fonte: Financial Times


Il futuro del vino non è rosé – articolo dell’FT su Pernod Ricard/Bain Capital

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A 10 anni di distanza dall’ultima volta (articolo a questo link), vi propongo un commento del Financial Times relativo alla vendita della divisione vino da parte di Pernod Ricard a un fondo di private equity, Bain Capital, che ha già acquistato Accolade Wines (Hardys). Il titolo, un brillante gioco di parole, già vi dice tutto: The future of wine is far from rosé, il futuro del vino non è rosé. Per chi legge questo blog in modo assiduo non molte novità: il consumo in volume di vino è in calo strutturale, tra cambiamenti delle abitudini dei consumatori e attenzione alla salute, quest’ultima con un impatto anche sui consumi di spiriti. E chiude con una considerazione che da anni si fa su queste pagine: il settore del vino, visto dal punto di vista industriale, è estremamente frammentato e deve “consolidarsi” (ossia meno aziende e più grandi) per mantenere i costi competitivi e continuare a essere profittevole, anche se su livelli inferiori che nel segmento degli spiriti. E, consentitemi, i fondi di private equity sono specializzati nello spremere le aziende. Un’ultima considerazione prima di lasciare spazio alla traduzione dell’articolo, che trovate nel resto del post: Pernod Ricard esce dal segmento vino fermo nel 2024, Campari aveva preso la medesima decisione nel 2016, ben otto anni prima, con le medesime motivazioni di Pernod Ricard: crescita e margini più bassi che nel settore degli spiriti. Per una volta, anche se questo va contro il mondo del vino, Italia batte Francia.

L’articolo (link all’originale) suona più o meno così:

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