Con molto ritardo sono state pubblicate le statistiche sul commercio estero russo, che aggiorniamo oggi per quanto riguarda l’import di vino. Nel 2020 la Russia ha importato molto meno vino della norma, ma non ha speso molto di meno. In due parole è questo il riassunto dei dati che trovate all’interno del post e che potete anche consultare in formato scaricabile nella sezione Solonumeri.
Nel dettaglio, le importazioni sono calate del 14% in volume a 5.6 milioni di ettolitri, con l’Italia che ha ripreso la leadership (1.6m/hl, -40%) rispetto alla Spagna che nel 2019 l’aveva superata (2020: 1.0m/hl, -57%) appaiata alla Georgia, mentre il valore delle esportazioni si è mantenuto vicino al miliardo di euro, 958 milioni per la precisione, con un calo soltanto dell’8%. Se poi mettiamo nel conto la svalutazione del rublo del 14%, questo -8% diventa +5% per un valore di 79 miliardi di rubli. L’Italia guadagna ulteriormente quote di mercato, con un calo soltanto del 2% a 297 milioni di euro, rispetto al -4% della Francia (164 milioni) e, nuova terza forza nel mercato russo, alla Georgia che invece cresce del 18% a 147 miloni presumibilmente grazie alla prossimità geografica in un anno così complicato. Nel segment dei vini in bottiglia, la Georgia è addirittura il numero due del mercato dietro l’Italia. Nel segmento degli spumanti, storicamente importante per la Russia, il 2020 è stato un anno stabile con importazioni di 193 milioni di euro. Sono anche circa stabili i dati italiani (116 milioni, circa il 60% del totale) e francesi (54 milioni, -2%).
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