Canada


Canada – importazioni di vino – aggiornamento 2020

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Fonte: UN Comtrade

Anche nel 2020 il Canada si è dimostrato un mercato molto stabile (EUR1.7 miliardi di euro), con un livello di import in crescita del 3% in valuta locale e stabile in euro, in considerazione della svalutazione del dollaro canadese. Nel grafico sopra vedete velocemente quello che è successo nel tempo, con la leadership della Francia temporaneamente scalzata dagli americani e, nel 2020, la ripresa proprio delle spedizioni dagli USA che hanno superato l’Italia, che ha avuto un anno così così, con un calo del 3% rispetto al +6% americano e al dato stabile della Francia. Diciamo subito che si tratta di una situazione speciale: nel 2020 la Francia ha subito cali ben più pesanti di quelli dell’Italia in numerosi mercati. Comunque questo dicono i dati, che oltretutto vedono per la prima volta da tanti anni gli USA superare l’Italia in termini di volumi esportati. Passiamo a commentare qualche numero insieme, non prima di ricordarvi che tutti i numeri dettagliati e copia-incollabili sono a vostra disposizione nella sezione delle importazioni estere di Solonumeri (link).

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Andrew Peller – risultati 2019 (marzo 2020)

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Fonte: bilancio aziendale (http://www.andrewpeller.com/financials.php)

Torniamo oggi su Andrew Peller, l’azienda vinicola canadese quotata in borsa, per discutere il bilancio 2019 (marzo 2020) e quello che sta succedendo nel 2020. Su entrambi i fronti ci sono soprattutto buone notizie: nel bilancio 2019 a fronte di vendite stabili (nonostante l’impatto delle acquisizioni) i margini migliorano, come da obiettivi aziendali che abbiamo discusso nel post precedente, per arrivare a un utile operativo di 63 milioni (di dollari canadesi) e un margine del 16.5% contro 58 milioni e 15.3% del 2018. Va detto che questi miglioramenti non si trasformano in maggiore utile netto principalmente per una serie di questioni contabili. Per quanto riguarda invece il 2020, i dati dei primi sei mesi (marzo-settembre) sono molto incoraggianti: l’esposizione commerciale bilanciata tra Horeca e off-premise ha consentito di mantenere le vendite (202 milioni contro 198 dei primi sei mesi dell’anno scorso) e nonostante un calo del margine industriale (dovuto al mix delle vendite meno profittevole) il forte taglio delle spese di marketing ha addirittura spinto l’utile operativo da 36 a 45 milioni di dollari canadesi. Una performance decisamente superiore alle attese, che ha portato il titolo a recuperare completamente la perdita di valore registrata durante i mesi del COVID. A fine dicembre 2020, l’azienda aveva un valore di borsa di 476 milioni di dollari canadesi, quindi circa 300 milioni di euro. Passiamo a un breve commento dei dati.

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Canada – consumi e mercato del vino, dati 2018/19

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Il consumo di vino in Canada del 2019 ha subito un rallentamento in relazione all’andamento del consumo di alcolici in generale, anche se guardando i dati tale conclusione si lega soprattutto alla categoria degli “altri” prodotti come i vini fortificati, che potrebbero essere stati riclassificati dall’ufficio statistico di Statistics Canada. Comunque, i dati che presentiamo oggi mostrano un mercato stabile in valore per il 2019 (a dire la verità un 2018/19) e in calo del 2.5% a volume, all’interno di un trend quinquennale di crescita del 3% annuo a valore e del 2% annuo a volume. Come da diversi anni a questa parte la “classifica” in termini di velocità di crescita vede al primo posto i vini spumanti e rosati, poi i vini bianchi e alla fine i vini rossi, che comunque rappresentano la spina dorsale del consumo di vino canadese, con una quota superiore al 50% del totale sia a volume che a valore. Infine, noterete come stia crescendo la quota dei prodotti locali canadesi proprio nella categoria dei vini rossi, a differenza di quanto accade per le altre categorie. Passiamo a commentare qualche dato insieme.

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Canada – importazioni di vino – aggiornamento 2019

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Il Canada si conferma un mercato “a tre” tra Francia, Italia e USA. Tre cose vanno sottolineate guardando questi dati (ci mancano i volume quest’anno che non sono ancora stati caricati): 1) gli americani continuano a fare fatica, causa anche la forza del dollaro USA contro il dollaro canadese; 2) la Francia e l’Italia mantengono un ritmo di crescita piuttosto solido, tra il 5% e il 6%; 3) nel 2019 la crescita in valuta locale dei vini importati in realtà non c’è, visto che il dato del mercato (+3%) è totalmente derivato dall’apprezzamento del dollaro canadese contro l’Euro. L’Italia mantiene la seconda posizione grazie al segmento degli spumanti sempre in grande spolvero, mentre è attualmente il terzo esportatore per quanto riguarda i vini in bottiglia e il sesto nel segmento dei vini sfusi. Come per gli altri mercati che stiamo analizzando, i dati che qui trovate allegati sono disponibili per essere scaricati (con una profondità storica e dettagli superiori) nella sezione Solonumeri. Passiamo a una breve analisi dei dati.

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Andrew Peller – risultati 2018 (marzo 2019)

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Il management di Andrew Peller parla dei risultati dell’anno terminato a marzo 2019 in termini entusiastici. A ben vedere i numeri, e cioè una crescita del 5% spinta anche dal contributo delle acquisizioni, e un utile operativo stabile rispetto al 2018 non si direbbe. Vero è che l’azienda ha generato cassa ed ha ridotto il debito, nonostante i dividendi pagati e il livello degli investimenti piuttosto sostenuto e che nel corso degli ultimi 5 anni la progressione dei risultati è chiara: +5% nelle vendite e +10% per l’utile all’anno. Nel 2020 dovrebbero poi vedersi i risultati dell’integrazione delle tre acquisizioni fatte nell’anno e che hanno rappresentato la parte preponderante della crescita, visto che soprattutto nella seconda parte dell’anno l’azienda ha subito la competizione di nuovi prodotti di fascia bassa introdotti nel mercato occidentale del Canada. Il secondo aspetto che ha impattato negativamente l’azienda sono stati i costi di marketing per strutturare meglio l’azienda e per il lancio dei nuovi prodotti. Alla fine, dei 382 milioni di dollari (canadesi) di vendite in fondo al bilancio ne restano soltanto 22, molto meno dei 30 dello scorso anno non tanto per motivi di sopra (infatti l’utile operativo è stabile), quanto per la mancanza di alcuni proventi straordinari e l’insorgere dei costi di ristrutturazione delle cantine acquisitate. Passiamo all’analisi dei dati.

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