mercato del vino


L’andamento degli indici Liv-ex e il confronto con i mercati azionari – aggiornamento 2018

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Le rilevazioni mensili di Liv-Ex sui prezzi di mercato dei grandi vini del mondo dicono, come c’era da aspettarsi guardando i dati delle esportazioni francesi, che il grande vincitore di questi anni è la Borgogna. I prezzi in Euro dei grandi vini di questa regione (150 referenze) sono cresciuti del 14% quest’anno fino a luglio, dopo essere balzati del 14% nel 2017 e del 10% nel 2016. Meno positivo appare l’andamento recente delle altre categorie: l’Indice Liv-Ex 1000, che ha dentro tutto, cresce comunque del 5% quest’anno dopo il +5% del 2017. I vini italiani in questo contesto stanno perdendo qualche colpo, nel 2018 sono stabili, dopo un buon andamento (+7%) nel 2017. Fatto 100 il prezzo dei vini nel 2003, i vini di Borgogna oggi costano 508 (in sterline), lo Champagne 377, i vini di Bordeaux 312 mentre quelli italiani 277. Andiamo dunque a commentare questi dati, che stanno peraltro diventando di sempre più difficile reperibilità vista la crescente “gelosia” di Liv-Ev, che mi obbliga a fare delle ricerche piuttosto lunghe!

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Esportazioni mondiali di vini spumanti – aggiornamento 2017

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Commentiamo oggi l’estrazione dei dati UN Comtrade sulle esportazioni mondiali di vini spumanti. Il 2017 è stato un anno dinamico per questo segmento, che come ben sapete rappresenta già da anni la parte più dinamica del commercio (e del consumo) di vino. Maggiori opportunità di consumo fuori pasto, di combinare il prodotto con altri alcolici in coloratissimi aperitivi, versatilità dei prodotti nell’ambito di una cucina che si muove strutturalmente verso preparazioni più adatte al bianco che al rosso, sono tutte ragioni che stanno dietro i maggiori consumi. Essendoci poi una tradizione radicata di produzione in Francia, Spagna e Italia, è chiaro che se tutti nel mondo vogliono bere più spumante e solo tre di fatto lo producono, il commercio fiorisce. E i dati di oggi lo dimostrano: nel 2017 i volumi spediti sono saliti dell’8% a quasi 9 milioni di ettolitri, all’interno di un trend di crescita del 4% sul quinquennio; se parliamo di euro, le percentuali sono molto simili: +9% per il 2017 e +6% per gli ultimi 5 anni. La principale “notizia” di questi dati è che nel 2017 tutti e tre i principali paesi sono cresciuti, mentre nel 2016 l’Italia era la sola a crescere. Quindi cresce di più tutto… passiamo all’analisi dei dati.

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Argentina – esportazioni di vino – aggiornamento 2017

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Se cercavate qualcuno che va bene nel Regno Unito, l’avete trovato. Si tratta dei vini argentini. I dati che analizziamo oggi di UN Comtrade sono particolarmente interessanti. Il vino argentino è riuscito a “tenere” il valore delle esportazioni nonostante un calo strutturale importante dei volumi ed è riuscito anche a compensare l’arretramento nel mercato americano (cavallo di battaglia fino a qualche anno fa) con altre piazze, il Regno Unito su tutti. I dati 2017 vedono un calo del 3% delle esportazioni a 714 milioni di euro, ma il dato sui 5 anni è invariato. I volumi sono invece calati del 13% a 2.2 milioni di ettolitri, e addirittura del 10% annuo nel quinquennio (si legge: dimezzati). Su queste conclusioni si potrebbe poi innestare il discorso della svalutazione del peso argentino, che nel 2018 sta letteralmente “scappando via”. Il cambio peso/dollaro nel 2017 è calato del 12%, dopo il -60% del 2016. I 736 milioni di euro di esportazioni del 2015 erano per i produttori locali 7.5 miliardi di peso. I 714 milioni del 2017 si trasformano in 13.3 miliardi di peso. Pensate all’inflazione galoppante e alla difficolta di tenere in equilibrio i conti quando il valore della moneta cambia così rapidamente. Ma per ora concentriamoci sui dati 2017.

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USA – vendite al dettaglio di vino – aggiornamento 2017

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Devo dire che essere in volo verso San Francisco e la Napa Valley conferisce un bel contesto per scrivere di questo argomento, cioè l’andamento del primo mercato mondiale per il vino, gli USA. Nel 2017 secondo i dati di Wine Institute si sono consumati 36.3 milioni di ettolitri di vino per un valore di 62 miliardi di dollari. L’andamento resta positivo ma è un po’ meno marcato degli anni scorsi. Viene alimentato, come intelligentemente nota l’istituto, dalla crescita demografica degli americani che entrano nella “drinking age” che è di circa 1 punto percentuale all’anno, a un quasi impercettibile incremento della penetrazione del consumo che regala un altro punticino, per arrivare al 2%. Ci sono poi altri due punti di prezzo-mix che portano al 4% medio degli ultimi 5 anni. E’ interessante notare come tra i fattori che aiutano il prezzo mix sia menzionata la vendita diretta e le sale di degustazione che hanno raggiunto in USA 2.7 mililardi di dollari dei 62 totali e 5.8 milioni di casse di vino… tanto, soprattutto perché dividendo esce 51 dollari alla bottiglia! Ragazzi che business che fanno… e tra 48 ore sarò anche io vittima di uno di questi, St Supery. Vi racconterò a tempo debito. Passiamo ai dati.

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Germania – esportazioni di vino 2017

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Non ci vogliono certo i dati di UN Comtrade per sapere che i tedeschi sono più bravi a vendere macchine all’estero che vino. I dati del 2017 sono in realtà positivi, ma visti in un contesto pluriennale non sono certamente in progresso strutturale, almeno a partire dal 2013 in avanti. La Germania ha esportato 1 miliardo di euro di vino per 3.8 milioni di ettolitri, con un progresso rispettivamente dell’8% e del 6% sul 2016 ma non distante dai dati di cinque anni fa. Forse la lettura più interessante che emerge dai numeri è il l’andamento positivo di alcuni mercati dell’Est Europa come la Polonia o la Repubblica Ceca dove il vino estero non ha mai sfondato. Invece a quanto sembra i tedeschi sono riusciti a trovare la chiave di volta e i numeri 2017 mostrano una crescita superiore al 20% in entrambi questi mercati. Se riescono a vendere i tedeschi… dovremmo a maggior ragione riuscirci noi! Ma restiamo sui dati di UN Comtrade di quest’anno.

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