Lanson BCC


Lanson BCC – risultati primo semestre 2024

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Il forte calo delle esportazioni di Champagne del primo semestre 2024 si ribatte ovviamente sui risultati delle aziende quotate ed esposte a questo segmento. Cominciamo oggi con Lanson BCC, che ha riportato un deciso calo delle vendite (-20%) e dell’utile netto (-68%) dopo un paio di anni in cui anche il primo semestre offriva dei buoni livelli di profittabilità.

Altre due cose vanno sottolineate. La prima è che questi dati pur in forte calo sono molto meglio dei semestri pre-Covid.

La seconda è che Lanson nel confronto 2024 contro 2023 ha fatto decisamente peggio del mercato, calato del 15% in volume (106 milioni di bottiglie), di cui -10% per la Francia e -18% per le esportazioni (sempre parlando di bottiglie). Lanson ha registrato vendite… -13% in Francia e -25% all’estero nonostante dica che il prezzo mix è migliorato, quindi togliendo quel contributo positivo probabilmente il gap è ancora più rilevante. Nulla si dice sulle prospettive, come al solito peraltro, salvo che essendo il secondo semestre i due terzi dell’anno delle vendite e la metà dei costi… le cose dovrebbero migliorare… passiamo ai numeri, con ulteriori commenti e grafici.

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Lanson BCC – dati di bilancio 2023

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Apriamo all’analisi dei bilanci delle aziende della Champagne 2023 con Lanson. È stato un anno “a due facce”, con un primo semestre segnato dalla spinta dei volumi e un secondo semestre in chiaro arretramento. Ne risulta comunque un anno buono per la gestione operativa di Lanson, in crescita del 5% circa nonostante un calo del fatturato del 6% a 272 milioni di euro. La strategia di innalzamento qualitativo tramite maggiore invecchiamento dei prodotti si fa sentire su diversi indicatori di bilancio. Il magazzino cresce del 9%, ma si porta dietro anche un maggiore debito per finanziarlo, passato a circa 502 milioni di euro, +7%. Questo incremento (che continuerà), insieme ai tassi di interesse in crescita hanno avuto un impatto piuttosto importante sugli oneri finanziari e quindi a fine anno l’utile netto è in realtà sceso. Le attese sul futuro non sono rosee a quanto pare, in quanto gli amministratori precisano che “i risultati dell’esercizio 2023 non riflettono ancora completamente gli effetti dell’inflazione del prezzo dell’uva sul costo delle vendite, né del finanziamento della maturazione dei vini in cantina.” Passiamo all’analisi di principali dati di bilancio nel resto del post, corredato di tabelle e grafici.

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La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2024

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Buongiorno. Il lavoro di oggi riguarda la valutazione delle aziende vinicole quotate, con I prezzi rilevati intorno al 15 gennaio e i multipli di mercato proiettati al 2024 e al 2025 secondo le stime degli analisti. Come sapete il 2023 è stato un anno eccellente per le borse mondiali, con crescite superiori al 20%. In questo contesto, se consideriamo il valore azionario cumulato del nostro campione (che è fatto dalle medesime aziende dell’anno scorso) troviamo un risultato nettamente meno positivo, circa +6%. Quindi la prima considerazione è che il settore del vino ha avuto un 2023 meno positivo che in altri settori (comprensibile, visto che i grandi temi del 2023 sono stati i tassi di interesse che hanno favorito le aziende del settore finanziario e la tecnologia, che ha supportato le “magnifice 7” americane). Nonostante questo, le valutazioni sembrano essere in leggera crescita. Le aziende della Champagne sono quotate a 2.9 volte le vendite, erano 2.7 lo scorso anno, le aziende internazionali stavano a 5.0 volte le vendite sono ora a 5.2 volte (ma senza Constellation Brands si scende da 4 a 3 volte), quelle europee (Schloss Wachenheim, Advini, IWB e Masi) stanno a 1.3 volte le vendite contro 1.2 volte lo scorso anno. Il 2024 è un anno molto più incerto: il crollo dell’inflazione farà calare i tassi di crescita (che per le aziende sono “nominali”), le valutazioni sembrano piuttosto elevate. Vedremo. Per ora se siete interessati nella tabella all’interno trovate altri grafici e la tabella con tutti i numeri.

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Lanson BCC – risultati primo semestre 2023

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Il rilancio di Lanson continua nel primo trimestre sulla medesima traccia già vista nel secondo semestre 2022, ossia un deciso miglioramento dei margini di profitto derivante dalla nuova strategia di  “développement en valeur” rispetto ai volumi. Nello specifico del primo semestre 2023 il mercato dello Champagne è chiaramente peggiorato (-5% in volume di spedizioni) e l’impatto sulle vendite di Lanson si vede, ma i margini sono letteralmente esplosi con un margine industriale passato dal 45% al 53% che ha consentito di più che compensare gli effetti inflazionistici. Risultato finale è un utile netto di oltre 11 milioni di euro, un debito non in calo anno su anno ma che si confronta con un magazzino cresciuto in modo significativo (e quindi è indice di una migliore “salute finanziaria”) e azionisti contenti perché oltre al fatto che le azioni quest’anno sono andate bene (+14% al 15 ottobre 2023), hanno anche ricevuto un dividendo più ricco dello scorso anno (di poco superiore al 2% in termini di rendimento). Le prospettive restano positive in termini di strategia anche se ovviamente l’azienda fa notare che il secondo semestre è più importante del primo, mentre noi facciamo notare che la base di confronto resta sempre facile, nel senso che se il margine industriale del 53% tiene i dati possono essere ancora molto interessanti (margine secondo semestre 2022 = 46%). Passiamo a una breve analisi dei dati.

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Lanson BCC – dati di bilancio 2022

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Lanson BCC esce chiaramente “vincente” dal round dei bilanci 2022 delle aziende della Champagne, anche se visti i dati del primo semestre 2023 di LVMH potrebbe non durare. Il corso delle azioni da inizio anno è cresciuto del 22% (dati al 27 luglio), contro +3% per Vranken Pommery e -3% per Laurent Perrier. Praticamente un andamento pari a quello di tutta la LVMH. Se poi avessimo scritto la nostra recensione nei giorni in cui questi dati sono stati riportati, le conclusioni sarebbero state ancora più forti, arrivando a superare il +40%. Beh, i numeri che analizziamo oggi sono eccezionalmente positivi, non tanto per il fatturato (+7% e solo +2% nel secondo semestre) ma per la progressione dei margini, arrivati al 17% (utile operativo su fatturato) dopo anni di navigazione al 10% o meno. Ma di più, Lanson è riuscita a dare una sterzata importante alla sua struttura finanziaria, con il debito sceso a 466 milioni e il magazzino salito di 50 milioni a 536 milioni, un livello quindi di tutta sicurezza. Il tutto grazie a un incremento del 12% del prezzo mix (quindi con volumi in calo del 5% circa), e di una strategia che dal 2019 si è fortemente orientata sul miglioramento della gamma piuttosto che sui volumi, seguendo l’esempio virtuoso di Laurent Perrier. Le prospettive sono però prudenti: le vendemmie 2020 e 2021 avranno un impatto negativo sui volumi, che si potranno riprendere solo tra 3-4 anni, grazie ai risultati ottenuti nel 2022. Inoltre, l’azienda ha specificato che l’inflazione sui costi continuerà nel 2023, oltre all’incremento dei tassi di interesse: detto in altri termini, può darsi che il 2023 abbia risultati inferiori. E di qui la frenata delle azioni negli ultimi mesi. Passiamo a qualche dettaglio in più nel resto del post.

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