mercato del vino


Le abitudini di consumo di vino in USA – fonte: Wine Council 2011

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Aggiorniamo le statistiche che il Wine Market Council ha pubblicato relativamente al 2011. Devo subito premettere che i dati confrontabili nel tempo non sono tanti quanti avrei desiderato, e che lo studio annuale “saltella” qua e là alla ricerca di nuovi spunti. Gli spunti della presentazione 2011 sono senz’altro quello di inquadrare un incremento del consumo abituale di vino nel paese, di indagare quali sono le ragioni alle base delle scelte d’acquisto dei consumatori (e qui si ripropone l’importanza del marchio e del fare bella figura) e come sta cambiando il ruolo delle guide nella percezione dei consumatori. In quest’ultimo caso la lettura dei dati si presta a una doppia valutazione: essendo i giovani più inclini alle guide dei consumatori più anziani, è questo frutto di un diverso atteggiamento oppure semplicemente del bisogno di colmare un divario informativo rispetto ai consumatori esperti? A me sembra di più la prima, ma mi piacerebbe confrontarmi con voi.

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Nuova Zelanda – produzione, superfici e settore vino – aggiornamento 2012

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Fonte: New Zealand Wine

Il post annuale sulla Nuova Zelanda ci porta quest’anno alcune novità e parecchie conferme. Tra queste ultime, giova ricordare la stabilizzazione della produzione (intorno a 2 milioni di ettolitri) e delle superfici vitate (33-34mila ettari), che restano fortemente focalizzate su alcune varietà di vino, primo tra tutti il Sauvignon. Tra le novità, è molto interessante la stabilizzazione dei prezzi delle uve all’origine, pur su un livello ben più basso dei picchi di qualche anno fa. Ciò dovrebbe consentire una stabilizzazione dei margini di profitto delle aziende locali, che non crescono più come un tempo. Di certo, l’industria del vino neozelandese appare, mai quanto oggi, dipendente dai mercati esteri: il 90% e più della produzione del 2012 è destinato all’esportazione. Siccome si stima che il mercato locale assorba circa il 30% della produzione, in una annata come il 2012 “da 1.9-2m di ettolitri” la Nuova Zelanda non produrrebbe abbastanza vino da soddisfare la domanda (a quel prezzo). Giova infine ricordare che la strategia della nazione è tutta improntata sul vino di qualità e sulla valorizzazione del prodotto nei principali mercati esteri che sono Australia, Regno Unito e Nord America (quasi un miliardo degli 1.2 miliardi di export totale).

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Germania – mercato e consumi di vino – aggiornamento 2011

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Fonte: Deutsches Weininstitut

Riprendiamo come di consueto a inizio anno i dati molto interessanti del Deutsches Weininstitut per dare un quadro del mercato del vino tedesco aggiornati al 2011. I grandi trend secolari stanno proseguendo, con qualche novità, come per esempio la crescita del consumo dei vini rosati provenienti dall’estero e la forte crescita, nell’ambito dei consumi di alcolici in senso lato, delle bevande a base di spiriti (probabilmente si parla di simil-Spritz), e certamente, nell’ambito del vino, della nuova giovinezza dei vini spumanti, che in Germania hanno una lunga tradizione. I consumi in valore assoluto restano stabili intorno ai 20 milioni di ettolitri (mentre regrediscono per la birra), ma il mercato si arricchisce in valore: secondo l’istituto il valore al dettaglio del mercato tedesco è di oltre 8 miliardi di euro, sempre più sbilanciato nel segmento offtrade. Andiamo nel dettaglio dei dati.

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Le aspettative 2013 e le esigenze finanziarie delle aziende vinicole – fonte Osservatorio Banca MPS

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Il Monte dei Paschi di Siena conduce ogni anno una indagine sui propri clienti relativamente alle prospettive per il nuovo anno e i mercati con le maggiori prospettive di sviluppo (trovate qui tutti i documenti). Essendo poi una banca, chiede anche ai clienti a chi e per quale motivo hanno bisogno di denaro. Oggi vi pubblico qualche tabella con i principali risultati dei questionari, oltre 100, che sono stati restituiti. L’osservatorio è senz’altro un punto di vista parziale, ma di certo contiene delle verità e qualche sorpresa. Resta la fiducia nei mercati esteri, anche se le punte di crescita viste nel 2012 non saranno facilmente ripetibili. Reta la fiducia in alcuni mercati come la Cina e la Germania, che invece a parere di chi scrive hanno nel breve termine un potenziale ben minore che quello del recente passato. Sembra, a vedere i dati sulle esigenze finanziarie delle aziende, che ci sia più bisogno di soldi, ma non per investire o per ristrutturare quanto per finanziare la liquidità aziendale. Infine, a quanto pare la propensione dei viticoltori di mettere mezzi propri nelle aziende sembra meno prioritaria di quanto lo sia andare a cercare i soldi fuori dalle aziende… ma vediamo insieme i numeri pubblicati lo scorso novembre.

 

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Esportazioni di spumante italiano – dati primi 9 mesi 2012

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Eccoci al dettaglio delle esportazioni di spumante dei primi 9 mesi dell’anno. I dati sono molto chiari: salgono tutti gli spumanti ad eccezione dell’Asti. Fatta questa premessa va anche detto che questi mesi sono i più sfidanti in termini di confronto: negli ultimi 3 mesi dell’anno scorso le vendite di Asti fuori dall’Italia erano state le più elevate di sempre. Va peraltro anche sottolineato che il 2012 è un anno cattivo non soltanto in Russia, ma in diversi altri mercati importanti per il prodotto, come per esempio gli USA e il Regno Unito. Vedremo poi alcuni dati più particolareggiati. Dall’altra parte continua il vero e proprio boom degli altri spumanti. Quindi, il dato di settembre, che vede l’export a +10% nel mese è la classica media del pollo, con l’Asti in calo del 16% e gli altri spumanti in crescita di oltre il 20%. Ugualmente, il dato dei primi 9 mesi a settembre, +15% a 404 milioni di euro, si compone di nuovo di un calo dell’8% dell’Asti a 82 milioni di euro e di un incremento del 25% circa a 310 milioni per il resto delle categorie. Passiamo ai dati in dettaglio.

 

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