Mondo


Portogallo – esportazioni di vino 2022

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Dopo un 2021 eccellente, tra i migliori delle nazioni europee esportatrici di vino, arriva un 2022 “muto” per l’export del Portogallo, cresciuto soltanto del 2% sul 2021 per un valore di 940 milioni di euro. Grazie al balzo del 2021 la velocità di crociere sui 5 anni si mantiene vicina la 4%. Il rallentamento è causato dal mercato francese, che resta (probabilmente non molto a lungo) il principale mercato, e del mercato inglese. Le esportazioni 2022 in questi due mercati sono scese rispettivamente del 5% e del 13%. Vanno bene invece le cose nel mercato americano, che sembrerebbe destinato a diventare il principale sbocco estero del vino portoghese (lo è diventato già per la prima volta nel segmento dei vini in bottiglia). I dati sui volumi sono carenti per il 2022, vista la mancanza del volume esportato in Brasile, ma se mettessimo sul piatto della bilancia lo stesso dato del 2021 per questo mercato, diremmo che le esportazioni sostanzialmente stabili, intorno ai 3.3 milioni di ettolitri. Passiamo a una breve analisi dei dati.

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Mezzacorona – risultati e bilancio 2021/22

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Come abbiamo visto per Nosio, il 2022 (chiusura luglio) di Mezzacorona si caratterizza per un deciso recupero delle vendite (+9%, per la prima volta oltre 200 milioni di euro), parzialmente influenzato dalla cattiva annata dei prodotti frutticoli (gelate primaverili), con una ottimo andamento del mercato italiano e extraeuropeo, che compensano la stabilità nel resto d’Europa. I risultati finanziari come sapete sono poco rilevanti per una cooperativa (e anche quest’anno il bilancio chiude in pareggio). Invece sono stabili gli acquisti di uva e vino (combinati) dai soci a compensare il calo della frutta, per un valore degli acquisti a favore dei propri soci in totale stabile a 67 milioni rispetto all’anno scorso. Come per Nosio si registra un calo del debito, qui da 108 a 102 milioni, che beneficial dell’andamento favorevole del capitale circolante. Per quanto riguarda l’esercizio tutt’ora in corso, non vengono predisposte previsioni ma il tono è positivo, con un atteso incremento quantitativo sia delle uve che della frutta in seguito alla buon annata registrata. Passiamo a commentare qualche numero insieme.

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I numeri della viticoltura biologica in Italia – aggiornamento 2021

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Il post di oggi aggiorna e migliora in un certo senso le rilevazioni sulle superfici bio dedicate alla produzione di uva da vino. Aggiorna ovviamente il dato al 2021, e si arriva dunque a 126mila ettari (+9%), di cui 101mila veri (+10mila ossia +10%)  e 24mila in conversione. Migliora le rilevazioni precedenti perchè confronta il dato con le superfici vitate dedicate al vino come censite da ISTAT proprio nel 2021. Ossia, i 126mila ettari non si confrontano con 635mila ma con 590mila, essendo questa la superficie che ISTAT ha stabilito nel censimento essere dedicata alla produzione di vino. Siamo dunque a una penetrazione “bio” del 21% sul totale (comprese le viti in conversione) e 17% sul convertito. Sono numeri leggermente diversi da quelli pubblicati qualche settimana fa sul rilevamento europeo, ma non cambiano il quadro in modo sostanziale (20% se calcolato su 635mila). I dettagli regionali ci svelano alcune sorprese nel confronto con il 2020: la corsa del bio prosegue imperterrita in alcune regioni (Toscana su tutte, dove si combina la seconda maggiore superficie dietro la Sicilia con la maggiore penetrazione sul totale vitato, 44%) ma si blocca in alcune altre come la Sardegna o il Trentino Alto Adige, nonostante una penetrazione sul totale vitato molto limitata (7% e 11% rispettivamente). Bene, come premessa mi pare sufficiente, grafici e tabelle e ulteriori commenti nel resto del post.

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La valutazione delle aziende vinicole – aggiornamento 2023

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Il post di oggi è relativo alla valutazione delle aziende vinicole quotate, con dati raccolti in data 20 gennaio 2023 e relativi ai multipli di valutazione per l’anno 2023 e 2024, dunque usando le stime degli analisti finanziari per i prossimi due anni. Come l’anno scorso, abbiamo “rivisto” il campione separando le aziende della Champagne, le aziende extraeuropee e quelle europee. Ciò consente di fornire una visione più omogenea visto che le aziende extraeuropee sono molto più grandi e profittevoli, con conseguente impatto (positivo) sui multipli valutativi. Ora, i dati che leggerete oggi sono sostanzialmente peggiorativi rispetto a quelli dello scorso anno. Come sapete veniamo da un anno negativo per le borse i multipli ne hanno risentito, sopratttutto per le grandi aziende internazionali. Se volessimo fare una media potremmo dire che le valutazioni sono calate del 10% circa: ad esempio, la media ponderata del multiplo EV/Vendite delle aziende internazionali è sceso da 5.6 a 5 volte, e il rapporto prezzo/utili da 22 a 20 volte circa. Per le aziende europee il tutto è meno evidente, vista la ridotta dimensione (provate a fare la somma delle capitalizzazioni di mercato…) e quindi una correlazione meno forte con il mercato. Infine, vi richiamo l’attenzione sul grafico di sopra, dovete vedere come si pongono le valutazioni sulle vendite rispetto al margine operativo atteso per il 2023: più si guadagna rispetto al fatturato, più il multiplo del fatturato sale, ovviamente. Passiamo a commentare qualche dato.

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La superficie vitata mondiale – aggiornamento OIV 2021

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Ho sempre affrontato con una certa circospezione i dati relativi alla superficie vitata mondiale di OIV. La combinazione della fatica di raccogliere i dati e del fatto che questi numeri si riferiscono a tutta la superficie, quindi incluso quella della produzione di uva passa e di uva da tavola mi ha sempre scoraggiato. Ora però OIV ha notevolmente migliorato la fruibilità dei suoi dati e con un semplice click e la fantastica applicazione PowerBI è stato un gioco da ragazzi scaricare i dati. Dunque possiamo parlare di numeri.

La superficie vitata mondiale nel 2021 è stimata a 7.33 milioni di ettari, in calo dello 0.8% rispetto al 2020 e del 4% rispetto alla media 1996-2000. Guardando i dati (tabella all’interno) si capisce otticamente che il dato si sta stabilizzando dopo aver toccato il picco nel quinquennio 2001-05. 220mila ettari persi nei successivi 5 anni, 108mila in quelli dopo, 96mila in quello successivo. Hanno tutti perso? No, Cina e Cile sono cresciuti, i paesi europei sono calati. Nel resto del post trovate i dati specifici.

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