Nuova Zelanda


Delegat's – risultati 2009-10

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Delegat’s ha chiusto l’anno fiscale 2010 con un calo significato degli utili, come gia’ avevamo commentato qualche mese fa in occasione dei dati semestrali. Il leader del vino neozelandese con il marchio Oyster Bay non ha pero’ rinunciato ai suoi piani di espansione, anche se le attese sui prossimi anni sono chiaramente da ritarare sul nuovo scenario economico di consumi piu’ stagnanti e su una situazione del mondo del vino neozalendese che vede qualche eccesso di produzione a venire. Cosi’ per il 2011 si prevede un calo di volumi da 2 a 1.8 milioni di casse, con un calo concentrato in Europa non compensato dai leggeri incrementi previsti in Nord America e Asia. Nel 2010 Delegat’s si aspetta di ritornare ai 2 milioni di casse, ma le sue previsioni sono di nuovo cattive per il mercato europeo, visto in ulteriore leggero calo, e tutto l’incremento concentrato negli altri mercati. Nel 2012 la musica non cambia. Mettiamo giu’ l’obiettivo: nel 2011 si attende un fatturato stabile a 217 milioni, nel 2012 a 240 milioni, nel 2013 a 258 milioni. Di certo, una crescita molto inferiore a quella tumultuosa degli ultimi anni.



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Delegat's – risultati primo semestre 2009-10

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Chi legge I Numeri del Vino conosce bene Delegat’s, il leader neozelandese del settore del vino. Sa anche che, insieme a un paio di altre aziende in Cile (Concha y Toro) e Francia (Jean Jean) sono gli esempi di strategie aggressive di crescita nel settore vino, che non celo mi piacerebbe molto poter incontrare anche in Italia. Nei primi 6 mesi del 2009/10 (giugno-dicembre) anche Delegat’s e’ stata “colpita” dalla recessione e dalla sovrapproduzione di vino neozelandese. Pur continuando a crescere, il ritmo rallenta al +10% e, purtroppo, le spese di marketing continuano a rimamere elevatissime (oltre il 30% delle vendite nel periodo che stiamo commentando): quindi, utili in discesa dell’11%. Non finisce qui: nel commento ai risultati, l’azienda confessa che il crollo dei prezzi delle uve determinera’ una svalutazione delle attivita’ biologiche in bilancio (oltre 60m di dollari locali), portando quindi a un calo degli utili nell’esercizio di 12 mesi (luglio 2009-giugno 2010) del 30-40%. Nonostante questo, la strategia di crescita del gruppo che ha nel marchio Oyster Bay il suo portabandiera continuera’ immutata. Gli azionisti non sono stati pero’ tanto contenti: le azioni sono colate a picco, da circa NZ$2.7 a NZ$2.0 nel giro di pochi giorni. Oggi Delegat’s ha un valore di borsa di meno di 200 milioni di dollari neozelandesi, e un valore d’impresa di meno di 400 milioni. La sua valutazione borsistica e’ quindi pari a circa 6.4 volte il MOL e 8 volte l’utile operativo: per certi versi, meno di quanto valeva un anno fa.



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Delegat's – risultati 2008-09

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Non e’ la prima volta che mi permetto di segnalare a chi legge il blog questa azienda neozelandese, Delegat’s, di cui oggi discutiamo i risultati. La segnalavo perche’ un’interessante esempio di azienda in crescita, con azionisti fortemente impegnati, un marchio riconosciuto (Oyster Bay) e una strategia commerciale aggressiva (costi di marketing quasi del 30% del fatturato). Guardiamo oggi i risultati 2009 che sono un misto di forte crescita delle vendite e degli utili (+33% e +58%), forte successo commerciale (volumi +20%, prezzo mix +11%) e, finalmente, buona generazione di cassa (debito in calo dopo anni di crescita grazie a un ottimo controllo del capitale circolante). Sicuramente aiutati dal cambio, sicuramente aiutati dalle ottime vendemmie locali ma certamente gente che investe 60 milioni di dollari locali in marketing e 20 milioni (dopo anni di pesantissimi investimenti) nella struttura aziendale. Oggi Delegat’s vale in Borsa circa 240 milioni di dollari australiani; se aggiungete debito e valore degli interessi di minoranza arrivate a un valore aziendale di circa 430 milioni di dollari australiani, cioe’ 6.6x EV/EBITDA e 8.1x EV/EBIT. Questi sono presumibilmente dei multipli di riferimento per le piccole aziende in crescita.


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Brand awareness e penetrazione consumi dei vini del nuovo mondo – studio Calwine

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L’agenzia californiana che aiuta i produttori locali nelle esportazioni ha condotto una ricerca in cui ha cercato di mettere in prospettiva la percezione del prodotto californiano per i consumatori europei. Ne esce quindi un quadro dove per una serie di mercati del centro-nord Europa che comprendono Germania, Paesi Nordici, Russia, Polonia, Svizzera e Olanda ha fatto una serie di domande sulla percezione del “brand”, cioe’ su quanti riconoscono un vino californiano e sulle abitudini di consumo. I risultati sono la somma di circa 4400 risposte al sondaggio, su un campione equamente distribuito tra i mercati e ben bilanciato tra uomini e donne. Senz’altro non rappresentativo, ma sicuramente interessante nelle conclusioni.


SONDAGGIO EMERG 1

Limitandoci all’analisi dei prodotti del nuovo mondo, in questo studio il vincitore e’ chiaramente il vino cileno e quello australiano in termini di percezione del brand e di quello cileno e sudafricano in termini di consumo. Detto questo lo studio ci fornisce una interessante indicazione di confronto tra i vini del nuovo mondo e quelli del vecchio mondo: se il consumo sporadico e’ in rapporto di 1:3 (cioe’ questi consumatori comprano 3 volte piu’ frequentemente i nostri vini che gli altri), nel caso del consumo abituale sono molto piu’ lontani: 1:6.

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