bilancio 2017


Mezzacorona – risultati e bilancio 2016/17

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Dopo aver analizzato i dati di Nosio, passiamo ai numeri consolidati del gruppo Mezzacorona, che al pari della controllata ha questa anomalia della chiusura 2016 di 11 mesi. Ciò impone di analizzare i dati o in una prospettiva biennale (2017 contro 2015) oppure di rettificare le variazioni percentuali annue di circa il 7-8% al ribasso per considerare il mese mancante. Molti dei temi di Nosio si ripropongono: la crescita delle vendite del 13%, che quindi diventa 5-6% una volta aggiustata, l’andamento ancora più marcatamente positivo del mercato italiano e il calo piuttosto vistoso dei margini di profitto, per i medesimi motivi già visti la scorsa settimana. Detto questo, la cooperativa ha aumentato ulteriormente a 64 milioni di euro le liquidazioni ai soci, il massimo storico, ed è riuscita a ridurre ulteriormente l’esposizione debitoria. Probabilmente il 2017 sarà un anno di picco, vista la scarsa produzione in arrivo per la prossima annata… ma per il momento vale la pena di concentrarci sui questi dati. Passiamo all’analisi.

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Nosio – risultati e bilancio 2016/17

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Partiamo con l’analisi dei bilanci targati 2017 con i dati di Nosio, oggi, e della capogruppo Mezzacorona, prossima settimana. I dati che analizziamo oggi sono riferiti all’esercizio chiuso a luglio 2017. Fate attenzione a quando guardate i dati perché non sono del tutto  comparabili con il 2016, quando l’esercizio era stato di 11 mesi e non 12 (manca agosto). Quindi, i dati che apparentemente mostrano un incremento del 13% e un margine operativo lordo stabile, in realtà sono meno positivi una volta aggiustati, presumibilmente dell’8% al ribasso. Ci sono alcuni aspetti importanti che vedremo probabilmente in altri bilanci nei prossimi mesi: 1) dal punto di vista della crescita del fatturato, i dati dell’Italia sono piuttosto positivi, finalmente allineati alle altre regioni; 2) nel caso di Nosio, sono migliorati i dati sull’Europa, che erano stati negativi nel 2016 e sono un po’ meno forti (ma comunque in leggera crescita) quelli extraeuropei; 3) i margini di profitto sono stati negativamente influenzati dal calo dei contributi (ritengo OCM, cosa che si vede anche nei bilanci di altri, come Masi) e, nel caso specifico, da un incremento dei costi del personale, probabilmente da ricondurre anche ad alcuni avvicendamenti nel management aziendale. In sintesi: buoni dati commerciali, meno positivi i dati sui margini, in calo, per arrivare a un utile netto perfettamente allineato al 2016… quando però c’era un mese in meno.

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LVMH divisione vino – risultati 2017

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LVMH ha subito un deciso rallentamento nella seconda parte dell’anno nella sua divisione vino, mentre l’area dei beni di lusso è continuata a crescere e ha spinto le azioni al rialzo. I dati finali del 2017 sono comunque in crescita del 4-5% ma si compongono di un primo semestre eccezionalmente positivo (vendite +12% e utile operativo +21%) e un secondo semestre con vendite stabili e utile operativo in calo del 7%. Che cosa ha determinato questo rallentamento? Certamente i cambi: nel primo semestre le vendite furono aiutate dai cambi (+2%), mentre a fine anno siamo passati a -2%. Ma anche la crescita organica è stata meno vibrante: da +10% nel primo semestre siamo passati a +7% sul fine anno. Per la parte più interessante per noi, le consegne di Champagne sono scese da +8% nel primo semestre a +1% nel secondo semestre, quelle degli altri vini erano stabili nel primo semestre e sono calate dell’1% nel secondo. A supportare le vendite in termini di mercati sono sempre gli USA e la Cina, mentre un freno viene oltre che dai cambi anche dalla disponibilità limitata di prodotto da vendere e dal temporaneo rallentamento delle consegne di Glenmorangie in Asia. Gli investimenti continuano: nel corso del 2017 LVMH ha comperato un whisky americano (Woodinville) e una cantina in California, Colgin Cellars (con una quota del 60%). Ma passiamo ad analizzare i dati in dettaglio.

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Laurent Perrier – risultati primo semestre 2017

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Con i dati di Laurent Perrier chiudiamo il cerchio dei risultati semestrali delle aziende della Champagne, con una amara conclusione che le tre piccole aziende che seguiamo non sono riuscite a tenere il passo di LVMH. La divisione vino/Champagne di quest’ultima ha visto una crescita degli utili di questi il 20%, forte dell’esposizione ai mercati esteri, mentre Laurent Perrier, come potete leggere di seguito ha chiuso a -10%, Lanson a -57% e Vranken ha segnato un +24% ma da un livello di margini così esiguo che la variazione percentuale perde rappresentatività. La causa è come dicevo l’eccessiva esposizione al mercato francese e all’Europa, come potete vedere dal grafico allegato nel resto dell’articolo. Grafico nel quale potete anche apprezzare che Laurent Perrier è quella dopo LVMH con più diversificazione internazionale. Comunque, passiamo ai dati.

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Schloss-Wachenheim – risultati 2016/17

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Sektkellerei Schloss Wachenheim ha chiuso il 2016/17 con utili in netto miglioramento, a fronte di vendite stabili, soprattutto a causa della scadenza di alcuni contratti di private label in Germania. Il mercato azionario ha comunque apprezzato l’incremento dell’utile netto del 16% e ha spinto la capitalizzazione di mercato dell’azienda del 40%. Oggi SSW ha un valore in Borsa di circa 160 milioni di euro e un valore d’impresa di circa 200 milioni, a fronte di un EBITDA di 30 milioni e un utile operativo di 22 milioni. Oltre al miglioramento dei margini, SSW ha anche messo a segno una acquisizione nel mercato tedesco di un distributore che dovrebbe aumentare le possibilità di distribuzione dei suoi prodotti. Passiamo all’analisi dei dati 2017.

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