bilancio 2015


Antinori – risultati 2015

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Il Gruppo Antinori ha chiuso il 2015 con risultati record sotto tutti i punti di vista: le vendite hanno superato quota 200 milioni, il MOL ha raggiunto quota 42% e l’indebitamento è il più basso da 10 anni a questa parte, sia in valore assoluto che in rapporto alla generazione di cassa. E’ importante sottolineare che un andamento tanto positivo si e’ realizzato anche grazie all’ottima performance del mercato americano, sia grazie alla rivalutazione del dollaro che all’andamento delle vendite locali. La cattiva annata 2014 non ha influenzato molto i risultati, anche perche’ molto di questi vini non sono in vendita. Va peraltro detto che il 2015 si è rivelato essere invece ottimo nelle zone critiche per il gruppo come la Toscana, la Puglia e il Piemonte e questo lascia ben sperare. Il 2016 è indubbiamente partito molto bene (+8% nel primo trimestre), anche se non sara’ facile mantenere il passo, visto che il trimestre ha beneficiato di alcuni ordini sui mercati esteri di vini che nel frattempo sono esauriti. Antinori non sta in questo momento effettuando rilevanti investimenti (16 milioni nel 2015 contro i 18 del 2014), ma continua a concentrare tutta la generazione di cassa al taglio del debito (sceso a 69 milioni, quindi meno di una volta rispetto al MOL), senza pagamento di dividendi agli azionisti: una nuova mossa è all’orizzonte? Passiamo ad analizzare i dati.

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Lunelli [Ferrari] – risultati 2015

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Come promesso lo scorso anno, analizziamo quest’anno il bilancio di Lunelli SpA e non quello di Ferrari perche’ in tal modo è possibile avere un quadro completo del gruppo che fa capo alla famiglia, includendo le tenute agricole, le società immobiliari, l’acqua Surgiva e, dal 2015 oggetto di analisi, anche Bisol. Proprio Bisol è consolidata nel 2015 per 9 mesi (aprile-dicembre), da quando la quota è salita dal 50% dall’80%. Proprio Bisol è forse la parte più interessante di questo commento, viste le difficolta reddituali (da leggere: tanto fatturato, niente utili o anche peggio) che la stanno caratterizzando, e che sono destinate a continuare anche nel 2016 a causa dei prezzi in forte crescita del vino Prosecco sfuso. Tornando ai grandi numeri, Lunelli fa un balzo di 20 milioni di euro di fatturato annuo, che si aggiungeranno completamente nel 2016 (probabilmente nel 2015 ce ne sono stati 16-17 milioni), che si aggiungono ai 60 milioni di Ferrari (che continua ad andare a gonfie vele, +16% nel 2015) e agli 8-9 milioni dell’acqua Surgiva. Sommando tutto si arriva a un fatturato di 84 milioni di euro per il 2015, un margine operativo lordo di 13 milioni di euro e un utile netto di 7 milioni di euro, con un indebitamento di 33 milioni, contenuto rispetto alla dimensione patrimoniale del gruppo (226 miloni di patrimonio), un po’ meno rispetto alla dimensione reddituale (2.6x debito su EBITDA secondo il nostro calcolo). Passiamo ai numeri, con l’avvertenza che in questo post le figure sono un po’ meno del solito per via della scarsa serie storica a disposizione.

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Yantai Changyu Pioneer Wine – risultati 2015

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In questa settimana pre-ferragosto ho trovato un argomento da “prime time” per chi è fedele al blog. Si tratta dell’analisi di bilancio della principale azienda vinicola cinese, Yantai Changyu Pioneer Wine, quotata in borsa con un valore di mercato di poco più di 3 miliardi di dollari. C’e’ voluta qualche ora per districarsi nei numeri (difficile abituarsi ai bilanci cinesi, anche se in inglese…) ma penso che riusciamo a fornire un quadro piuttosto preciso: Changyu era un’azienda che faceva una montagna di soldi fino al 2012 circa, quando ha subito la pressione delle politiche di austerità cinesi. Fare tanti soldi significa l’80% di margine industriale sul vino, che rappresenta il business più importante, il 40% di margine operativo consolidato e un utile netto pari al 30% delle vendite. Tanti soldi, nel 2012 erano 1.7 miliardi di yuan, che erano a quel tempo 210 milioni di euro. A tre anni di distanza, il fatturato è calato in modo sensibile, da 5.6 a 4.6 miliardi tra il 2012 e il 2015 (in recupero sul 2014), cioè circa 673 milioni di euro, il margine sul vino è di 10 punti più basso (ma sempre molto “ricco”) e l’utile netto è al 22% delle vendite e a circa 150 milioni. La strategia dell’azienda non sembra però cambiata, nonostante i numeri meno interessanti: gli investimenti sono rimasti stabilmente sopra il 20% e nel 2015 oltre alle vigne e alle cantine hanno cominciato anche a comprare aziende… buona lettura del resto del post e buona vacanza per chi è via…

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Banfi – risultati 2015

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Nel 2015 Banfi è riuscita a portare a casa un ulteriore miglioramento dei margini di profitto in un contesto di una crescita delle vendite intorno al 5%, supportata piuttosto sorprendentemente dai progressi nel mercato europeo. Invece, le vendite in Nord America non sembrano essere cresciute nel 2015, nell’ambito di una riorganizzazione commerciale che vede la società agricola vendere direttamente sul mercato senza passare forzatamente per la società commerciale. Così come abbiamo visto per altre aziende, il 2015 è stato però anche un anno di investimenti e di nuove acquisizioni. Oltre alla predisposizione degli 80 ettari a Campiglia Marittima, Banfi ha portato a compimento l’acquisizione di 60 ettari vitati nel Chianti (Cerreto Guidi) e di altri 30 al confine con la proprietà principale di Banfi, nel comune di Castel del Piano. Per il secondo anno consecutivo, e quest’anno in modo molto evidente, gli investimenti sono stati superiori alla generazione di cassa dell’azienda.

Come già per gli scorsi anni presentiamo i dati cercando il più possibile di “riunire” le due anime di Banfi, agricola e commerciale, dopo la separazione di qualche anno fa. Vi sottolineo quindi che questi numeri rappresentano delle stime e, se non nella precisa ripartizione, non corrispondono ai dati riportati nel bilancio di Banfi. Detto questo, sono credo la miglior approssimazione della performance del gruppo.

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Compagnia de’ Frescobaldi – risultati 2015

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Il 2015 è stato un anno particolarmente positivo per la Compagnia de’ Frescobaldi, con un fatturato in crescita di oltre il 10% in rapido avvicinamento a 100 milioni e margini di profitto che hanno toccato il punto più elevato da quando inumeridelvino analizza il bilancio. Gli amministratori prevedono per il 2016 un ulteriore incremento dei volumi di vendita e hanno messo a punto un paio di operazioni per accompagnare tale crescita, adeguando la capacità produttiva. Nel Chianti Classico, Frescobaldi ha preso in affitto oltre 60 ettari di vigneto del Castello di San Donato in Perano; nella zona di Montalcino ha acquistato con un investimento di 11 milioni una tenuta che sarà molto importante per uno dei suoi prodotti di punta, “Luce”, dato che consentirà di predisporre una cantina apposita e di aumentare i volumi da 85mila bottiglie a 130mila. Anche se il prezzo dell’acqusizione è stato definito “caro”, l’orizzonte di lungo termine tipico dell’azienda e l’utilizzo della nuova produzione per un prodotto di alta gamma come Luce consentirà certamente di estrarre valore dell’operazione. Il  post continua con l’analisi dettagliata.

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