo diversi anni passati a ristabilizzare la struttura finanziaria e a portare l’azienda a un buon livello di redditività, nel corso del 2012-13 Delegat’s ha ripreso il sentiero della crescita investendo 73 milioni di dollari locali nell’acquisizione di nuove tenute, parte in Nuova Zelanda  e parte in Australia. Il risultato è un incremento del debito del 47% circa, che si confronta con dei risultati reddituali (2012-13) non troppo soddisfacenti, in parte a causa della vendemmia scarsa ma soprattutto a causa del forte apprezzamento della valuta locale. Il marchio Oyster Bay continua a crescere penetrando negli USA. L’andamento borsistico premia la strategia: il valore delle azioni ha raggiunto 384 milioni di dollari locali, con un multiplo di 9 volte il MOL (storico) e 11.6 volte l’utile operativo. Vediamo insieme i numeri.

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Constellation Brands – risultati primo semestre 2013

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Constellation Brands ha cominciato con il secondo trimestre 2013 la sua “nuova vita”, avendo chiuso a inizio trimestre l’acqiusizione di Crown imports. La struttura dei conti è pesantemente cambiata e oggi, a guardare il gruppo, si può ben dire che la birra conti più del vino: nel trimestre il vino ha generato 155 milioni di utile operativo, mentre la birra ne ha fatti circa 220, il tutto prima dei costi corporate e degli aggiustamenti (che sono stati molto significativi). Il bilancio di cui vedete i principali numeri in tabella subisce poi uno stravolgimento dovuto alla rivalutazione delle attività di Crown per circa 1.6 miliardi di dollari (che vedete sull’utile operativo totale), mentre il debito sale a 7.2 miliardi di dollari, dai precedenti 3.5 dopo il deal. Per i nostri scopi di analisi le cose non vanno così male, dato che il segmento vino è oggetto, con gli spirits, di un segmento a parte. Il trimestre, come vedremo nel resto del post non è andato tanto bene, anche se più che del vino si tratta di un problema degli spirits. Buona Lettura.

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Treasury Wine Estates – risultati 2012-13

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I risultati che TWE ha pubblicato a fine agosto sono stati accolti decisamente male dagli azionisti. Il bilancio 2012-13 vede un utile netto piu’ che dimezzato a causa di una mega svalutazione di 100 milioni di dollari australiani (netto tasse) relativi a prodotti che sono stati venduti ai distributori in USA (e sui cui quindi negli anni scorsi si sono registrati dei profitti) ma che non sono piu’ piazzabili. Si tratta certo di prodotti di qualita’ media che non mettono in discussione il valore dei key brands, ma la notizia e’ stata in luglio con un forte calo del titolo. Una seconda botta l’ha presa proprio all’annuncio. Non tutto funziona male, pero’. Nel mercato asiatico TWE sta macinando forti incrementi di volume e di utili, che piu’ che compensano il pesantissimo andamento della divisione americana dove i profitti continuano a calare con una parabola che li ha portati a ormai un quarto di quanto erano prima della crisi. E non e’ finita perche’ un ulteriore impatto di 30 milioni di dollari (sui 67 generati dalla divisione americana) verranno nel 2013-14 a fronte della riduzione delle vendite. Il tutto soprattutto nel primo semestre, quindi da giugno a dicembre 2013. L’andamento in Asia e il recupero in Europa (da livelli molto bassi) dovrebbe comunque compensare, anche aiutata finalmente dai cambi: l’azienda prevede 230-250m AUD di utile operativo che dovrebbe confrontarsi con il dato (pre-costi corporate) del 2012 di 247 milioni di dollari.

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LVMH – risultati primo semestre 2013

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Sebbene questo post sia “affondato” nella calda estate dell’8 agosto, la sua rilevanza per il mondo del vino potrebbe essere quella di un post della domenica sera di un qualsiasi Marzo, quando l’audience è al massimo. Parliamo oggi dei risultati del primo semestre di LVMH, il colosso mondiale del lusso, che ha appena comperato Cova e Loro Piana e che detiene alcuni dei più importanti marchi del vino e dei brown spirits del mondo. Ebbene, nel quadro di un semestre difficile per tutto il gruppo, nel segmento wine and spirits LVMH ha sofferto un chiaro rallentamento delle vendite, soprattutto di vino, e un deterioramento dei margini nell’area che interessa a noi, quella del vino. Infatti nel primo semestre, con volumi di Champagne stabili e nonostante un +5% nelle vendite a volumi degli altri vini, il fatturato scende dell’1% (da cui si deduce un price mix in deterioramento del 3.4%) e il margine operativo si contrae per la prima volta dalla crisi del 2009 a questa parte. Le vendite in Asia non crescono più velocemente che nel resto del mondo e in Francia prendono a scendere. Che sia un segnale di inversione di rotta per l’altissimo di gamma del vino che LVMH rappresenta così bene? Chissà, per ora limitiamoci a commentare brevemente i dati.

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