Italia


Previsione di produzione vino in Italia nel 2009 – fonte Assoenologi

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Come ormai da diversi anni, in questo periodo vengono fatte le previsioni sulla produzione di vino. Ho deciso di non “reagire” alla prima chiamata di agosto, mentre oggi faccio il punto a valle della stima di Assoenologi allargando anche un pochino l’orizzonte a Francia e Spagna. In due parole, le previsioni a questo punto dell’anno sono di vendemmia stabile il Italia, in crescita in Francia e in calo in Spagna. Per quanto riguarda l’Italia si parla di 46.3 milioni di hl, un numero essenzialmente stabile rispetto allo scorso anno, con un leggero incremento al nord e al centro e un leggero calo al sud, dopo il forte recupero del 2008.
In Francia, il 18 agosto e’ stata fatta la seconda previsione che parla di 48.1 milioni di hl, cioe’ +12% rispetto allo scorso anno, con una forte volatilita’ tra le diverse regioni: in Champagne ci sara’ a quanto sembra una vendemmia “guidata” al ribasso del 30% dalla scarsa domanda di mercato e dalla necessita’ di tenere i prezzi in crescita (vista l’enorme stock che serve per finanziare i produttori), mentre si prevede un recupero nella produzione della regione di Bordeaux (a 6.4m/hl) dopo il forte calo subito nel corso del 2008.


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Campari – risultati divisione vino primo semestre 2009

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Campari ha fornito una serie di numeri sul secondo trimestre piuttosto soddisfacenti, considerando lo scenario fortemente negativo nel quale ci ritroviamo. Il segmento vino ha ripreso a crescere (+0.9%) in un contesto di crescita organica ancora negativo per il gruppo a -2%. Si tratta di risultati molto interessanti, soprattutto se confrontati con quelli dei concorrenti esteri, che hanno fatto ben di peggio. Riguardo alla divisione vino, una considerazione e’ d’obbligo: la divisione vino di Campari sta gradualmente muovendo verso i mercati internazionali, non soltanto nelle vendite ma anche nella produzione. L’aggiunta del produttore ucraino di spumante e della distribuzione in Argentina sta avendo un impatto di circa il 3% sulle vendite del gruppo. Cosa sta facendo andare bene il vino di Campari? Due prodotti, entrambi spumanti, Cinzano e Riccadonna. Il primo nei mercati europei e il secondo in Australia. Una nota meno positiva viene invece dai margini, che sono in costante diminuzione da ormai 2-3 anni. Il margine industriale e’ sceso tra il 2005 e il 2009 (primi 6 mesi) dal 44% al 36%, mentre il margine di contribuzione sta gradualmente recuperando grazie al forte taglio delle spese pubblicitarie.


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Esportazioni di vino italiano – aggiornamento aprile 2009

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Le esportazioni di vino hanno subito ad aprile 2009 l’impatto della Pasqua. I dati mostrano un pesante calo a valore (-12%) con volumi in crescita del 6%. Andrebbero pero’ letti a fianco di quelli di marzo 2009 che invece si confrontavano con un marzo 2008 “pasquale”. Le esportazioni sono tornate sotto i 3.5 miliardi di euro ma si sono riavvicinate ai 18 milioni di ettolitri annui. Visto le recenti previsioni per la vendemmia 2009 di 48 milioni di ettolitri (che mi sono sforzato di non scrivere a discapito dell’audience del blog, vista la totale mancanza di autorevolezza di una stima cosi’ precoce), speriamo che i volumi si tengano alti: ci aiuteranno a ridurre l’eccesso di produzione. Come vedete nei prossimi grafici, dove riassumo l’andamento per nazione, cio’ che sta salvando le esportazioni italiane e’ il mercato tedesco che sta compensando il pesante scivolone del mercato americano, di nuovo passato a n.2 . E qui potrei finire il post.


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Gli Stati Uniti sono scesi a 750 milioni di euro di export, dopo aver toccato 825-830m lo scorso anno. Il calo e’ oggi trainato dal crollo dei volumi, mentre a partire dall’ultimo trimestre del 2008 il cambio ha avuto un impatto largamente positivo: secondo i miei calcoli del 15% circa nei primi mesi del 2009. Sotto questa luce i cali del 20-25% sarebbero apparsi ben piu’ pesanti se il dollaro non avesse aiutato a compensarli.
Resta invece stupefacente l’andamento della Germania dove il calo dei volumi (da 6.8 a 5.8 milioni di ettolitri) sembra essersi esaurito e dove le esportazioni a valore hanno continuato gradualmente a crescere. Siamo ormai a 775 milioni di euro, che rappresenta il primo mercato per il vino italiano. Un primato che in realta’ si giustifica per la forte componente di vino sfuso (122 milioni di euro contro 11 spediti in USA) e di vino spumante (70 contro 57).

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Gli altri mercati sono in pesante calo. Vi ho messo i grafici del terzo e quarto mercato, cioe’ Regno Unito e Canada, oltre a quello della Russia, per simpatia, dove potete apprezzare la sostanziale stabilita’ delle esportazioni italiane. Il vino italiano continua a crescere in volume nel Regno Unito ma soffre in valore a causa del cambio e del crollo delle esportazioni di spumante (a proposito, la Germania e’ tornata il primo mercato per le bollicine italiane, come e’ sempre stato).

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