Silicon Valley bank


I margini delle aziende vinicole californiane di alta qualita’ – aggiornamento 2014

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Il consueto studio della Silicon Valley Bank sullo stato di salute delle aziende californiane produttori di vino mette sul tavolo uno scenario ottimistico. Al di là dei numeri, che poi commentiamo e che in due parole ci hanno visto nel 2014 un anno in accelerazione (+8% per il fatturato) con margini in miglioramento, per il 2015 secondo la banca sarà un anno molto interessante. In particolare, in uno scenario per l’economia americana particolarmente favorevole, loro prevedono: 1) una terza vendemmia di seguito con ottimi volumi e qualità per la California; 2) un trend molto forte di “premiumisation”, particolarmente per i vini sopra i 20$ per bottiglia, già partito nel 2014, cui si contrappone un andamento atteso negativo per i vini sotto i 9% per bottiglia; 3) un anno record per le aziende californiane che producono vini di qualità, con una crescita delle vendite che dal livello di cui abbiamo detto dovrebbe “spaccare” su un livello tra il 14% e il 18%. Se questo fosse vero, il “gap” di cui parlavamo lo scorso anno con le aziende italiane, che post-crisi 2009 non era così largo, potrebbe effettivamente aumentare.

Detto dello studio, dico la mia. Il rapporto non tiene in alcuna considerazione il cambio. Il dollaro forte sarà un fattore particolarmente critico per l’export americano (naturalmente nella loro valuta, in euro sembrerà più elevato). Quindi, anche alla luce di quello che è successo dopo che il rapporto si è terminato (e cioè un dollaro a meno di 1.10 rispetto all’euro, quando scrivo – 8 marzo 2015), le conclusioni sono probabilmente valide per le aziende che faranno “america su america”, che è probabilmente il caso del campione della Silicon Valley Bank.

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I margini delle aziende vinicole californiane di alta qualita’ – aggiornamento 2013

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Questo è un post che ci apre un po’ gli occhi su quanti soldi fanno e su quale beneficio le aziende vinicole americane di qualità (californiane) hanno maturato operando in un mercato prospero come quello USA. Si tratta del rapporto della Silicon Valley Bank, che dopo aver enumerato le strategie di prodotto mette questa tabellina, che traccia la performance di 100 aziende vinicole americane di piccole-medie dimensioni. Oltre ad analizzare i dati, che ci portano a concludere che “i bei tempi” (alta crescita-alti margini) siano terminati con la crisi del 2009, ho fatto un altro passo confrontando i dati Mediobanca relativi alle aziende (quindi escluso cooperative) con questi, per capire il “gap” di crescita e il “gap” di margini che c’è tra fare vino in USA e fare vino in Italia. I campioni, ripeto, sono diversi, ma anche i contesti sono diversi e qualche interessante spunto lo possiamo ricavare. Andiamo nel dettaglio…

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