dati finanziari


LVMH – risultati primo semestre 2009

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LVMH ha riportato dei risultati tutto sommato incoraggianti nel primo semestre del 2009. Peccato che molto del buono sia nella parte dei beni di lusso e non in quella degli spirits. E peccato che all’interno del segmento spirits, le buone notizie vengono piu’ dal lato cognac che non da quello vini, e in particolare da quello Champagne. Inutile ricordarvi che LVMH ha tra i piu’ noti marchi mondiali di Champagne (oltre a un paio di chicche nel mondo del vino). Nel primo semestre il calo del 9% dei volumi di Champagne si e’ trasformato in un crollo del 28% (da 22 milioni a 15.7), che unito al -13% degli altri vini (da 14.3 a 12.5 milioni) e al deterioramento dei cambi (in particolare la sterlina) ha portato a un -30% del fatturato a EUR458 milioni. Sotto questo punto di vista il -2.4% della divisione Cognac e spirits (da 636 a 621 milioni) sono una passeggiata. Come vedremo nel post, i margini scendono in modo pesante e il magazzino di prodotti in fase di invecchiamento sta esplodendo. LVMH e’ arrivata a 3.1 miliardi di magazzino contro 2.9 miliardi di vendite annue: nel 2004 le vendite furono di 2.2 miliardi con un magazzino di prodotti in fase di invecchiamento di 1.9 miliardi.


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Rapporto sullo stato dell’industria del vino USA 2009-10

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Fonte: Silicon Valley Bank
Questo studio e’ stato presentato al Vinexpo e si concentra sull’evoluzione attesa del settore del vino americano nei prossimi anni. Ci sono considerazioni molto interessanti e c’e’ un sondaggio dove escono degli spunti piuttosto sorprendenti. In un quadro che resta in generale positivo, con i consumi di vino in costante crescita e molto al di sotto degli standard occidentali, lo studio mette in luce le principali difficolta’ che stanno incontrando i produttori/distributori: (1) non si vendono piu’ i vini da oltre $50 alla bottiglia; (2) le vendite nei ristoranti vanno male; (3) non si trovano finanziamenti; (4) il mercato dei vini da collezione continua a calare; (5) la distribuzione continua a ridurre il numero di marchi trattati; (6) il quarto trimestre 2008 e’ stato il peggiore che si ricordi per il segmento dei vini di qualita’.


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In questo scenario negativo, ci sono alcuni punti incoraggianti: (1) il mercato del vino americano va verso un eccesso di domanda che dovrebbe sostenere i prezzi; (2) nel corso del 2009, soprattutto dopo il primo semestre le vendite dovrebbero stabilizzarsi; (3) i consumi di vino continuano a salire. In questo momento, dai sondaggi i produttori meno preoccupati sembrano quelli che producono volumi elevati di vino di qualita’ medio-bassa: grazie anche al minore costo delle materie prime, questi produttori sembrano godere del “trading-down” dei consumatori verso vini meno costosi. Inoltre, i prezzi delle materie prime sono calati, rendendo i margini di produzione piu’ interessanti che nel 2008.

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La valutazione delle aziende vinicole in Borsa – aggiornamento Luglio 2009

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E’ ora di aggiornare il post sulla valutazione delle aziende vinicole. Devo dire che questo “aggiornamento” non porta particolari indicazioni sui multipli (cioe’ su quanto valgono le aziende relativamente ai loro utili). E’ invece molto interessante per quanto riguarda il modo in cui le aspettative si sono mosse negli ultimi 6 mesi. E qui vengo subito a discutere i due grafici che trovate per primi: quanto erano le attese di utili e fatturato a gennaio 2009 rispetto a settembre 2008 e quanto sono oggi rispetto a settembre 2008. Il periodo di riferimento e’ sempre il medesimo (l’anno fiscale 2009). Come potete vedere le stime a gennaio 2009 “erano a meta’ strada”. L’utile di Vranken, per esempio, era stato tagliato del 22% a gennaio (rispetto alla stima di settembre), mentre oggi il nuovo numero e’ del 40% inferiore. Laurent Perrier ha subito un taglio ulteriore: le stime di settembre 2008 non erano errate soltanto del 27% come sembrava a gennaio, ma del 57%. Per Constellation Brands a gennaio nessuno aveva in effetti tagliato le stime, mentre oggi la previsione e’ scesa del 15%. Mi pare che “a occhio” i piu’ colpiti (e quelli che mostriamo) siano le aziende della Champagne.


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Castello Banfi – risultati e analisi di bilancio 2008

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Castello Banfi ha chiuso il 2008 in leggera perdita (EUR2m) a causa sia della recessione che dell’indagine/sequestro/dissequestro della produzione di Brunello di Montalcino che fortemente impattato le vendite dal 1 Aprile 2008 (stessa cosa successa a Frescobaldi). Ne risulta quindi un quadro piuttosto negativo sul 2008, con un calo del 21% delle vendite e del 38% del MOL (ben piu’ negativo delle indicazioni sul campione Mediobanca, almeno sul fatturato), ma una prospettiva 2009 non cosi’ negativa come per il resto del settore. Nella relazione, Banfi dichiara che “[…] viene atteso un 2009 con lo stesso grado di giudizio di difficoltà, ma migliore dal punto di vista reddituale e finanziario”.


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Constellation Brands – risultati primo trimestre 2009

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Constellation Brands ha finalmente messo a segno un trimester allineato alle attese e per certi versi soddisfacente. Il giudizio e’ ovviamente determinato da un confronto con le aspettative piu’ che dai numeri, che continuano a mostrare un deterioramento. Comunque, il titolo in borsa si e’ ripreso e ora veleggia a cavallo di USD13 rispetto ai minimi toccati a marzo a meno di USD11. Ai prezzi attuali, il valore di borsa di CB e’ nell’ordine di 3 miliardi di dollari (cioe’ circa EUR2150m), cui si aggiungono circa 4.4 miliardi di debiti e dai quali bisogna togliere il valore delle attivita’ nel segmento della birra. Ne esce un valore di impresa di circa 5.1 miliardi di dollari, il che significa un multiplo del fatturato di 1.5-1.6 volte e un multiplo EV/MOL di circa 5.8x sul 2009.


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Cosa dice Constellation sul futuro? Che il mercato resta molto difficile ma che le iniziative di ristrutturazione e taglio costi stanno funzionando. Ha quindi mantenuto l’obiettivo di raggiungere un utile per azione rettificato di $1.6-1.7, cioe’ allineato a quello del 2008/09.

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