Il flusso di importazioni di vino del Canada nel 2016 è proseguito su un sentiero di leggera crescita, 1-2%, vanificata dall’indebolimento della valuta locale una volta tradotto in euro. In verità a guardare questo inizio 2017 si tratterà di un impatto temporaneo, dato che la valuta canadese è “rientrata” in area 1.40 contro l’euro da 1.47, quindi con un impatto probabilmente positivo sulle nostre esportazioni. Il contesto canadese è caratterizzato da un regno diviso in tre da USA, Francia e Italia, che fanno 1 miliardo dei 1.6 miliardi totali di importazioni. Gli USA sono penetrati pesantemente nel mercato canadese negli anni scorsi anni con crescite vicine alla doppia cifra e fino a conquistare la leadership, ma nel 2016 hanno dovuto fare i conti con il rafforzamento della valuta, che ha tarpato le ali alle esportazioni 2016, calate del 4%. Francia e Italia sono andate benino, con un incremento dell’1% in euro e del 4-5% in valuta locale. Siamo praticamente allo stesso livello degli americani. L’Italia perde qualche colpo sui vini imbottigliati, compensato dalla crescita negli spumanti e (negli irrilevanti) vini sfusi, gli americani cedono sui vini sfusi ai cileni, avvantaggiati dalla valuta. Andiamo a leggere qualche dato insieme.
Canada
Canada – consumo e mercato del vino, dati 2014/15
nessun commentoIl Canada si conferma un mercato molto interessante per il vino: buon livello di consumi (4.8 milioni di ettolitri), propensione alla spesa elevata (circa 10 euro al litro per 6.7 miliardi di dollari canadesi) e, non ultimo, una capacità produttiva locale piuttosto limitata e concentrata nella produzione di vini bianchi, il che lascia ampio spazio alle importazioni di vino dall’estero. Il vino sta continuando a guadagnare quota di mercato tra le bevande alcoliche in Canada: cinque anni fa era il 29% delle vendite oggi supera il 31%. Le tendenze nei dati 2014/15 che analizziamo oggi sono coerenti con quanto visto in passato: il mercato cresce del 5% a valore e del 4% a volume, i vini bianchi crescono più dei vini rossi, gli spumanti crescono più di tutti. I prodotti locali continuano a rappresentare una quota molto limitata del consumo in Canada (30% del valore, 40% del volume) e il loro peso come dicevamo è maggiore nei vini bianchi ma sta cominciando a crescere (da livelli molto limitati) anche nei vini rossi. Il 2015/16 sarà un anno facile, visto che le importazioni in valore di vino in Canada sono cresciute del 7% (in valuta locale, +11% in Euro), il 2016/17 invece sarà più sfidante, vista la svalutazione di quasi il 10% del dollaro canadese.
Passiamo ad analizzare i dati, con una nota a margine: i dati di oggi non sono perfettamente coerenti con quelli degli anni passati perchè Statistics Canada ha cambiato definizioni e ha aggiornato le tabelle. I nuovi numeri hanno una definizione più corretta del segmento vino, escludendo alcuni prodotti “simili” ma non totalmente compatibili.
Canada – importazioni di vino 2015
nessun commentoLa crescita delle importazioni di vino in Canada è ripresa nel 2015, dopo che la forte svalutazione del dollaro canadese aveva determinato una riduzione delle nostre (ma non solo!) esportazioni nel 2014. Va detto che analizzando i dati in valuta locale la crescita è costante e che la battuta d’arresto dello scorso anno, così come la crescita del 2015 (a doppia cifra) sono state compresse e amplificate rispettivamente proprio dal cambio. Il Canada, come abbiamo avuto già modo di discutere per la Norvegia, è una economia con un forte legame con le materie prime. Ciò ha determinato la svalutazione del cambio nel 2014 (da 1.37 a 1.47 dollari per un euro), che ha parzialmente recuperato nel 2015 (1.42). Nei primi due mesi del 2016 il dollaro canadese è piombato al suo minimo storico contro l’euro dal 2010 a questa parte, a 1.54. Questo non suona bene per le nostre esportazioni che probabilmente ne risentiranno.
Ma per ora vale la pena di concentrarci sui dati 2015, +11% a 1.6 miliardi di euro le importazioni totali, +7% a 2.3 miliardi in valuta locale. L’Italia migliora leggermente la sua quota di mercato, praticamente eguagliando la Francia, mentre gli USA continuano a dominare il mercato. Pur continuando a perdere in quota, sembra essersi riassorbita l’emorragia del vino australiano, tornato a crescere. Andiamo a leggere qualche numero insieme.
Canada – consumo e mercato del vino, dati 2013
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Dopo aver analizzato le importazioni di vino in canada, guardiamo alle vendite di vino, su cui i dati sono un po’ vecchiotti (stiamo parlando di Marzo 2013) ma comunque significativi. Il mercato canadese sembra non fermarsi, le vendite di vino procedono al ritmo del 5% circa in valore e del 4% in volume. Il Canada è un mercato da 5 milioni di ettolitri di volume venduto, quindi piuttosto importante. Una annotazione e una avvertenza vanno fatte: primo, la svalutazione del cambio è arrivata nel 2014 e ha prodotto un calo degli introiti in euro per gli esportatori, ma NON un calo delle importazioni espresse in valuta locale. Se analizzassimo quindi i dati a marzo 2014 che tra un po’ saranno pubblicati non avremmo evidenze molto diverse. Secondo, il mercato si sta un po’ spostanto sui vini bianchi e sugli spumanti, dove noi italiani siamo un po’ meno forti, ma dove (soprattutto per i bianchi) i canadesi sono più autosufficienti… vedremo cosa succede. Per ora analizziamo insieme i numeri più importanti.
Canada – importazioni di vino 2014
nessun commentoLe vicissitudini professionali di queste settimane mi hanno portato proprio ad aggiornare i dati relativi al vino canadese, ritrovandomi una buona base di dati da analizzare. Oggi guardiamo alle importazioni di vino del Canada per il 2014, come pubblicate da Industry Canada. I dati sono molto chiari: primo, il mercato canadese è restato un buon mercato per gli esportatori di vino, con una crescita in valuta locale del 3% nel 2014 raggiungendo 2.1 miliardi di dollari e del 5% sugli ultimi 5 anni, nonostante la nazione stia subendo l’impatto del ciclo discendente delle materie prime, la cui economia è particolarmente legata. Chiaramente, stiamo parlando di numeri in dollari canadesi, che contro l’euro ha perso mediamente il 7% per due anni di fila, il 2013 e il 2014. Quindi se dovessimo metterci nei panni di chi esporta in Canada +3% in valuta locale è -4% in euro. Dunque, chi vince e chi perde? Beh, l’Italia pareggia (ma vince nei vini spumanti), gli USA vincono (e lo avevamo visto qualche tempo fa con l’export americano di vino), la Francia perde. Tra i “comprimari”, sembra essersi fermata l’emorragia australiana, mentre stanno salendo forte (da valori molto contenuti) gli spagnoli e i neozelandesi. Andiamo a leggere i numeri insieme.