CAVIT


Cavit – risultati 2023/24

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La dismissione di Casa Girelli ha determinato un calo delle vendite di Cavit nell’esercizio chiuso a maggio 2024, ma non un peggioramento dei risultati economici e neanche un cambio significativo della posizione finanziaria dell’azienda, che resta molto solida. La lettura dei dati non è semplice, anche se dal bilancio 2022-23 in una tabella veniva esposto il fatturato di Casa Girelli di 33 milioni di euro (ma con dentro circa 7 milioni di Cesarini Sforza per quanto capisco). Leggendo qua e là si evince che Cavit ha incorporato molti dei dipendenti e parte della produzione, il che non consente di determinare come sarebbero andate le vendite senza l’operazione.

I dati mostrano un fatturato in calo del 5% a 253 milioni, un incremento del 5% degli acquisti dai soci a 105 milioni (ma da un punto di minimo del 2022), una cassa netta che cala leggermente da 25 a 22 milioni di euro.

Le prospettive sono piuttosto cupe: “Anche l’esercizio 2024-25 si svolgerà in uno scenario di mercato prevedibilmente in flessione, confermando le dinamiche degli ultimi due anni: forte contrazione dei vini rossi, contenuta riduzione dei vini bianchi e tenuta/crescita dell’area spumantistica. Mentre l’inflazione mostra segni di rallentamento, i consumi reali continuano a essere sotto pressione a causa della riduzione del potere d’acquisto. La consolidata strategia di diversificazione per canale/nazione/linea di prodotto ed il costante rafforzamento dell’area spumantistica ci permettono di contenere le pressioni su fatturati e redditività, prevedibile conseguenza del contesto di riferimento”.

Ulteriori commenti, con grafici e tabella nel resto del post.

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Cavit – risultati 2022/23

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CAVIT ha appena pubblicato il bilancio 2022-23 (chiusura maggio) che vede un leggero incremento delle vendite (267 milioni), con risultati più bassi dello scorso anno a causa dell’incremento dei costi delle materie prime. L’incremento di fatturato viene essenzialmente dalle società controllate dalle cooperative, in quanto Cavit cooperativa flette del 2% circa rispetto allo scorso anno. Sottolineerei due o tre cose in questo bilancio: primo, l’ottimo andamento della controllata tedesca Kessler, che ha realizzato anche nel 2022-23 un fatturato in crescita del 10% a 13.1 milioni con buoni profitti (1.2 milioni di euro). Secondo, il problema di Casa Girelli, che pur essendo cresciuta molto (da 27 a 33 milioni di euro nelle vendite nel 2023) continua a subire perdite ingenti: 2.1 milioni quest’anno, 1.1 l’anno scorso, 2.3 milioni nell’anno del Covid. Cavit ha dunque deciso una “revisione strategica” che porterà nell’esercizio 2023-24 alla fusione dell’azienda (e di Cesarini Sforza) dentro Cavit e successivamente “alla dismissione delle attività e, alla luce di questo, si è già avviata una drastica razionalizzazione delle produzioni effettuate, con conseguente impatto sul fatturato generato.” Quindi, dovremmo attenderci un fatturato più basso per tutto il gruppo l’anno prossimo. Terzo punto, la remunerazione dei soci della cooperativa, di cui abbiamo soltanto il valore totale (non quello unitario, cancellato dal bilancio da Cavit qualche anno fa..) è stato di 100 milioni di euro, in netto calo (-11%) sul 2021-22 e essenzialmente ritornato sui livelli pre-Covid (+3% sul 2019-20) dopo due anni eccezionali. Ultima cosa: la posizione finanziaria netta resta positiva ma cala da 40 a 25 milioni di euro: passiamo a un breve commento dei dati con qualche ulteriore spiegazione…

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Cavit – risultati 2021/22

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Dopo il boom del 2020/21, i dati 2021/22 (chiusura Maggio) di Cavit mostrano un consolidamento delle vendite (-2%) e un calo degli acquisti di uve dai soci del 13% in euro (da qualche hanno il bilancio esprime questo dato in valore e non in volume). Si tratta comunque di un esercizio particolarmente positivo se confrontato con i dati pre-pandemia: in cumulato, Cavit ha vendite del 40% superiori e ha retrocesso ai soci il 15% in più del 2018-19. La posizione finanziaria resta molto solida, con 40 milioni di cassa netta, per un patrimonio netto (incluse le minoranze) di 110 milioni di euro. Le prospettive per il 2022-23 espresse nel bilancio sono molto prudenti: peggioramento della propensione al consumo, maggiori costi difficili da ribaltare sui prezzi, volumi in calo. Passiamo a una breve analisi dei dati.

 

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Cavit – risultati 2019/20

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Proprio nell’anno in cui il settore del vino italiano vive un anno difficile, Cavit presenta un bilancio (a maggio 2020) che cresce sotto tutte le dimensioni, grazie a due acquisizioni messe a segno negli ultimi mesi e che contribuiranno anche per il prossimo esercizio fiscale, all’interno di un più ampio accordo con la Cantina di Lavis, entrata nel gruppo. I dettagli scarseggiano, comunque CAVIT ha investito 26.1 milioni di euro per compare Casa Girelli SpA (100% – imbottigliamento e commercializzazione in 50 paesi), Cesarini Sforza SpA (100% – produzione di spumanti ) e GLV srl (80%- azienda commerciale che distribuisce gli spumanti Cesarini Sforza e alcuni vini delle cooperativa Lavis e Valle di Cembra). I dati del 2020 vedono quindi un incremento del 10% del fatturato a 210 miloni. Il contributo delle acquisizioni non è specificato ma se prendiamo i dati della sola capogruppo, le vendite calano da 183 milioni a 181 milioni, il che lascerebbe intendere che tutto l’incremento viene dalla crescita esterna al gruppo. Di conseguenza, il contributo di queste acquisizioni e della società tedesca di spumanti Kessler è di circa 30 milioni, anche se il numero vero lo vedremo soltanto con il bilancio 2021. CAVIT resta una cooperativa con un bilancio forte, 15 milioni di cassa a fine maggio dopo le acquisizioni, frutto di un ciclo di capitale circolante che include un debito verso soci per le forniture di vino di oltre 50 milioni di vino (non più dettagliato nel bilancio). Passiamo a commentare qualche numero insieme.

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