I dati del primo semestre 2023 di Masi sono particolarmente deludenti, sia sul fronte delle vendite e dei margini che sul fronte della generazione di cassa. Nel comunicato stampa l’azienda si confronta con il semestre 2019, sottolineando una crescita dell’11%: questo in qualche modo conferma l’idea che l’ottimo andamento presentato nel semestre 2021 e 2022 non fosse effettivamente sostenibile. Ci troviamo dunque di fronte a un fatturato in calo su base annua del 10%, tutto fuori confine, un margine operativo del 10% rispetto al 17% dello scorso anno ma diciamo anche del 12% del primo semestre 2019 e a un incremento del debito netto dagli 8 milioni di fine anno 2022 (4 a fine giugno 2022) a 21 milioni, frutto di un portentoso incremento delle scorte per far fronte al bisogno di materie prime e ricostituire le scorte di vini pregiate che negli ultimi due anni si erano esaurite. Le prospettiva del gruppo non sono positive: si parla di inflazione dei costi che continua a impattare, grandinate che probabilmente ridurranno la vendemmia 2023 e quindi faranno crescere i costi delle uve e a un mercato che non va come lo scorso anno: nel luglio 2023 gli ordinativi sono inferiori a quelli dello scorso anno, dicono gli amministratori. Nel frattempo le azioni in borsa sono poco mosse, intorno a 4.6 euro, che poi fu il prezzo dell’introduzione in borsa di diversi anni fa. C’è da domandarsi infine quale sia il senso per questa azienda di restare in borsa, con un valore di mercato di circa 150 milioni di euro ma con meno del 10% delle azioni “disponibili” per le contrattazioni (74% nelle mani “di Boscaini”, 10% di proprietà di Red Circle Investments e 8% detenuto dalla Fondazione Empaia). Passiamo a un breve commento dei numeri.
bilancio 2023
LVMH – risultati primo semestre 2023
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Nel primo semestre 2023 la divisione vino e spiriti è stata la “cenerentola” tra le numerose del gruppo LVMH. A differenza degli altri business infatti le vendite sono calate del 4% con volumi giù quasi del 12%, mentre l’utile operativo cala del 9% con una diluizione del margine di un paio di punti, dal 35% al 33%. Ora un po’ di cose vanno dette: la causa principale è il calo degli spiriti, e del cognac in particolare (forse sapete che il Cognac in USA è bevuto soprattutto dalle persone di colore che hanno avuto i maggiori sussidi dal Covid, ora terminati…); secondo, il calo dei volumi è anche il frutto della strategia di premiumizzazione che viene applicata (forse in modo quasi eccessivo) anche da Laurent Perrier come vedremo tra qualche giorno. Terzo, il cognac, ma anche lo Champagne, vengono da un periodo di crescita fortissima e una normalizzazione può starci. Tornando ai numeri, per vini e Champagne il gruppo ha comunque avuto un incremento delle vendite del 5% nel primo semestre 2023, a fronte di un calo del 3% delle consegne di Champagne (e del 6% degli altri vini). I margini sono stati stabili, mentre sono calati pesantemente nella divisione spiriti. La strategia di espansione di LVMH continua con diverse iniziative. Nel segmento del vino vengono sottolineate in particolare: la collaborazione tra Dom Perignon e Lady Gaga, alcune nuove cuvee, lo sviluppo internazionale di Chateau d’Esclans e l’acquisizione di Chateau Minuty, uno dei più importanti produttori di vini rosati della Provence. Passiamo a commentare qualche numero.
Constellation Brands – risultati primo trimestre 2023
nessun commento

Quando un’azienda che ha una delle sue divisioni (qui parliamo di quella del vino di Constellation Brands) che perde circa il 10% di vendite e il 10-15% degli utili e nel commento si legge soltanto “I marchi di vino di fascia alta di Constellation hanno guadagnato quote di mercato e sono cresciuti più del segmento corrispondente nelle vendite in dollari”, oppure “Il portafoglio di liquori di Constellation ha registrato una crescita nei canali Circana, con una forte crescita dei marchi di tequila e cocktail pronti da bere di fascia alta., beh allora c’è qualcosa che non va nella comunicazione e anche nella gestione della divisione. Così è stato il primo trimestre di CB nel vino, con vendite al consumatore finale calate del 6% (quindi con -10% delle vendite c’è stato un po’ di “destocking”). Ma questo è ormai un granello nel mare del business dell’azienda, sempre più focalizzata sulla birra e su Canopy (la mariuana legale). Anzi direi sulle sue perdite. A livello consolidato, infatti, vino e birra insieme fanno +6% di vendite e -5% di utile operativo. Quando poi “sotto” entrano le perdite di Canopy il risultato netto passa da 390 a 136 milioni di dollari. Nel trimestre CBrands ha comunque confermato le indicazioni rilasciate in maggio, sia a livello consolidato che per la divisione vino, dove prevede per il 2023 una variazione delle vendite nette organiche tra -0,5% e +0,5% e una crescita del reddito operativo tra il 2% e il 4%. Passiamo al resto del post per un commento più dettagliato.
Treasury Wine Estates – risultati primo semestre 2022/23
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Il recupero di TWE dopo il “colpo cinese” ha preso ulteriore velocità nel primo semestre di quest’anno fiscale (che chiude a giugno 2023), periodo in cui tutte e tre le nuove divisioni mostrano utili e margini in progresso rispetto all’anno scorso. A proposito, se desiderate una spiegazione del nuovo spaccato di TWE potete riferirvi al post sui risultati 2021/22 (link). Tornando ai nostri numeri, le vendite del semestre crescono leggermente (+1.4%) con un robusto incremento del prezzo medio di vendita (+13%) compensato da un calo dei volumi del 10% circa. La parte “migliore” però viene dall’andamento del margine, che passa dal 21% al 24% delle vendite avvicinandosi in modo promettente all’obiettivo 2025 del “25% e più”.
È invece un po’ meno promettente la prospettiva che il management inserisce nel comunicato stampa quando indica un andamento dei consumi peggiore delle attese per i vini “entry-level” nel mercato inglese e americano e un margine del 23% per tutto l’anno, il che quindi implicherebbe un secondo semestre leggermente più basso del primo (24%), per quanto superiore al 19% registrato lo scorso anno. Siccome la borsa reagisce alle aspettative e guarda più avanti che indietro, nonostante i dati positivi il titolo è leggermente calato. Come dicevamo sei mesi fa, TWE sta risalendo la china pian piano, ma a 14 dollari per azione è ancora lontana dai 20 dollari che aveva raggiunto pre crisi. Passiamo a un breve commento dei dati.