dati finanziari


Delegat's – risultati 2008-09

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Non e’ la prima volta che mi permetto di segnalare a chi legge il blog questa azienda neozelandese, Delegat’s, di cui oggi discutiamo i risultati. La segnalavo perche’ un’interessante esempio di azienda in crescita, con azionisti fortemente impegnati, un marchio riconosciuto (Oyster Bay) e una strategia commerciale aggressiva (costi di marketing quasi del 30% del fatturato). Guardiamo oggi i risultati 2009 che sono un misto di forte crescita delle vendite e degli utili (+33% e +58%), forte successo commerciale (volumi +20%, prezzo mix +11%) e, finalmente, buona generazione di cassa (debito in calo dopo anni di crescita grazie a un ottimo controllo del capitale circolante). Sicuramente aiutati dal cambio, sicuramente aiutati dalle ottime vendemmie locali ma certamente gente che investe 60 milioni di dollari locali in marketing e 20 milioni (dopo anni di pesantissimi investimenti) nella struttura aziendale. Oggi Delegat’s vale in Borsa circa 240 milioni di dollari australiani; se aggiungete debito e valore degli interessi di minoranza arrivate a un valore aziendale di circa 430 milioni di dollari australiani, cioe’ 6.6x EV/EBITDA e 8.1x EV/EBIT. Questi sono presumibilmente dei multipli di riferimento per le piccole aziende in crescita.


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Constellation Brands – risultati primo semestre 2009

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Constellation Brands ha riportato qualche giorno fa dei risultati piuttosto incoraggianti per il secondo semestre dell’anno fiscale e ha lasciato invariate le attese di utili per fine anno (che invece lo scorso anno aveva costantemente abbassato). Il commento dell’azienda e’ che per quanto lo scenario resti difficile, si intravedono dei segni di stabilizzazione: i principali obiettivi sono di ristabilire una crescita organica positiva e di abbassare il debito (cosa che negli ultimi 2 trimestri non e’ peraltro successa, se non per motivi stagionali). Alcuni dati che si riferivano al segmento vino a livello di margini non saranno da ora in avanti piu’ commentabili, perche’ l’azienda ha deciso di fondere la divisione vino con quella di superalcolici: restano i dettagli dell’andamento a livello di fatturato.


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Baron de Ley – risultati primo semestre 2009

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I risultati della spagnola Baron de Ley del primo semestre 2009 ci consentono di guardare un po’ avanti per capire cosa puo’ succedere anche alle nostre aziende. Baron de Ley ha un fatturato assimilabile a diverse aziende vinicole italiane ed e’ in un mercato forse anche piu’ in difficolta del nostro. Cosa ci dicono questi numeri? (1) la fase piu’ critica nel mercato domestico (Spagna) sembra essere stata nella seconda parte del 2009, anche se il calo continua. Stanno entrando invece in crisi (almeno per questa azienda) i mercati extraeuropei; (2) le vendite di vino imbottigliato stanno ancora andando male (-13% rispetto al -15% del H2-08); (3) i margini sono in calo, anche se l’azienda si sta adattando al nuovo scenario: nel seconodo semestre 2008 il margine era sceso dal 43% al 34%, nel primo semestre 2009 passa dal 39% al 37%, ma il 37% e’ sequenzialmente meglio del 34% del secondo semestre 2008. Data la stagionalita’ delle vendite, un segnale importante. (4) il capitale circolante continua a detiorarsi leggermente, soprattutto a causa della difficolta’ di incasso dei crediti vs. clienti, mentre il magazzino seppur alto non cresce (il che significa che la produzione si sta adattando alle vendite).


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Carlo Pellegrino – risultati 2008

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Carlo Pellegrino ha chiuso il 2008 con un fatturato in calo del 9% circa e una piccola perdita. I risultati dell’azienda hanno pero’ mostrato un recupero durante il 2009 e nei primi 8 mesi dell’anno le vendite sono cresciute del 4% (recuperando quindi quasi meta’ della riduzione e in significativo miglioramento rispetto al -1% dei primi 4 mesi dell’anno) con un ritorno all’utile. Pellegrino ha proceduto alla rivalutazione dei suoi stabilimenti, sfruttando l’opportunita’ offerta dalla legislazione fiscale di pagare un piccolo importo nel 2009 e di ottenere maggiori detrazioni per gli ammortamenti negli anni successivi. Questo spiega quasi interamente il forte balzo del capitale investito da EUR18m a EUR27m. Infine, analizzeremo il capitale circolante: i tempi di pagamento dei clienti si allungano, ma il magazzino si mantiene allineato all’andamento del fatturato (circostanza che troveremo molto raramente nei bilanci delle aziende vinicole…)


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Campari – risultati divisione vino primo semestre 2009

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Campari ha fornito una serie di numeri sul secondo trimestre piuttosto soddisfacenti, considerando lo scenario fortemente negativo nel quale ci ritroviamo. Il segmento vino ha ripreso a crescere (+0.9%) in un contesto di crescita organica ancora negativo per il gruppo a -2%. Si tratta di risultati molto interessanti, soprattutto se confrontati con quelli dei concorrenti esteri, che hanno fatto ben di peggio. Riguardo alla divisione vino, una considerazione e’ d’obbligo: la divisione vino di Campari sta gradualmente muovendo verso i mercati internazionali, non soltanto nelle vendite ma anche nella produzione. L’aggiunta del produttore ucraino di spumante e della distribuzione in Argentina sta avendo un impatto di circa il 3% sulle vendite del gruppo. Cosa sta facendo andare bene il vino di Campari? Due prodotti, entrambi spumanti, Cinzano e Riccadonna. Il primo nei mercati europei e il secondo in Australia. Una nota meno positiva viene invece dai margini, che sono in costante diminuzione da ormai 2-3 anni. Il margine industriale e’ sceso tra il 2005 e il 2009 (primi 6 mesi) dal 44% al 36%, mentre il margine di contribuzione sta gradualmente recuperando grazie al forte taglio delle spese pubblicitarie.


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